Casa Editrice: Newton Compton Editori - 256 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Gialli
Trama:
E' il 12 agosto e l'ispettore Marzio Santoni, detto Lupo Bianco, con il fido assistente Kristal Beretta si ritrova a indagare sull'improvvisa morte di Ugo Franzelli, l'anziano medico condotto di Valdiluce. Cosa è accaduto in quella baita isolata tra le montagne? Nella sua vita intrecciata con strani personaggi, sostanze proibite, denaro e donne, Franzelli aveva curato i mali degli abitanti del paese ma ne aveva anche custodito i segreti: tra le sue carte c'è un dipinto incompiuto dove in mezzo a una ghirlanda colorata spunta il volto di un giovane: potrebbe essere lui l'assassino? Il profumo di una pietanza che aleggia nella baita ossessiona l'ispettore, ma per la prima volta anche il suo infallibile olfatto sembra non riuscire più a individuare gli ingredienti. E a complicare il quadro è giunto a Valdiluce un gruppo di tosatori di pecore maori, portando con sé un altro oscuro enigma: il loro capo Mikaere è riuscito a insidiare il cuore di Ingrid Sting, la fidanzata di Santoni? L'indagine si disperde subito in decine di piste, perché tutti i testimoni hanno qualcosa da nascondere. Tra rivelazioni incrociate e scambi di accuse, Santoni si trova a fronteggiare un caso terribilmente intricato, in cui ogni ricostruzione è un pasticcio, ogni ingrediente è un indizio.
Recensione:
Marzio Santoni, per tutti Lupo Bianco, è sinonimo di montagna, natura e delitto. In questo nuovo capitolo dell'affascinante serie gialla, Matteucci non perde tempo e in poche pagine ci presenta una ricetta atta ad incatenare alle pagine: un'aggressione brutale e una morte delittuosa.
Non c'è pace a Valdiluce per il carismatico ispettore dall'olfatto più animale che umano.
La scrittura dell'autore è incantevole quando si tratta di descrivere gli scenari montani, dove il contatto con la flora e la fauna assume quasi una connotazione tribale, in questo libro aumentata maggiormente con l'introduzione di un elemento che in prima battuta appare fuori dal contesto: i maori. In realtà dopo la sorpresa iniziale e le dovute argomentazioni, in questo nostro mondo sempre più piccolo e connesso, uomini e donne all'apparenza così lontani dai nostri usi e costumi diventano normalità, un sapore in più ad una ricetta sempre gustosa. E proprio una ricetta, un piatto particolare, sarà al centro di un'indagine complessa, articolata e sfuggente, dove Santoni e Kristal dovranno davvero usare tutte le loro energie e l'acume al quale ci hanno abituato nei precedenti capitoli.
Sempre fantastici i personaggi coi quali ci confrontiamo: unici, speciali, creati esasperando alcune caratteristiche, perché la gente di montagna è così, aspra, con la scorza dura, indomita, chiusa con gli stranieri, tendente a mantenere segreti, anche se nei piccoli borghi esistono sempre i bene informati, coloro che sanno tutto di tutti e dove non sanno val bene un po' di inventiva a colmare i vuoti. I vizi si scontrano con le virtù, ruoli importanti, di rispetto, nascondono eccessi non propriamente integerrimi e scevri da biasimo. In questo stagno profondo Lupo Bianco dovrà districarsi, un vero roveto di bugie e bocche cucite. Il nostro protagonista, solitamente centrato sull'indagine, attento e concentrato, in questo romanzo dovrà affrontare le intromissioni dei ricordi, divagazioni dolci e amare, che a tratti lo faranno estraniare dalla realtà. Un lato inedito di quest'uomo bello, libero e intuitivo come il lupo che gli dona un soprannome quanto mai calzante.
Le prove scientifiche andranno a supporto degli indizi scovati e interpretati, ma a sorpresa ogni risposta farà nascere ancora più domande: come si incastrano tra loro eventi che appaiono discordanti? Come unire il filo rosso delle morti alle varie figure in gioco. Nessuno parla e se parla molto tace. Le sorprese non mancano, mentre la lettura avanza in modo ritmato, dinamico, un giallo in tutto e per tutto con piccole escursioni nella complicata relazione tra Lupo e Ingrid, donna volubile dal carattere non facile e dalle decisioni repentine. "Un caso troppo complicato per l'ispettore Santoni" regala ore piacevoli, di lettura scorrevole. Perfetto se avete dimestichezza con i romanzi precedenti, ottimo anche da solo. Un'opera immersa nella maestosità della montagna, tra i suoi cicli e le faccende della sua gente, dove anche le passioni raggiungono espressioni esplosive, indomabili, che tutto travolgono come una valanga che corre verso valle. In un agosto caldo e secco, tra turisti a caccia di mirtilli e il silenzio delle piste da sci, Santoni darà la caccia alla verità, come un lupo che segue la traccia della preda.
(Tatiana Vanini)