Trama:
Siamo nel 1815 ed Emma è una giovane inglese che, terminati gli studi in collegio, va a lavorare come istitutrice nel castello dei conti Burroughs. Oltre ad Ophelia, la bambina di cui si occupa Emma e a suo padre, il conte Duncan Borroughs, nel castello si aggira, però, anche un'altra inquietante presenza: il fratello di Duncan, il conte William, che dovrebbe essere morto due anni prima durante la guerra in Spagna contro Napoleone, ma la realtà spesso è molto più complessa di come viene raccontata... dall'Inghilterra all'India tra leggende e misteri da svelare, Emma sarà nel giro di pochi mesi costretta a trovare dentro di sé un coraggio che non immaginava neppure di avere.
Commento:
Una storia che ha il sapore dell'avventura d'altri tempi e la cui ispirazione, come dice la stessa Cristina Contilli, viene dai romanzi di Emilio Salgari. Proprio come i romanzi d'avventura, anche questo trova il suo punto di forza nel mettere in scena una situazione romantica che si sviluppa, tra tensioni e colpi di scena, fino all'happy end finale.
Affrontato con uno stile fluido e con dialoghi che danno dinamicità alla narrazione, magari pecca un po' in banalità per quanto riguarda la trama; infatti il tema del lupo mannaro, essendo già stato trattato infinite volte in campo letterario, rischia di rendere poco interessante il racconto. In questo caso c'è, però, una variante interessante che aiuta a rendere più originale la storia: la trasformazione del personaggio in lupo non avviene con la luna piena e il licantropo non si uccide con la lama d'argento, secondo gli stili classici. William, infatti, subisce la metamorfosi quando perde il controllo di sé, quando si arrabbia molto nei confronti di qualcuno o qualcosa. Egli sembra, comunque, dominare piuttosto bene questa sua maledizione, dal momento che si trasforma in lupo poche volte nel corso della narrazione.
(Benedetta Gigli)