Casa Editrice: Rizzoli - 350 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Gialli
Trama:
Mentre una timida primavera si affaccia sulla città, i fantasmi del passato tornano a regolare conti rimasti in sospeso, come colpi di coda di un inverno ostinato. Che aprile sia il più crudele dei mesi, l'ispettore Davide Pardo, a cui non ne va bene una, lo scopre una mattina al bancone del solito bar, trovandosi davanti il vicecommissario Angelo Fusco. Afflitto e fiaccato nel fisico, il vecchio superiore di Davide assomiglia proprio a uno spettro. E' riapparso dall'ombra di giorni lontani perché vuole un favore. Antonino Lombardo, un detenuto che sta morendo, ha chiesto di incontrarlo e lui deve ottenere un colloquio. La procedura non è per niente ortodossa, il rito del caffè delle undici è andato in malora: così ci sono tutti gli estremi per tergiversare. E infatti Pardo esita. Esita, sbaglia, e succede un disastro. Per riparare al danno, il poliziotto si rivolge a Sara Morozzi, la donna invisibile che legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo, ex agente della più segreta unità dei Servizi. Dopo tanta sofferenza, nella vita di Sara è arrivata una stagione serena, ora che Viola, la compagna del figlio morto, le ha regalato un nipotino. Il nome di Lombardo, però, è il soffio di un vento gelido che colpisce a tradimento nel tepore di aprile, e lascia affiorare ricordi che sarebbe meglio dimenticare. In un viaggio a ritroso nel tempo, Maurizio de Giovanni dipana il filo dell'indagine più pericolosa, quella che scivola nei territori insidiosi della memoria collettiva e criminale di un intero Paese, per sciogliere il mistero di chi crediamo d'essere, e scoprire chi siamo davvero.
Recensione: "Una lettera per Sara", l'ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni, prende spunto, per intenzione espressa dell'autore di dare un volto alla giovane vittima, dalla vicenda reale e dimenticata da molti di Graziella Campagna, giovane vittima di Mafia uccisa nel 1985 a soli 17 anni per essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ammetto di non avere mai letto nulla di De Giovanni, che ho scoperto essere l'Autore da cui ha preso vita la famosa serie TV "I bastardi di Pizzofalcone", mi riprometto di fare ammenda e recuperare quanto mi sono persa finora.
E' un giallo comune e inusuale al contempo, un enigma da scoprire che è munito di personaggi tangibili e concreti che si fanno amare per il loro mistero e per la particolarità sin dalle prime battute.
E che termina ma non finisce.
La protagonista è Sara Morozzi, "Mora", un agente della più segreta unità dei servizi ormai in pensione, abile nel leggere nei gesti e nel non detto ciò che veramente abita il cuore delle persone; è una donna non particolarmente gradevole nell'aspetto, con un passato moralmente discutibile (famiglia abbandonata per amore di un altro uomo) e un carattere di certo non facile, la cui potenza e forza risiedono in una specie di invisibilità dalla quale sa sbucare fuori quando è necessario. Altri personaggi sono l'abitudinario ispettore Davide Pardo, un uomo che non ama gli imprevisti, che vive asserragliato con un cane gigantesco che si è impossessato della casa e della sua vita, che vorrebbe ma non ha una famiglia; Viola, madre del piccolo Massimiliano, compagna del figlio defunto di Sara;
Angelo Fusco, vice commissario in pensione e fratello della giovane Ada, la vittima; Antonino Lombardo, cardine su cui ruota la vicenda; il Passato che una mattina d'aprile, nei panni di un irriconoscibile Angelo Fusco che gli chiede un favore in ricordo dei vecchi tempi, torna a sconvolgere la vita di Davide interrompendogli il quotidiano rito del caffè delle 11.
Pardo si impegna ma non si attiva subito, il destino gli gioca contro ("come sempre", direbbe lui), incassa tutto il disprezzo di Fusco e decide di rimediare rivolgendosi a Sara.
E' una storia in cui sono miscelati alla perfezione un giallo da risolvere e un susseguirsi fluido di eventi così ben descritti da avvertire sulla propria pelle ogni azione ma soprattutto ogni emozione che scaturiscono da essi e da cui ogni personaggio, per diverse motivazioni, viene coinvolto.
Così troviamo la sete di conoscere la verità che non accenna a placarsi nonostante il tempo; la rabbia per non poter mutare l'ordine degli eventi, per non poter impedire a chi amiamo di lasciarci, per non aver potuto salvare chi se ne è andato lasciando solo ricordi, che si vorrebbero immutabili ma che purtroppo possono venire intaccati dal "sapere"; il desiderio di amare, da cui scaturisce una forza indistruttibile; l'incredulità di fronte a un sentimento di cui non ci si credeva capaci e la difficoltà e lo stupore nel ritrovarsi a maneggiarlo; il dolore da cui non c'è sollievo e che ci mostra per quello che realmente siamo ed infine la morte che aleggia su tutto e tutti.
Lo stile chiaro, limpido, pulito, veloce, accattivante e scorrevole tiene incollato il lettore dall'inizio alla fine. La trama è un ingranaggio perfetto, i personaggi sono ben caratterizzati. Il romanzo è venato della delicata tristezza di una prosa a volte poetica che coinvolge, ammalia, seduce ingigantendo pagina dopo pagina il desiderio di sapere fino a farlo esplodere.
Una storia che ha qualcosa di prezioso e uno spietato realismo che affiora all'interno di un registro votato alla disamina dei sentimenti dei personaggi e alla forte empatia stimolata nel lettore.
(Luisa Debenedetti)