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Genere: Giallo

Trama:
Vasco Lubrano, sovrintendente capo in forza alla Polizia Giudiziaria della Procura di Bergamo, finisce sempre quello che inizia. Di lasciar perdere l'indagine sull'omicidio di una prostituta moldava, trovata a pezzi in un sacco della spazzatura, non ne vuole proprio sapere. Perché glielo ha chiesto un vecchio amico. Perché è convinto che nuove morti siano collegate. Perché intuisce, dietro a questi terribili omicidi interessi "altri", più importanti (per gli assassini) della morte di prostitute, librai e poliziotti. Perché nella sua vita caotica qualche punto fermo ci vuole.

Commento:
Sergio Paoli torna con un nuovo giallo che è, come sempre, fin troppo aderente alla realtà e, dopo Ladro di sogni e Monza delle delizie, fa la sua comparsa il sovrintendente capo Vasco Lubrano, protagonista che sconta nella vita privata l'eccessiva rigidità, quell'essere spesso solo contro tutti che ne fa quasi un moderno Don Chisciotte.
Quel che contraddistingue i suoi romanzi è la profonda critica alla società che traspare dalla scelta degli eventi narrati e dalle parole dei protagonisti; ecco allora che il libro, oltre a raccontare una storia avvincente e ben curata in ogni dettaglio (cosa cui l'autore ci ha abituati) diventa anche strumento di denuncia sociale.
Personalmente, ritengo questo il suo libro migliore, soprattutto per un aspetto: il romanzo è molto più avvincente dei precedenti che, seppur ricchi di suspense e coinvolgimento, davano la sensazione di essere narrati in modo "freddo", cosa che invece non accade in Niente, tranne la pioggia. In questo caso, infatti, si va oltre il semplice giallo, oltre le indagini, oltre la denuncia: c'è la partecipazione alla sorte delle ragazze, c'è il racconto della loro vita, delle loro paure e della rassegnazione, c'è insomma tutto il loro sentire, trasmesso con grande intensità. La loro storia è quasi un romanzo nel romanzo ed è, forse, ciò che maggiormente colpisce perché, come sempre nei suoi romanzi, ciò che descrive è, purtroppo, pura realtà.
Lo stile è fluido e curato ed i protagonisti ben tratteggiati, a volte nei dettagli, altre nei tratti essenziali, eppure sempre chiarmente identificabili. Affascinante la figura di Wil, musicista con troppi segreti da nascondere e una morale tutta sua, contrapposta a quella di Lubrano, eppure il sovrintendente sarà, in qualche modo, messo in crisi dal confronto, perché non è sempre facile distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è!
Tra comunicati stampa fin troppo parziali (anche questi, decisamente realistici!) e una coinvolgente colonna sonora, si giunge in fretta ad un epilogo tutto da interpretare, mentre la pioggia, indifferente a tutto quel che accade, continua a cadere.
(Maria Guidi)

Dello stesso autore:
Rumori di fondo
Ladro di sogni
Monza delle delizie



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