Casa Editrice: Einaudi - 120 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Narrativa straniera
Trama:
Quattro ragazzi, la notte di Capodanno. La festa, l'ebbrezza, un gioco in cui la posta diventa sempre più alta. Camilla Läckberg scandaglia gli abissi dell'adolescenza e il luogo più oscuro e minaccioso che ci sia: la famiglia. Mentre fuochi cadono come paracaduti colorati e girandole luminose esplodono in cielo, Max, Liv, Anton e Martina festeggiano tra di loro la fine dell'anno. Ragazzi ricchi, belli, viziati per il mondo indossano una maschera impeccabile, dietro cui però nascondono odio e dolore. Il catering serve aragoste, caviale, champagne e i quattro attingono anche alle bottiglie da collezione che sono in cantina. Amoreggiano, fumano, spiano i genitori nella casa vicina. E iniziano a giocare. Dapprima Monopoli, poi Obbligo o Verità. E ben presto un passatempo un po' malizioso deflagra nell'occasione per mettersi a nudo e liberarsi, finalmente, del peso della verità. Prima edizione mondiale.
Recensione:
Un romanzo breve, ma d'intensità sferzante "Il gioco nella notte" è un piccolo, perfetto, confetto di buio e dolore, un viaggio psicologico all'interno delle dinamiche famigliari.
Camilla Läckberg si è imposta da anni come regina del crime svedese e nelle sue ultime opere si è sempre più addentrata nelle profondità dell'animo umano, nelle violenze subite dalle donne, negli ultimi due romanzi, fino a questo, che ci parla di famiglie perfette fuori e marce dentro; di figli meravigliosi all'esterno, rotti nell'intimo.
Da subito la scrittura cattura l'attenzione e, con fluidità e verità, proietta il lettore verso i personaggi principali, quattro ragazzi della classe bene, che si accingono a festeggiare insieme l'ultima notte dell'anno.
Ne scopriamo i nomi, l'amicizia che li lega che è una sorta di destino che si propaga dai genitori verso i figli, ristretta in un ambiente esclusivo, richiamando il concetto della gabbia dorata presente in un'opera precedente. Come ci appaiono viziati e inconcludenti questi ragazzi alla soglia della maturità! Gratuitamente crudeli verso gli altri, ma anche verso gli stessi componenti del gruppo. Poi, con un ritmo incalzante ed in crescita, viene a galla uno scostamento, un opposto tra le parole proferite ad alta voce e quelle pensate, protette dal guscio della loro intimità. E sono belli questi ragazzi, fragili, segnati, veri. Come si vorrebbe che le parole taciute prendessero corpo e tono, che il dolore venisse condiviso, perché farebbe male, certo, eppure tutto diventerebbe più chiaro e semplice.
Nella trama viviamo due case e due feste diverse, che si fronteggiano sul piano geografico e generazionale. In una i giovani, coi loro segreti e il loro affanno, nell'altra i genitori, che, ignari, vengono guardati attraverso i vetri, come pesci in un acquario. Ed è la caduta degli dei. Spogliati delle loro menzogne, sferzati dagli occhi privi d'incanto e stima dei propri figli, senza che se ne rendano conto vengono pesati, valutati e giudicati mancanti.
Sempre più addentro nella narrazione seguiamo ogni gesto e ogni pensiero, con partecipazione, empatia e premonizione di una sciagura incombente. L'alcool toglie le inibizioni, i freni, e scioglie le lingue. Quando i ragazzi arrivano a confidarsi tra loro, la tensione arriva al culmine, pronta a precipitare nel dirupo del finale.
"Il gioco della notte" non conosce soste, si legge in un paio d'ore che restano incise dentro, prendendo alla pancia. Fa riflettere, arrabbiare e commuovere.
I figli non ci appartengono. Kahlil Gibran scriveva: "I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa. ...Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati. L'Arciere vede il bersaglio sul percorso dell'infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane."
E' un'immagine potente e bellissima, ma quello che il poeta non ha detto, Camilla Läckberg lo racconta: cosa accade quando le frecce si rivoltano?
Da non perdere.
(Tatiana Vanini)