Trama: Sconnettersi dal fluire dell'immenso universo, nell'espandersi contraendo il confine, sconfinando nell'infinito che non ha limite alcuno,
deflagrando in mille pezzi
per concludersi nella materia divisibile,
segni di un intenso evolversi,
senza mai fermarsi davanti al dubitare,
segnando il passo con il ritmo della morte fisica
e oltrepassando quella metafisica
che non limita il nulla ma esterna il ciò,
mettendoci vivi e morti nello stesso Tempo.
Commento:
Opera d'esordio di questo autore marchigiano, A. Ragozzino si pone davanti al lettore con una raccolta di poesie molto particolare.
Leggendole appare evidente come egli abbia scritto questi versi per rispondere ad un'esigenza del proprio animo e non per sottoporsi al giudizio altrui. Le poesie appaiono, infatti, quasi private, intime, soprattutto quando egli parla di amore, di paure e, in ogni caso, delle emozioni che prova.
Forse è proprio per tale ragione che il loro significato può, a volte, non essere immediatamente chiaro al lettore, dato che le poesie sono sempre legate alla sensibilità di ciascuno e, quelle contenute in "Un in verso", si rivelano, a volte, un po' enigmatiche. Nonostante questo però, se pure un singolo verso risultasse un po' nebuloso, il senso complessivo della poesia appare sempre evidente, grazie anche alla musicalità che i versi di Ragozzino trasmettono.
Tanti sono i temi oggetto di questi componimenti, come tante - positive e negative - sono le emozioni che la vita quotidianamente regala; è così che, con Vellutato impeto avvertiamo pienamente amore e coinvolgimento fisico; con Confusione sperimentiamo "La paura di mostrarsi, mettendo se stessi a nudo verso il prossimo" e ancora emozioni su emozioni, ogni volta diverse ma sempre profonde, con Solitudine, Essere vivi, Attesa, Quello che vorrei e tutte le altre, tante brevi eppure intense e coinvolgenti poesie.
(Maria Guidi)