Casa Editrice: Pubblicazione indipendente - 60 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Storie vere
Trama:
Cosa scriverebbe chi ha combattuto in prima linea il Coronavirus nel pieno centro della pandemia? 14 storie di vita vissuta, 14 storie per raccontare l'animo umano di fronte al virus. In punta di piedi un medico descrive gli uomini di fronte alle emozioni dettate dalla pandemia. Se inizialmente distaccato da tutto, l'autore finisce per cascare in pieno tra le pagine e lasciare le sue impronte. L'esperienza come medico volontario a Bergamo stravolge ogni cosa ma fa crescere una speranza per una nuova rinascita. Un libro per ricordare, metabolizzare la tragedia, per rendere omaggio a chi ha combattuto siano pazienti che personale sanitario. Un libro per capire cosa è successo per chi fortunatamente è stato distante dai luoghi dove il Coronavirus ha dato il peggio di sé.
Recensione:
Uno scrittore, un medico, Leonardo Gaglio ci regala un'antologia che ormai, in questi tempi particolari di emergenza, ha visto la nascita di un nuovo genere di letteratura: le opere del Coronavirus, che di questo nemico ne parlano, non in termini scientifici, traducendolo in emozioni umane, in timori, ansietà, lacrime e gioia.
Si comincia il viaggio con un prologo, dove l'autore brevemente si racconta e ci dice come sia finito nel cuore dell'epidemia in Italia, quella Bergamo che rimarrà per sempre nelle nostre menti per le immagini delle camionette dell'esercito che silenziose, nella notte vuota, partivano col loro carico di bare, simboli concreti di battaglie perdute.
La scrittura è diretta, i personaggi si alternano portandoci il loro punto di vista unico, raccontando in prima persona pensieri e azioni. Con una semplicità disarmante che impatta entrando da subito in comunione col sentire del lettore, Gaglio comincia dal giorno 1, procedendo per gradi con quelle che sono, sicuramente, esperienze condivise: l'incredulità e la convinzione che tutto si sarebbe risolto in una bolla di sapone. Racconti che ci riportano ai primi giorni di marzo, quando iniziava ad essere chiaro che questa volta c'era qualcosa di serio in mezzo a noi, qualcosa che, invisibile, ci minacciava. Ed ecco i giorni passare e le emozioni crescere, anche la rabbia, quando si arriva ai racconti che, sulla spinta della paura, ci ricordano dei tanti irresponsabili: coloro che sono fuggiti sui treni per il sud come se un esercito armato li inseguisse, e quelli che nel rincorrere un sogno non abbandonavano le serate tra bevute, balli ed amici.
Poi l'ambientazione cambia, e dalle case si sposta nelle corsie degli ospedali, nelle nuove trincee di questa guerra logorante. Il ritmo narrativo rimane alto e l'impatto emotivo si fa forte, a tratti devastante. Le parole passano ai medici, agli infermieri, ai ricoverati. Colpisce la descrizione di gesti piccoli, ma estremamente significativi: una carezza, un sorriso, un sussurro all'orecchio che è incoraggiamento, un ricordo costante alla vita che attende fuori dall'ospedale. Un urlo gentile di speranza, una preghiera urgente di continuare la lotta.
Sono capitoli commoventi, scritti con lucidità, sintesi che non manca di nulla, anzi contiene tutte le parole necessarie. La mente del lettore fa il resto, immaginando, creando le scene, gli incontri, i momenti.
Vite spezzate e vite ritrovate, la trama dell'opera ha tutto, senza tralasciare un'analisi di quei comportamenti che non possiamo certo definire edificanti. Facile dire che ne usciremo forti, uniti, migliori. L'autore non fa sconti e mostra gli egoismi, le piccole e grandi cattiverie, l'aridità di porgere la mano nel bisogno. Quello che di pessimo l'essere umano mette in campo quando si sente minacciato si scontra con ciò che di grande e bello certi di noi sono capaci di donare senza riserve. "Quarantena: 14 storie ai tempi del Coronavirus" è una breve antologia che è perfetta. Dice quello che è necessario, che è importante. E' uno scritto prezioso, una lettura che consiglio. Il finale è insieme una speranza e una provocazione. Viene posta una domanda cruciale, dove si vedrà, in base alla risposta, se saremo davvero cambiati in meglio... Da meditare.
(Tatiana Vanini)