Casa Editrice: Mondadori - 169 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Gialli
Trama:
Un animale misterioso si aggira per i boschi. Un orso? Un lupo? O qualche altra ignota creatura? Che sia un fantasma che scivola nella tenebra dei monti lasciando dietro di sé un terribile lamento? Sono molti i misteri custoditi da queste terre d'Appennino freddo e aspro, che il maresciallo Benedetto Santovito, originario di un paese della mite costiera cilentana, ha imparato a rispettare e ad amare da quando vi si è trasferito, sul finire degli anni Trenta. Col tempo Santovito è diventato uno del posto, e in tutti questi anni ha sentito raccontare storie di banditi e di briganti. Quelle che ora è pronto a rievocare, spaziando tra gli anni e le epoche, per raccontare le gesta del Principino, dello Spirito e degli altri, sempre pronti a tirare d'archibugio e di coltello ma anche, all'occasione, a sfidarsi in una "tenzone" poetica in ottava rima.
Rivivono nelle sue parole i colori, gli odori, i sapori di un'epopea umile e antica, ora venata di nostalgia, ora serena nell'accettare l'inevitabile cambiamento.
Recensione: "Lo Spirito e altri briganti" è un bel mix di giallo e racconto popolare, opera a quattro mani di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Questo volume è una perfetta appendice del trittico dedicato al maresciallo Santovito (Macaronì, Malastagione e Questo sangue che impasta la terra) scritto da questa coppia di autori. Appendice che direi necessaria a completare il campo narrativo intrapreso in quei lavori.
Qui non ci sono casi da risolvere: sono vicende in parte realmente accadute, in (buona) parte riadattate dalla fantasia degli autori, che fanno riemergere episodi avvenuti tra Bologna e l'Appennino tosco-emiliano tra la fine dell'800 e la prima metà del '900. Episodi spesso crudi, tragici (il brigante Spirito, spinto a delinquere dalla miseria nera e dalla crudeltà di chi lo sfruttava sul lavoro; i partigiani che mandano un ragazzino come messaggero dai monti a Bologna) ma di grande suggestione, che aprono davanti ai nostri occhi un mondo magari lontano e dimenticato, ma di fascino e significato profondi e autentici.
Personalmente ritengo sia un'opera imperdibile, per chi apprezza questi due autori, perché permette di ritrovare alcuni dei personaggi dei libri precedenti; e poi, con una sorprendente "licenza poetica", in un racconto compare Sarti Antonio, il personaggio creato da Loriano Macchiavelli, uno dei primi poliziotti "atipici" della letteratura poliziesca italiana perché ha, come ognuno di noi, difetti e dubbi: girare la pagina e trovarsi davanti Sarti Antonio è stato come incontrare, inaspettatamente, un vecchio amico.
L'atmosfera che avvolge il lettore immerso in questi racconti è misteriosa e nostalgica e ogni personaggio, anche se crudele, possiede un enorme fascino.
Tutti i racconti sono preceduti da una breve introduzione intitolata "Dai colloqui con Benedetto Santovito", il maresciallo originario di un paese della mite costiera cilentana, che ha imparato a rispettare e ad amare quei luoghi aspri e freddi da quando vi si è trasferito, sul finire degli anni Trenta, fino a diventare "uno del posto".
Chi, come me, apprezza Guccini (è uno dei pilastri della mia cultura) in questi racconti sentirà molto la sua presenza nel dare magistralmente a questi racconti il sapore diverso avventuroso e, per così dire nostalgico, di un microcosmo che stenta a rimanere in vita nella memoria delle persone e che solo la voce dei grandi vecchi sa riportare alla luce e darle il giusto plauso.
Un libro bello, rilassante e curioso.
(Luisa Debenedetti)