Casa Editrice: Chiarelettere - 240 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Informazione
Trama:
Era il 2016 quando James Patterson portò alla ribalta l'affaire Epstein, ricostruendo per primo la vicenda che aveva investito il magnate e la sua vasta cerchia di amici. A quattro anni di distanza, lo scrittore torna sul caso a seguito di sconcertanti sviluppi, ultimo dei quali, la misteriosa morte del protagonista. I soldi possono fare molto, persino imbavagliare le vittime e comprare l'immunità del carnefice. All'uscita della prima edizione di questo libro in America, il miliardario ci è quasi riuscito, ottenendo una condanna irrisoria che gli ha lasciato ampia libertà di proseguire la sua esistenza dorata e perpetrare abusi ai danni di ragazzine adescate per pochi dollari. Ma quando nuove accuse lo inchiodano e lo confinano nell'isolamento di una cella, e altre vittime prendono coraggio, il suo mondo trema, l'entourage si dissocia: se lui parla, sarà la fine. La mattina del 10 agosto 2019 i secondini lo trovano con il collo stretto in un lenzuolo. Le guardie che dovevano sorvegliarlo pare si siano addormentate. E' suicidio, dirà l'archiviazione.
Recensione:
"Sporco ricco" non è una semplice lettura, è un pugno che colpisce forte allo stomaco, è un'immersione nel lordume umano. James Patterson, in collaborazione con John Connelly e il giornalista Tim Mallory, racconta la storia scioccante di un predatore sessuale: Jeffrey Epstein, un ex finanziere suicidatosi o "suicidato" in carcere nell'agosto 2019. Il libro è soprattutto la raccolta di materiale investigativo grezzo, spesso volgare, terribilmente autentico, rapporti della polizia, interviste e dichiarazioni collegati da brevi capitoli di prosa.
Epstein appare per quello che era, un pervertito con enormi mezzi finanziari e legami politici più che significativi che, grazie all'ingente patrimonio disponibile e alla ricche donazioni per i centri di ricerca e le università, si era creato un salotto di scienziati e studiosi di fama mondiale, dal Nobel per la fisica Murray Gell Mann, Stephen Hawking e il neurologo Oliver Sacks, con i quali amava discutere delle sue teorie transumanistiche e dell'interesse per l'ingegneria genetica e l'intelligenza artificiale; un uomo abile, che era riuscito persino a dare di sé un'immagine filantropica.
Questo libro fu pubblicato per la prima volta nel 2016, ora viene ripresentato con un'aggiornata e corposa nota introduttiva, dopo lo scoppio dello scandalo sessuale più noto al grande pubblico, quello che ha dato vita al movimento #MeToo in cui donne e uomini dello spettacolo hanno rivelato di abusi sessuali perpetrati da personaggi ricchi e famosi; ma le "imprese" di Jeffrey Epstein e dei suoi compari non hanno nulla a che vedere con questo, anzi lo fanno quasi sembrare un gioco da ragazzi.
La vicenda raccontata è una storia sulla manipolazione, innanzitutto di giovani donne, poco più che bambine, e poi del sistema giudiziario che troppo spesso si inchina ai capricci del potere.
Non è facile soffocare il disprezzo e lo sdegno che la lettura provoca, Epstein era un predatore sessuale che per 200 dollari ingaggiava ragazze solo minorenni con il pretesto di fargli dei massaggi che lui trasformava in contatti di natura sessuale, violenze e stupri.
Vorrei soffermarmi a un passaggio del capitolo 51 in cui, mentre era indagato per molestie, Epstein si era praticamente vantato col reporter del "New York Times" delle sue imprese: (...) il giornalista lo aveva equiparato a Icaro, "qualcuno che vola troppo vicino al sole". "Perché, anche a Icaro piacevano i massaggi?" aveva replicato lui.
La mitologia greca, intesa come religione, come tutte le religioni alimenta l'immaginazione, prevede l'esistenza di una distanza incolmabile che separa le vite eterne degli dei dalle vite mortali degli esseri umani. Icaro disubbidì al saggio consiglio del padre Dedalo che aveva fabbricato ali di cera per poter volare via da Creta dove il re Minosse li teneva prigionieri. Ma una volta in alto, Icaro ignorò l'avvertimento del padre di non volare troppo in alto e i raggi del sole sciolsero la cera delle sue ali. Icaro cadde in mare e morì inghiottito dall'abisso.
Se Epstein è paragonabile alla figura di Icaro, il quartiere di Brooklyn Heights dove è cresciuto negli anni '60, è Creta. La mente geniale e gli altri "doni" che Epstein ha ereditato dai suoi genitori e sviluppati attraverso le sue innegabili capacità, sono le ali che gli hanno permesso di volare da Brooklyn fino ad altezze rarefatte: quelle dell'élite di New York City. Lì, iniziò come insegnante di matematica (senza mai averne avuto titolo, non terminò gli studi), poi divenne banchiere e un astuto finanziere, accumulò una fortuna inserendosi abilmente tra chi movimentava Manhattan e il mondo.
Jeffrey Epstein conosceva tutti i trucchi sporchi dei ricchi e dei potenti, droga e sesso, da Washington a Wall Street, da Hollywood agli edonisti del Silicon Valley, frequentava tra gli altri Bill Clinton, il principe Andrew, Donald Trump (che all'inizio degli anni 2000, lo descrisse come "un ragazzo eccezionale con cui divertirsi").
Ma prima o poi personaggi come lui sono destinati come Icaro a cadere nell'abisso, nonostante tutto.
Patterson parla per le vittime di Epstein, dando voce alle giovani donne che sono state ignorate per troppo tempo. Giovani donne che si sono rivolte ad Epstein perché vulnerabili a molte pressioni quali difficili situazioni familiari o necessità finanziarie. Epstein percepì la loro vulnerabilità come un segugio perverso e le usò. Ciò non significa che le vittime fossero deboli come sottolinea Patterson, no loro parlano coraggiosamente ma dall'altra parte non vengono ascoltate anzi, vengono accusate di scarsa credibilità da una pletora di avvocati di grido: come sperare di vincere una battaglia contro il potere e una giustizia corruttibile se quello che hai subìto ha lasciato un segno tanto profondo per cui hai avuto momenti di cedimento per sopravvivergli?
Patterson termina questo scioccante lavoro di investigazione documentaria con un elenco di domande che avrebbe voluto rivolgere a Epstein se fosse riuscito ad incontrarlo prima che morisse, l'ultima mi ha colpito: "Riesce a dormire la notte?", è la domanda che molti avrebbero voluto fargli, io tra questi.
Probabilmente, come fece con un giornalista del "New York Times" si sarebbe paragonato a Gulliver, naufragato sulle spiagge di Lilliput, la cui "giocosità aveva avuto conseguenze indesiderate".
(Luisa Debenedetti)