Casa Editrice: Bibliotheka Edizioni - 560 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Fantasy
Trama:
Nell'Universo di Arthaleorn esistono storie epiche, scritte da personaggi ordinari, la cui forza risiede nella loro semplice autenticità. Nella città di Risk a tutti i forestieri è consentito l'ingresso eppure, inspiegabilmente, nessuno può uscire. Vi è un tetro mistero che costringe le autorità a chiudere i cancelli, una pericolosa rivelazione che ben presto graverà sulle spalle dei protagonisti poiché, in effetti, un modo per uscire dalla città esiste. Ha inizio così il lungo viaggio di questa bizzarra compagnia di Eroi Improvvisati, che li porterà ad affrontare pericoli inimmaginabili, creature formidabili, ad incontrare personaggi misteriosi, ad attraversare terre fantastiche e città surreali, a conoscere le innumerevoli storie, la mitologia, le canzoni, le poesie, e le incredibili leggende che popolano il grande Universo di Arthaleorn.
Recensione:
Con "Il tacito canto dei re senza corona" Paolo La Manna ci porta nel mondo dei giochi di ruolo e di tutto l'immaginario che da loro scaturisce. Preciso di essere anche io un giocatore del famoso gioco americano di cui l'autore parla nella premessa, e quindi di condividere con lui questa esperienza.
Posso sicuramente dire che Paolo La Manna fa un buon lavoro nel ricreare i processi e le dinamiche del gioco, partendo dalla presentazione dei personaggi, ciascuno con un suo vissuto ed una propria storia, per proseguire con luoghi fantastici, mostri da combattere e nemici da sconfiggere descritti dall'autore con grande minuziosità in ogni dettaglio. Per molti versi, leggendo questo libro ci si riesce a calare in una tipica partita di ruolo e cogliere come, tramite l'esperienza ludica, si possa creare un mondo fantastico tutto nuovo, spinto sì dall'ambientazione ma anche dalla volontà e dalle azioni dei partecipanti.
Il ritmo del racconto è però molto altalenante: abbiamo le scene di combattimento veramente ben congegnate, specialmente l'ultima, e ottimamente descritte che ricordano la dinamicità dei libri di R.A. Salvatore, mentre l'evoluzione della storia generale, troppo lenta, probabilmente a causa delle descrizioni eccessivamente minuziose che, se da una parte aiutano nella visualizzazione, dall'altra rallentano lo svolgersi dei fatti e portano a pensare, una volta finito il libro, che ben poco sia accaduto.
Questo è normale in un gioco di ruolo dove i giocatori possono passare ore a discutere sulla pianificazione di una strategia ed hanno un motivo personale per portare avanti la vicenda, ma è meno adatto ad un libro che viene fruito in maniera diversa.
Lo stesso vale per la struttura della trama, dove una certa granularità che discende dal concetto di incontro dei giochi ruolo emerge con chiarezza, con almeno un "incontro casuale", come verrebbe chiamato nel gioco, che è immediatamente visibile.
Il linguaggio utilizzato è molto vario ed in generale apprezzabile, anche se qualche volta si trovano dei termini usati in maniera non appropriata (soffuso usato al posto di sommesso e ghermire invece di un più corretto sopraffare).
I personaggi sono ben delineati ed interessanti anche se alcuni sono un po' stereotipati, cosa peraltro comune nei giochi di ruolo. Alcuni di loro, in particolare due personaggi maschili, hanno una vivacità ed una presenza che li rendono molto "reali", quasi a balzare fuori dalle pagine, mentre quelli femminili, esclusa la bambina, sono più piatti e meno profondi.
In generale "Il tacito canto dei re senza corona" è una buona opera che compie il suo dovere di immergere il lettore nel mondo del gioco di ruolo, ma si presenta ancora un po' come una gemma grezza dove alcuni aspetti, come il ritmo, la fluidità della trama e la personalità di certi protagonisti, devono essere ancora rifiniti e migliorati.
(Ranato Marelli)