Casa Editrice: BEAT - 256 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Horror
Trama:
1922. Mentre Perdido si sta riprendendo dalla devastante inondazione, la costruzione di una diga è l'unico baluardo possibile contro la furia dell'acqua. Ma il cantiere riversa sulla cittadina il suo carico di imprevisti: la rivolta degli operai, il capriccio delle correnti, il mistero di alcune sparizioni. La matriarca Mary-Love si scontra con Elinor, ora parte della famiglia Caskey. Macchinazioni, alleanze innaturali, sacrifici: a Perdido i mutamenti saranno profondi, le conseguenze irreversibili. La lotta è appena cominciata.
Recensione:
Terminato "La Piena" si torna a Perdido e, dopo un breve riassunto delle vicende salienti, parte in tutta la sua scorrevolezza "La diga".
Ammaliante, la scrittura di McDowell ci immerge nei paesaggi del sud, riportandoci nel 1922, nelle differenze tra bianchi agiati, con tre famiglie che per importanza svettano su tutti e la manovalanza di colore, cui spetta il ruolo di servitori, confidenti, a volte amici.
Da subito ritroviamo la storia della famiglia Caskey e la faida sotterranea, la guerra di caratteri e posizioni tra la matriarca Mary-Love e la straniera salvata subito dopo la piena, Elinor, moglie di Oscar Caskey.
La narrazione sembra quella di un romanzo storico, dove sono le azioni e i rapporti tra i personaggi a farla da padroni, ma c'è un guizzo di tensione e brivido in questa apparente normalità e lentezza del sud. Dopo aver letto il primo romanzo, sappiamo che Elinor non è esattamente ciò che mostra, che in lei c'è generosità e un pozzo nero e violento. Non si sa con certezza cosa sia questa donna, e l'incertezza è proprio l'elemento spaventoso della storia, insieme alla sua rabbia che viene scatenata da chi ignora del tutto la sua natura. Chi legge ne teme le conseguenze e, al contempo ne attende l'arrivo.
In "La diga" ritroviamo le figure presentate nel libro precedente, ne scopriamo ulteriori profondità e cambiamenti e ne vengono introdotti di nuovi con ruoli importanti. Sicuramente la figura principale de "La diga", oltre a Elinor, è Sister Caskey, la sorella di Oscar. Da donna sottomessa e tranquilla, sempre nell'ombra della madre, la vediamo trasformarsi, uscire dal guscio, sfidare e battere Mary-Love al suo stesso gioco. Una bella sorpresa.
La trama prosegue e incuriosisce: il suo andare ci fa dimenticare che quest'opera appartiene al genere horror. Poi, nel finale, la sua maschera cade, la violenza esplode inesorabile e l'horror si mostra svegliandoci di soprassalto dall'illusione di tranquillità.
Non solo. "La diga", con un finale quanto mai aperto, mostra un cenno, un indizio sull'argomento che sarà protagonista nel prossimo romanzo, dal titolo "La casa".
Le abitazioni hanno da sempre un posto particolare nella produzione horror, quindi è probabile che ci aspettino deliziose, inquietanti svolte, perché forse Elinor non è l'unico essere che si aggira per Perdido...
(Tatiana Vanini)