Casa Editrice: La Vita Felice - 113 pagine
Disponibile in formato cartaceo
Genere: Poesia
Trama: "Sempre all'orizzonte risplendono/ i fari."
L'immagine misteriosa del faro, simbolo antico di speranza e d'approdo, ma anche meta irraggiungibile, oggetto di un desiderio teso inevitabilmente all'altrove, introduce con forza iconica a questa silloge di Anna Maria Di Brina. Come cogliere, con la potenza originale della parola, il tempo acceso dei sentimenti, degli slanci, di intuizioni e memorie? Come trasferire il fluire tumultuoso e cangiante della vita nella musica limpida, sperimentale e giocosa del verso?
Anna Maria Di Brina raccoglie la sfida e con gli strumenti in dote ai poeti - il ritmo e le immagini - propone al lettore un viaggio che diviene esperienza conoscitiva di grande fascino e profondità. La varietà dei temi, dal dialogo con gli alberi, a storie di incontri e addii, a fotografie multicolori di istanti e metamorfosi, al ruolo salvifico della poesia, si esprime in un'ampia gamma di ritmi e di richiami sonori. Nella sua ricerca l'autrice risale con grazia alle origini della poesia contemporanea: rintracciabili all'orecchio attento sono echi e richiami ai classici e ai moderni, da Pascoli a Montale, da Caproni ad Antonia Pozzi.
Prefazione di Michele Tortorici.
Recensione:
Noi appasssionati di poesia non possiamo che accogliere con gioia la nuova opera di Anna Maria Di Brina e ringraziare La Vita Felice per averla pubblicata.
La poetessa ci dona una raccolta preziosa, intensa e profonda. Dobbiamo leggerla e rileggerla per coglierne i messaggi e per lasciarci incantare dalle parole.
Sì perché proprio le frasi, i vocaboli e il lessico, innalzano i contenuti scelti. Il talento nel creare musicalità e nel veicolare immagini e sentimenti ha raggiunto, in questi versi, un alto livello artistico: siano componimenti lunghi, brevi, a verso libero o sonetti, la musicalità e il ritmo sono controllati e scelti con maestria.
Particolare efficacia emerge dall'uso delle rime, composte con naturalezza e senza forzature.
La raccolta si divide in tre capitoli, "Sotto il cedro", legato a immagini naturali e da un importante carattere descrittivo, "Il tempo acceso", dal profilo più introspettivo e formalmente più sperimentale e "In Viaggio", dedicato alle relazioni umane.
Dal punto di vista formale troviamo una Di Brina più matura e audace, capace, da una parte, di osare e proiettare la propria arte in piena contemporaneità e, dall'altra, di ancorarsi alla tradizione. Questa sintesi, fusione, eleva l'opera e la colloca tra le più meritevoli degli ultimi decenni.
Per quanto riguarda i contenuti, il ricordo e il sogno si trasformano in contenitori dei sentimenti che fioriscono, in questo l'autrice è magnifica, con mille tonalità. La felicità, la serenità e l'allegria convivono, all'interno di questo viaggio nella propria memoria, con la delusione, la preoccupazione e la tristezza.
Emblematiche dell'opera sono, per chi scrive: "Sera di pioggia", dalla notevole capacità descrittiva, una fotografia, un disegno, un'immagine presentata nitida e dai contorni ben definiti; "Cartiera", carica di sentimento, d'amore evaporato, che lascia cicatrici e che la poetessa sa raccontare con grazia; "Come Arione", un sonetto duro, triste, dove le rime affogano ogni speranza e, infine "Un'ipotesi", una composizione breve, profonda, che cerca e trova la vera essenza del vivere e dell'essere. "All'orizzonte, i fari" è un'opera profonda, importante, sulla quale concentare la nostra attenzione, soprattutto in un periodo storico e in un paese come il nostro, dove il nulla erode e consuma le nostre menti e i nostri cuori.
La poesia di Anna Maria Di Brina è colta, intensa e infinitamente elegante e si pone, a pieno titolo, come protagonista della poesia contemporanea. Pascoli, Montale, ma soprattutto la Pozzi, la Merini e, per introspezione, Pavese, le sono vicini e l'accompagnano tra i suoi versi.
(Paolo Tognola)