Trama:
Ogni verso sembra una goccia che cadendo su una foglia subito ne genera un'altra, e un'altra ancora, diventando perle che completano un cerchio di significato. Eppure, tale significato sembra a volte, nell'incertezza del lettore, offuscato da un velo di nebbia emotiva, una cortina di vapore esistenziale che preclude lo sguardo e forse, proprio per questo, costringe a porsi maggiori domande. Non basta "Librarsi. Con le braccia" per capire, a volte è necessario farlo "Con gli occhi".
(dalla Prefazione)
Recensione:
La nascita del duemila e diciassette porta con sé la pubblicazione, da parte della casa editrice Europa Edizioni, di "Cola fango dalle mie miserie", una raccolta della poetessa varesina Monia Pozzoli.
L'opera consta di ventotto poesie, senza titolo, che si susseguono con ritmo incalzante.
Scelta stilistica ben precisa che sprigiona contenuti dall'elevato valore artistico, racchiusi in una semantica criptica.
Dal punto di vista formale, l'autrice sceglie il verso libero e il componimento breve.
Crea una successione di principali, raro incontrare una subordinata, la cui sintassi è essenziale, ridotta al minimo.
Dipinge così immagini nette, definite; i contenuti risultano essere proclamati a gran voce.
Ma il senso profondo di ogni poesia è celato, misterioso.
Il carattere enigmatico dell'opera è alimentato da un "poeticare" ermetico e molto personale.
Le tematiche trattate, che si percepiscono nel profondo dei versi, sovente spigolosi, riguardano l'amore e la sofferenza.
I momenti di dolore e sconforto irrompono con estrema tristezza, così come, con profonda dolcezza, l'amore e il sesso tingono molte parole.
La simbologia ricorrente è costituita soprattutto da proprie parti del corpo, le mani, forse, l'elemento più incisivo.
C'è un lato spitituale, religioso che si svela in rituali legati soprattutto alla pena, riscontrabile, a tratti, anche in un lessico cultuale.
E' percepibile, anche se poco decifrabile, il desiderio di narrare momenti della propria vita, anche riferendosi velatamente a canzoni e luoghi.
Monia Pozzoli ci offre un viaggio dentro se stessa e le proprie relazioni umane; la raccolta va letta e riletta tutta d'un fiato.
E' abilissima a giocare con tensioni e risoluzioni, ha orchestrato uno spartito zeppo di tritoni, dissonanze e contrappunti arditi, sotto cui la struttura del profondo cela un'infinità di sentimenti.
(Paolo Tognola)