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Troppi film americani
di Alfredo Ricciardi

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    Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 272 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Gialli

    Trama:
    L'uomo con il trolley completò l'attraversamento della strada trafficata, e si diresse verso la vetrina del bar. Vide l'uomo cattivo all'interno, ed impercettibilmente gli mostrò il pollice rivolto verso l'alto. Poi si infilò in uno dei tunnel che attraversavano il grande palazzo, per sbucare nella viuzza secondaria che correva parallela alla strada trafficata. Era fatta: l'uomo cattivo poteva stare tranquillo, perché ormai era fatta. Mancava ancora qualche dettaglio, ma sarebbe andato a posto automaticamente. Era fatta.

    Recensione:
    La serie del commissario Spinelli si rivela sempre più, libro dopo libro, narrativa investigativa emozionante, sia sul piano delle indagini che su quello umano.
    "Troppi film americani" è il terzo libro dell'autore foggiano e, pur restando perfettamente fruibile e comprensibile da solo, letto dopo i precedenti capitoli, rispettando l'ordine di uscita, permette una condivisione coi personaggi unica e speciale.
    Le dinamiche della squadra sono in continua evoluzione, svelando ad ogni romanzo qualcosa di nuovo. I colleghi sono una vera famiglia con membri che vanno più d'accordo e altri con i quali ci si scontra: c'è chi è da proteggere e chi si trincera in silenzi per non mostrare le proprie fragilità; chi ha paranoie e chi fraintende. Veri, sinceri, sono personaggi intesi e descritti con cura, con tante sfaccettature nelle quali è possibile ritrovarsi per comprenderli a tutto tondo.
    In "Troppi film americani" ci si ritrova in un caso che coglie Spinelli e i suoi nelle vicinanze del Natale, mentre Foggia si prepara alle festività, l'aria si fa leggera e frizzante non solo per le temperature, ma anche per l'eccitazione della festa, mentre i profumi dei piatti tipici iniziano a rallegrare nasi e predisporre palati. Tutto bello, luminoso e quindi che cosa può accadere di brutto? Sembra nulla, Ricciardi ci porta in una sera come tante che, prima di una serie di sorprese, di colpo si trasforma nel teatro di una morte fredda e premeditata, e lascia un corpo su un gelido ed indifferente pavimento.
    Qualcuno muore, qualcuno colpisce e qualcun altro attende, e quest'ultima figura viene descritta dall'autore in modo quasi fanciullesco, semplicemente come "l'uomo cattivo". Con questa scarna definizione, che dice poco e tanto cela, il lettore è invitato a scovare, prima dei poliziotti, il colpevole, la mano che ne ha armata un'altra e le motivazioni che si nascondono nel gesto violento. L'indagine comincia e procede a ritmo sostenuto: le informazioni formano una catena di tasselli, indizi ed evidenze che portano ad una pista, molliche che sostengono il caso e ci spostano ogni volta un po' più avanti. Rivelazioni, sorprese che giungono alla fine dei capitoli, sconcertanti, in un invito a proseguire che dona un ritmo narrativo sostenuto, all'interno di un ambiente letterario comodo, piacevole che si segue volentieri.
    Gli interrogatori sono parte importante della trama, anche se Spinelli, in questa inchiesta, sembra prediligere un metodo informale, poco ortodosso e non perfettamente aderente con le corrette direttive. Rischia il commissario, sia sul lavoro che nella sfera dei rapporti, perché la squadra è in bilico, sembrano non comunicare più con la scioltezza di prima: una moto che corre in velocità più che un orologio preciso. Tanti i fatti personali che si intrecciano con il caso, portando via i pensieri, mettendo in pericolo non solo la soluzione, ma anche la vita.
    Con partecipazione seguiamo gli sviluppi, e ci addentriamo nel dolore, nell'illusione sconfitta dalla morte, l'ultimo nemico che tutti un giorno affronteremo, ma che per alcuni arriva troppo presto, come un ladro nella notte, e cancella il sonno, toglie il senno, fa smarrire. La commedia e i riferimenti ai film americani che motivano il titolo, si trasforma nell'eterna tragedia di noi poveri esseri soli ed indifesi sotto il cielo. Tombe aspettano di essere riempite e lapidi di essere poste.
    Un finale di tensione sostenuta conduce alle risposte e ad un sospeso. Un nuovo caso chiuso che lascia un po' di preoccupazione sulle sorti di coloro che ormai sono amici, dopo che Spinelli mostra un lato inedito mostrando una durezza inconsueta ma giustificata.
    A presto commissario, non vediamo l'ora di ritrovarti!
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    Avere una squadra come la mia è come guidare una moto da duecento cavalli: può dare grosse scosse di adrenalina, ma è un attimo e sei caduto per terra. E se vai a sbattere ti puoi fare male seriamente.

    E' dei vivi che devi aver paura, non dei morti.

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