Casa Editrice: La Bancarella - 110 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Narrativa
Trama:
"Quella è la storia di una coscienza. La narrazione di una coscienza particolarmente sensibile, ma anche sofferente, a proposito di una serie di vicende di cui essa è stata spettatrice e attrice per un arco di tempo indeterminato. Che il lettore non commetta l'errore di interpretare le parole del narratore come un resoconto oggettivo e affidabile di ciò che è effettivamente accaduto. Tutto ciò che segue è soggettivo e incerto, tutto ciò che viene presentato è, in primo luogo, vissuto da un individuo reale, in carne ed ossa, certo, ma in secondo luogo, è filtrato e rielaborato dalla sua mente confusa, contorta, se non malata; dalla sua personalità tormentata e dal suo giudizio certamente non sempre affidabile. Quindi spetterà anche, se non unicamente, a voi valutare fino a che punto le parole del nostro protagonista rispecchino la realtà, o siano deformate nel delirio. Detto ciò, auguro buon viaggio al gentile e, spero, paziente lettore. Un oscuro viaggio attraverso la storia di una coscienza."
Recensione:
"I Caduti - Storia di una coscienza" è un romanzo, che definirei metafisico-surreale, di Matteo Carmignoli. Lo stile di narrazione è ricco, accogliente e conduce il lettore in un mondo misterioso e affascinante. Nel breve romanzo ciò che più mi ha colpito è proprio la magia che l'Autore ha saputo trasmettere e che dimostra di avere dentro di sé.
Intorno all'Io narrante si intrecciano e si intersecano, emblematiche e parallele, costruzioni simbolistiche in un fluire ininterrotto che è onirico e musicale, poetico e lirico insieme, sul filo dell'immaginazione e della follia. I tempi e i luoghi della narrazione, situati su piani diversi, innescano un complesso gioco di richiami, di ritorni, di parallelismi e dissonanze, di algide armonie e di misteriose simmetrie.
I nuclei tematici principali, che possono essere individuati nel ribollente magma narrativo del romanzo e intorno ai quali si confluiscono tutti gli altri, sono il contrasto, scoperto come definitivamente incolmabile, fra la vita imposta dalla società e il senso del sé (questo in particolare nella figura di Carlo, lo studente); il mito dannunziano della bellezza; il rapporto fra l'uomo e la società; la scelta dell'attraversamento della volgarità e dell'orrore della società moderna (in quanto il protagonista, appunto, deve attraversarne fino in fondo l'inferno, e farsene lucido testimone); la critica intellettuale e filosofica, di ascendenza pasoliniana, della volgarità del mondo governato dal materialismo; il corollario che ne deriva, è l'impossibilità dell'amore, ridotto a puro sesso dopo che si è inaridita ogni trepidazione sentimentale.
E' evidenziato il tema della donna-amore, della donna-bellezza e della sua capacità salvifica.
Fra sogni e visioni l'Io narrante, il giovane ex professore precario, disoccupato e alcoolista, cerca eroicamente, come l'antico Edipo, la "conoscenza di sé" e la redenzione psicologica dalla colpa di essere estraneo alla società in cui vive, di avere disatteso i propri sogni e aspettative, di aver alimentato in sé quel demone che alberga in ognuno di noi, ma da cui si è lasciato spesso sopraffare, in una figura di donna salvifica, dapprima intravista, inseguita e "forse" raggiunta attraverso i meandri - emblemi della modernità - di un pub e di una sorta di casa di tolleranza.
I Caduti alternano, in una miscela suggestiva e poetica, parti narrative a parti saggistiche che, sia per l'aspetto visionario sia per i nessi associativi, si fondono l'una nell'altra.
Il protagonista esprimendo le sue angosce, i suoi desideri, i suoi sogni, si libera anche dei significati nascosti e coperti delle sue emozioni, tale concetto, ben amalgamato con gli altri temi, aiuta a godere, con un brivido di romanticismo, la trionfante irruzione del mistero e del paranormale.
La scrittura, snella e veloce, non fa un uso eccessivo di spiegazioni, si sviluppa sinfonicamente ma attraverso moderne dodecafoniche dissonanze, a partire dai modelli classici della tradizione latina e italiana fino a Manzoni - il fatto di chiamare in causa il lettore ricorda tanto la famosa frase de I Promessi Sposi: "Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull'animo del poveretto..."-, è un periodare ampio e corretto per cui la subordinazione sintattica della frase è il corrispondente oggettivo della discesa nell'inconscio, ovvero quel tragico viaggio dentro se stessi che è l'edipica, eroica meta dell'Io narrante. E' un italiano di alto profilo, dunque, consapevolmente opposto alla lingua dei giornali e della televisione, ma anche della maggior parte della narrativa contemporanea, piuttosto "para-letteratura" che letteratura.
Inoltre, il lettore sente la scena più che vederla, e di conseguenza giunge a una propria interpretazione senza interferenze da parte dell'Autore che ho scoperto essere giovanissimo, per cui: "Chapeau, Matteo!".
Al termine della lettura ci si trova a mettere in dubbio certezze su noi stessi e sulla realtà del mondo che ci circonda, come l'Alice di Lewis Carroll che si domanda:
"Non son stata io, io in persona a levarmi questa mattina? Mi pare di ricordarmi che mi son trovata un po' diversa. Ma se non sono la stessa dovrò domandarmi: Chi sono dunque?"
Un libro sicuramente consigliato.
(Luisa Debenedetti)