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Genere: Narrativa

Trama:
Il mondo dei clochard in una dimensione incantata e poetica. Ecco un modo possibile di definire il lavoro dell'autore. L'ottica con cui Salvatore Scalisi guarda i senza tetto e gli emarginati è benevole; egli è del tutto schierato dalla loro parte; è abilissimo a mettere in rilievo i loro sentimenti, le loro gioie, i loro dolori rassegnati.
La vita di questi particolarissimi esseri umani, nel racconto, si svolge in una realtà ovattata; scorre cioè, in una dimensione sovrapposta alla realtà "normale" che resta in sottofondo. Allora l'una e l'altra realtà diventano due rette parallele che scorrono lontane all'infinito e non si incontrano mai, o quasi e, se si incontrano, è solo per scontrarsi, per evidenziare l'abisso senza fine che separa i due mondi.
Tutto questo accade sullo scorrere di paesaggi tratteggiati a tinte sobrie e delicate come acquarelli. Bellissimi e pieni di grande fascino, le descrizioni degli interni ora spogli e tristi, ora luminosi e festosi.

Commento:
Scalisi, autore che spazia spesso da un genere narrativo all'altro, stavolta ci mostra quella parte della società ignorata dai più, un esercito di uomini e donne che vive ai margini: i clochard.
Come ci si ritrova, quasi all'improvviso, senza più nulla? Come si affronta, giorno dopo giorno, una realtà che sembra non offrire alcuna speranza? Come vive (o sopravvive) chi non ha niente?
Dalle pagine di questo romanzo emerge un intero mondo, fatto di individui che non hanno più beni materiali da offrire ma che si rivelano però, molto spesso, più altruisti, più sereni d'animo e più liberi dei tanti uomini cosiddetti "normali".
Con questo libro si apre una dimensione nuova e sconosciuta davanti agli occhi di coloro che si affannano, ogni giorno, per star dietro alla carriera, al successo, alla posizione sociale ed a tutto ciò che è pura apparenza, mostrandoci un universo di persone che hanno fatto proprio uno stile di vita diametralmente opposto, quello del clochard, appunto. Che ci si arrivi per caso oppure per scelta (si, perché alcuni lo scelgono liberamente, quando le pressioni del mondo moderno diventano troppo forti), il risultato non cambia: si entra a far parte di una nuova grande famiglia dove i "compagni d'avventura", i volontari, i centri di accoglienza e le mense, le panchine del parco ed i piccioni, diventano un nuovo punto di riferimento, la quotidianità assume altri ritmi e tornare alla vita di prima - ammesso che lo si desideri davvero - diventa ogni giorno più difficile.
Quello che l'autore dedica a questa gente è uno sguardo delicato, che sembra tingere di rosa la loro difficile vita, facendole assumere un'aura quasi romantica. Molto più duro appare, invece, lo sguardo rivolto a coloro che dovrebbero aiutare e proteggere ma che spesso, per pregiudizi o mera crudeltà, finiscono per rendere più penosa e dura la loro vita.
Una bella storia, ben scritta (nonostante qualche refuso) e piacevole, che trasuda umanità e malinconia.
"Con le grandi ali distese, l'uccello dal piumaggio bianco plana dolcemente sull'acqua. In piedi sul promontorio più alto, affonda lo sguardo nel mare schiumoso mentre si avvicina sul precipizio distendendo le braccia. Il gabbiano si leva in volo, invitandolo a battere le sue ali e seguirlo".
(Maria Guidi)

Dello stesso autore:
La disfatta
Linea 429
Relazione di sangue
L'ispiratrice
La mente del diavolo
John Parker il detective
Il mondo perfetto di Elisa



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