Casa Editrice: Youcanprint - 194 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Saggi
Trama:
La storia dei proverbi è più antica di qualsivoglia, primordiale forma di scrittura, anzi: proprio per la sua capacità di restare impresso, ora come monito, ora come insegnamento, il proverbio può considerarsi uno dei primissimi tentativi (ben riuscito, visti i risultati) di tramandare, all'interno di sistemi interpersonali e intergenerazionali, norme e regolamenti di vita; tant'è che se ne rinviene un ampio uso in moltissime culture. Tuttavia, non possono essere presi ad esempio per tramandare verità assolute, data la singolare proprietà di smentirsi l'un l'altro. Si prenda, come esempio, il detto "Chi fa da sé, fa per tre" che contrasta palesemente con quello che recita "L'unione fa la forza", oppure i proverbi contraddittori "Chi troppo vuole nulla stringe" e "Chi non risica non rosica". Insomma: nulla di troppo serio, ma nemmeno di troppo leggero… questo è lo spirito col quale viene proposto questo libro di raccolta di proverbi dialettali italiani, aventi per protagonisti i "matti". Così come i proverbi ci raccontano le "esperienze dei popoli", allo stesso modo l'autore vuole raccontarvi, attraverso questa raccolta, l'esperienza dei popoli rispetto al tema della salute mentale. Fondendo, cioè, la tradizione, l'esperienza, i luoghi comuni, i detti e i non detti, la storia, la filosofia, le leggende dipingerà un inedito quadro, neanche troppo astratto, che parli di follia.
Recensione:
Un saggio, ma soprattutto un viaggio. Un cammino per la nostra Italia, quella più vera, genuina, dei dialetti regionali, della cultura popolare, della trasmissione orale. Un libro che affascina ed insegna con un'immediatezza ed una semplice chiarezza che lo rende perfetto per un pubblico curioso dai 10 ai 110 anni. Pagine che, attraverso i proverbi e i modi di dire raccolti dall'autore, ci offrono uno spaccato di storia vissuta e, in questo particolare caso, visto che la tematica dell'opera ruota intorno alla follia e i cosiddetti matti, una panoramica di come era considerata la malattia mentale negli anni e nei diversi angoli della nostra nazione.
All'inizio veniamo accolti da un'introduzione che ci spiega come è nato questo saggio, per poi entrare nel vivo della narrazione, ovvero dei proverbi. Divisi per argomento, ne scopriamo la regione di provenienza, la pronuncia originale dialettale e la traduzione. Subito balza agli occhi la prima scoperta: molti pur se originari di regioni differenti e distanti tra loro, quindi non limitrofe, sono simili se non proprio uguali. Sarà una vera scoperta rendersi conto che proverbi a noi noti, sono magari di luoghi dove non viviamo, o visualizzare quanto la nostra cultura popolare sia davvero condivisa, rendendoci tutti figli d'Italia.
Tra le pagine, ogni tanto fanno mostra di sé suggestivi disegni, lineari, essenziali, ma perfetti a trasmettere il messaggio.
Dopo alcuni proverbi o modi di dire che trattano di un argomento comune, sempre restando nell'ambito della follia, ecco che l'autore ci si presenta come narratore e, con spiegazioni puntuali, sapienti e perfettamente centrate e contestualizzate, ci regala approfondimenti interessanti ed affatto scontati.
Opera di folclore, ma soprattutto avvincente finestra su tematiche importanti, su come siano state affrontate nel passato, per trovare connessioni con il presente.
Avventurarsi tra le pagine è sorpresa e curiosità che si rinnova, bellezza e profondità, riflessione e anche tristezza. Emozioni che non ci si aspetta di trovare in un saggio, ma questo di Vincenzo Raucci è un libro prezioso che si può solo amare.
Magari alcuni lettori, raccogliendo l'invito dell'autore, manderanno altri proverbi che a lui sono sfuggiti, divenendo così protagonisti attivi oltre che lettori attenti.
Un libro da scoprire, da vivere, da abbracciare, perché parla di noi e di una tematica che, invisibile eppure presente, ci cammina accanto.
Consigliato!
(Tatiana Vanini)