Trama: Il tema della perdita, della sottrazione, è forse tra tutti il tema poetico per eccellenza. Che cosa racconta da sempre la poesia se non il correre delle stagioni, il denudarsi inerte dei boschi, la morte dell'amore, il declinare lento ma inesorabile dell'esistenza? Il poeta lo sa benissimo, ed è il repertorio che esprime la vocalità ricca e articolata di Anna Maria Di Brina in "Rosa come coccodrillo", la sua prima silloge di versi uscita per Algra Editore. Lo strappo più terribile - un distacco fatale, che chiede inevitabili recuperi e riscatti d'arte - è quello dall'infanzia dei giochi e delle piccole cose, un mondo perduto all'interno del quale la Di Brina compie la sua personale "recherche", un'operazione che solo le parole hanno il potere di attuare, e solo quelle che vengono dal cuore.
(Luigi La Rosa)
Recensione:
Anna Maria di Brina ci regala un'opera complessa, profonda e intensa. Rosa come coccodrillo, pubblicata da Algra Editore, è una raccolta di poesie dalle quali è difficile non essere toccati nel profondo.
E' suddivisa in cinque sezioni, per un totale di centosei componimenti.
Dal punto di vista stilistico, la Di Brina è abilissima nell'uso delle assonanze e delle rime, soprattutto quando affida la propria arte alla forma del sonetto.
Molto attenta nella scelta del metro, riesce a donare musicalità a ogni strofa; mantiene il ritmo con qualsiasi verso, endecasillabo, decasillabo o ottonario.
L'autrice si giostra con perizia tra accenti e sillabe aumentando o rallentando la pulsazione in base ai contenuti proposti e all' atmosfera che vuole creare.
Luigi La Rosa, nell'introduzione, parla di una personale "recherche"; infatti i ricordi esplorati, rivissuti e narrati creano una mappa dei sentimenti della poetessa che, a tu per tu con se stessa, ridipinge il proprio animo e il proprio cuore.
Le immagini espresse e il tenore dell'opera sono garantite da una capacità descrittiva fuori dal comune che diventa prezioso mezzo espressivo.
La prima sezione, Juvenilia, è dedicata all'infanzia della poetessa. I luoghi frequentati da piccola sono narrati attraverso il dettaglio, il gesto, come attimo, particella minuscola che svela il più intimo dei ricordi.
In Rosa come coccodrillo, il capitolo che dona il nome al libro, Anna Maria Di Brina è più ermetica; oggetto del suo poetare diventano sempre più i sentimenti. Il tema dell'amor perduto e del distacco irrompe; prevalgono la componente sentimentale e una dolce atmosfera onirica.
Il viaggio è al centro di Istantanee, luoghi visitati o in cui ha vissuto, ma anche animali, parchi, alberi...
Compaiono due simboli, due attori che caratterizzeranno il resto dell'opera: l'anzianità e la nave.
Toccanti i passi dedicati ai profughi.
Si coglie inoltre l'affetto dell'autrice per il mare, sia come topos sia come similitudine del proprio animo sempre in movimento.
Esplodono nel capitolo Luce di Novembre, lo sconforto, la rabbia e la tristezza per l'amore rinnegato, rifiutato e tradito.
Ricorrono termini come ferite, dolore e lo sguardo freddo dell'uomo amato è connotato come "Straniero". La pelle del tempo, la sezione che chiude l'opera, ritorna ad essere ermetica. La poetessa parla con se stessa, trapela il timore del passar del tempo, il suo io ora è nudo e ci lascia percepire il fluire della vita. La metafora dell'ombra racchiude in sé la paura del futuro e la nostalgia del passato, ma "aggrappandosi all'ancora", la nostra sarà in grado di far tesoro anche delle sensazioni più oscure.
Anna Maria DI Brina è una poetessa raffinata, sapiente, colta ed esprime con quest'opera un livello artistico degno dei grandi nomi della poesia italiana. Rosa come coccodrillo è toccante, commuovente. La tecnica poetica e il lessico sono di alto livello e non ingabbiano i contenuti elevati, anzi li liberano in una tavolozza sinfonica che solo le grandi poetesse e i grandi poeti sanno fare; Ti ho lasciato una stanza ne è magnifico esempio. Rosa come coccodrillo è una delle migliori raccolte di poesia contemporanea italiana.
(Paolo Tognola)