Trama:
Zurigo narrata per brevi, fulminanti mosaici, nei quali la città si fa scenografia, causa, pretesto, protagonista, occhio spione, fondale di cartone e beffarda spettatrice, Zurigo liquida e ordinata, che testimonia e partecipa ad umanissime vicende, ad amori disperati, a nostalgie che emergono come un rigurgito da ricacciare indietro, Zurigo che allarga le braccia a personaggi impensabili, quelli che popolano il mondo parallelo in cui la protagonista-narratrice ambienta la vicenda, passando, con un montaggio ora calibrato, ora volutamente slabbrato, da un piano all'altro all'improvviso, riuscendo spesso a stupire il lettore.
Commento:
Pubblicato nella collana "Cahier di viaggio", la scelta non potrebbe essere più azzeccata: una sorta di diario di viaggio in cui l'autrice racconta, passo per passo, sensazioni, emozioni, ricordi personali e storia della città che tanto ama.
Non si tratta assolutamente di una guida della città, ma di un libro molto introspettivo, incentrato soprattutto sui pensieri della protagonista che racconta di sé, della passione per la scrittura che a volte sembra senza controllo, dell'amore tormentato per Samuele e di ciò che fa per sopportarne la lontananza, del bisogno quasi fisico che prova di partire ma anche di tornare, il tutto legato a doppio filo alle vicende della città.
I mosaici raccontano una Zurigo diversa da quella che si può immaginare, una città che non è solo banche e ordine ma molto di più, come scopriamo pagina dopo pagina.
La Mazzucato riesce a farci vedere, con umanità e partecipazione, ogni cosa da un punto di vista diverso: la strada principale, la stazione ferroviaria, i bar, le iniziative culturali; tutto è mostrato con occhio nuovo e attenzione alle persone, ai particolari e alla poesia del momento.
Bellissimi gli omaggi resi a personaggi come James Joyce, la cui tomba è appunto a Zurigo, oppure Annemarie Schwarzenbach, zurighese per nascita.
Un libro davvero molto intenso.
(Maria Guidi)