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Genere: Narrativa

Trama:
"L'attore, nel suo ultimo atto, non sa se riaprirà gli occhi nella luce di un applauso, nelle fiamme della derisione, o se le sue palpebre rimarranno chiuse, sigillate, schiacciate dalla tenebra più totale. Egli sa solamente che, comunque vada, dopo che avrà abbandonato il palcoscenico, a spettacolo esaurito, il sole sorgerà di nuovo e poi, ottuso, tramonterà, nel suo meccanico splendore. Vivi come se tu fossi sempre su un palcoscenico! Non interrompere la tua narrazione solo perché ti dicono che lo spettacolo è finito... Anche se il pubblico ha lasciato il teatro e sei solo, sotto un telo d'ombra, continua la tua dannata recita! Atteggiati come se tu fossi tuttora al cospetto di un pubblico scelto!... Da quando ho perso lei, da quando le nostre strade, come previsto da questa logica meccanica che tutto governa, si sono separate, ho preso la risoluzione di redigere questo diario! Buon viaggio, mio lettore immaginario! Ti presento la ragazza oltre il mare!"

Recensione:
"La ragazza oltre il mare" di Matteo Carmignoli è un breve romanzo in cui è evidenziato il tema della donna-amore, della donna-bellezza e della sua funzione salvifica che purtroppo si rivela, per l'io narrante, impossibilità dell'amore ricambiato, ridotto a qualcosa di programmato e a puro sesso, inaridito da ogni trepidazione sentimentale.
L'incontro con la ragazza riempie un vuoto esistenziale, accende una luce nel buio di domande senza risposte; se si potesse cristallizzare un'istantanea dal romanzo si potrebbe dire di essere in un libro di pieni e di vuoti, vuoti che si travasano in pienezze per dar loro quell'idealizzazione che è l'agognato desiderio del protagonista.
Carmignoli traccia i personaggi con precisione filosofica, ne scompone i caratteri, talvolta le fisionomie, vi sono tratteggi di situazioni che ricordano il cubismo. Molte descrizioni, siano di sensazioni o di situazioni, hanno pennellate inconsuete, le analogie si susseguono con toni inusuali e sorprendenti. La scrittura segue una sua visione, è ricca e variegata, nutrita da suggestioni del '900 italiano. Il romanzo, seppure breve, è ricco di descrizioni accurate, ha un suo divenire spazio-temporale senza esitazioni o sbavature; il disvelamento della trama avviene per mezze ammissioni, con l'intrecciarsi dei sentimenti e dei pensieri del protagonista riesce a tenere il lettore, reso avido di sapere dalla bellezza delle parole ma anche dal preciso concatenarsi degli elementi.
Non è una scrittura che si possa avvicinare a quella tricolore contemporanea, è quasi fuori dal tempo, scardinata dal tempo, collocata in un'ambientazione solo apparentemente riconducibile a qualcosa di noto, volutamente collocata al di fuori dei canoni consueti. Le frasi sono dense, si ha la sensazione di una ricchezza notevole, perché l'Autore riesce a inanellare e collegare fra loro metafore, allegorie e iperboli, rende le cose impalpabili visibili, mette davanti al protagonista i suoi sentimenti facendoli diventare tangibili, tanto da incrinare quell'acquario immaginario in cui si è rinchiuso adducendo l'alibi che questo è il destino dello scrittore: l'essere solo.
Come ho già espresso nella recensione del suo precedente lavoro, "I Caduti", intorno all'Io narrante si intrecciano e si intersecano, emblematiche e parallele, costruzioni simbolistiche in un fluire ininterrotto che è onirico e musicale, poetico e lirico insieme, le pagine del romanzo si srotolano dense, grondanti sentimenti e situazioni nel volgere di una stagione, catturando il lettore con un linguaggio estremamente originale e ben curato, la cui lettura è gradevole ed avvincente, senza sfiorare mai la banalità, anzi tenendosene alla larga veleggiando nel mare dell'originalità.
L'impressione è che dentro le parole siano rimasti imprigionati odori, rumori, sapori e movimenti che rendono un quadro preciso di ciò che è accaduto tra i due protagonisti; in precedenza, ho accennato al cubismo di certe immagini ma talvolta la scrittura assume dei connotati più impressionisti, ci sono descrizioni fatte di pennellate che hanno ben poco a che fare con l'immediato, con la realtà circostante ma esprimono molto chiaramente quel che vogliono dire, si risolvono e non continuano nella pennellata ma restano impresse nella retina del lettore, quando questi vi si allontana procedendo nella lettura, si uniscono ad altre linee, altri schizzi, regalando una visione d'insieme notevolmente affascinante.
E' una storia vera romanzata? E' la realtà ad essere un romanzo?
Oppure la realtà è, come afferma Carmignoli, il mare che si frappone tra le diverse individualità degli uomini e le loro diverse esigenze?
A Matteo Carmignoli vanno i miei complimenti per questo bel romanzo, intenso, intelligente e originale. Grazie per la bella lettura.
(Luisa Debenedetti)

Dello stesso autore:
Paradiso
I caduti



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