Casa Editrice: Carbonio - 297 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Storie vere
Trama:
Nel novembre 1974 Londra fu sconvolta da un terribile omicidio, uno dei delitti più celebri della storia inglese. La stampa si occupò a lungo della vicenda, concentrandosi sullo scandalo di cui fu protagonista il conte Lord Lucan, affascinante, ricco e dissoluto, misteriosamente scomparso dopo l'assassinio della giovane tata di famiglia, Sandra Rivett, e condannato in contumacia. Jill Dawson si ispira a questo notissimo fatto di cronaca per raccontare la storia di Mandy, una giovane donna approdata a Londra da una provincia soffocante con il desiderio di riscattare un triste passato. La sua nuova vita fu invece orribilmente troncata in una lussuosa dimora del quartiere aristocratico di Belgravia dove lavorava come tata. Strani presagi, silenzi colpevoli, inquietanti indizi, segreti inconfessabili riemergono dal racconto dell'amica Rosemary, che ricostruisce una storia carica di tensione e per molti aspetti ancora oscura.
Recensione:
I romanzi hanno un pregio quando si basano su storie reali accadute: riescono a descrivere la verità dandole spessore, fornendo una voce a chi non ne ha avuta, tolgono i veli dell'ipocrisia e mostrano ciò che si era voluto nascondere.
Questo accade con "Un inutile delitto" dove Jill Dawson ci racconta con dolcezza e decisione insieme, della morte di una tata, una persona nell'ombra, poco considerata da viva e da morta.
L'autrice, basandosi su verità incontrovertibili e le carte processuali, si affida alla sua creatività per ricostruire i vuoti, restando sempre nel probabile e dando vita così ad un'opera trascinante, interessante, profondamente malinconica, che trasmette tutta la tragedia di una vita spezzata inutilmente e la tristezza che certe convinzioni e determinati modi di vedere e pensare, portano con loro. Bagagli pesanti che zavorrano le spalle delle donne, ieri come oggi, vittime degli uomini.
E' un libro particolare "Un inutile delitto". Ci parla di fatti che si svolgono nei primi anni settanta del novecento, inframezzandolo ad eventi svolti anni prima, salti nel passato che pian piano svelano il vissuto delle due narratrici.
Sono quindi una Londra ed un'Inghilterra relativamente moderne, quelle che ci vengono presentate come teatro della narrazione, coi primi movimenti femministi che alzano la voce e le ragazze che cercano e trovano un'emancipazione dalle loro famiglie, un'indipendenza voluta e ottenuta col lavoro. Eppure, nonostante gli anni a noi vicini, in alcuni momenti è necessario fare uno sforzo mentale per ricordarsi la data, perché per la mentalità che ritroviamo, per gli accadimenti, si potrebbe benissimo essere ancora in epoca Vittoriana.
La trama possiede due punti di vista e si snoda tramite la narrazione in prima persona di Rosemary e quella di Mandy. Possiamo così apprezzare varie diversità: due ragazze con un passato simile, due amiche che fanno lo stesso lavoro, ma i loro caratteri sono unici, così come le percezioni che hanno della medesima vicenda. Rosemary la vede da fuori, dall'esterno; Mandy ha dalla sua l'esperienza diretta, vive dentro la storia, sente sulla pelle gli umori e le tensioni. "Un inutile delitto" rappresenta un riflettore su tutto ciò che di sbagliato e di svilente le convenzioni hanno costruito, mettendo etichette e facendo divenire muri invalicabili pensieri sbagliati: fare la tata non è un lavoro, ti occupi solo di bambini, è amore non fatica; le donne sono isteriche e paranoiche, fragili di nervi e inclini al melodramma; gli uomini sono gentili, affascinanti, a volte si arrabbiano, ma non sono cattivi. Se una moglie dice che il marito è violento, che la spaventa ed ha paura per sé e per i figli, sta facendo scena, non viene creduta, è sicuramente un'esagerazione. Se un marito dice che la moglie è nevrotica, che non vuole fargli vedere i figli, è legittimato a farla spiare, a tormentarla con telefonate, perché il suo è affetto e poi, dai su, è sempre così cortese!
Differenze di sesso e differenze di classe, perché non dimentichiamoci che siamo in Inghilterra, dove la parola di un Lord vale più di quella di una bambinaia.
Jill Dawson mette con metodo tutto sulla carta e noi possiamo avvertire empaticamente le emozioni che il romanzo racchiude, che esplodono con la lettura, in una corsa verso il baratro. Vediamo Mandy abbracciare la vita e sappiamo già che il suo tempo sta per finire. Osserviamo chi scusa, chi giustifica ad oltranza, chi gira la testa dall'altra parte, mentre conosciamo già il volto del carnefice.
Accostatevi a questo romanzo, scopritene il tormento: vi farà riflettere.
Fate amicizia con Mandy, non incolpatela del suo stesso delitto e diffidate di chi appare sempre dolce e gentile. "Un inutile delitto", per rendere giustizia a Sandra Rivett, che è stata sempre ignorata.
(Tatiana Vanini)