Casa Editrice: Chiarelettere - 256 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Gialli
Trama:
Il primo romanzo di una serie del magistrato che ha indagato su tante pagine oscure della storia repubblicana. Roma magnifica, sordida e corrotta, intrisa di inquietante bellezza. Politici, finanzieri, imprenditori, prelati, massoni, magistrati, poliziotti, agenti segreti, faccendieri, donne fatali e perverse. Tutto si tiene in un giallo che sorprende, protagonista una coppia di principi intraprendenti e un maggiordomo fedele e molto perspicace. Lui, il principe Gian Maria Ildebrando Del Monte di Tarquinia, infaticabile giocatore di golf, amante del pericolo e delle belle macchine, con l'animo da filosofo e qualche deragliamento di troppo in gioventù; lei, la bellissima e briosa Gloria Palazzoli, insofferente ai dettami dell'alta società. Con loro il fedelissimo Oliver, maggiordomo ma soprattutto compagno d'avventura, di scuola inglese, già alle dipendenze di Buckingham Palace. Un trio formidabile animato dalla medesima passione: cacciarsi nei pasticci per troppa curiosità. Si sa che Roma nasconde segreti inconfessabili, basta indagare un po' negli ambienti di potere che qualche storia intrigante salta fuori. I tre protagonisti si trovano coinvolti in una serie di delitti efferati che né la polizia né la magistratura riescono a dipanare. Tra cene sontuose, soggiorni a Montecarlo, coppe di champagne e incontri imprevisti, il trio cerca di capire chi è l'autore degli omicidi. Perché tanta violenza, da chi la verità è così ben custodita? In questo romanzo Capaldo non inventa nulla: le storie che racconta sono vere o verosimili, anche se nomi, luoghi e tempi sono di fantasia. Faremo la conoscenza di personaggi complessi e controversi. Capiremo che c'è un filo sottile come la seta, ma forte come l'acciaio, che li lega, perché non esistono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra, ma solo uomini e donne con i loro segreti, i loro tanti vizi e le loro poche virtù.
Recensione:
Un giallo brioso ed avvincente, con spunti di profondità affatto scontati che invitano alla riflessione. "I delitti di via Margutta" vi conquisterà per l'ironia alternata alla serietà della scrittura, per i personaggi che si sentono affini istintivamente, per la trama che è mistero avvolgente, finanche per le riflessioni sulla giustizia, la verità e il potere che, con naturalezza, ci colpiscono tra le pagine.
La penna di Capaldo scorre fluida, capace di costruire frasi che restano impresse nella mente. Chiara, essenziale, eppure in grado di descrizioni suggestive, di una discesa consapevole nell'animo umano che viene regalato al lettore, permettendo di comprendere tutti gli attori che compongono l'opera.
In questo libro si sta comodi, avvince e convince, divenendo un luogo confortevole nel quale stare. I protagonisti principali, il principe GianMaria, sua moglie Gloria e il maggiordomo Oliver, sono un trio di investigatori dilettanti deliziosi, immersi in un mondo elegante, raffinato, opulento, lontano dalla maggior parte delle persone, eppure, la magia della storia e la maestria dell'autore, ce li fanno sentire vicini, più simili a dirimpettai di pianerottolo che a nobili altezzosi ed irraggiungibili. Per rendere l'idea, per chi ha l'età giusta per ricordarli, sono la versione italiana del telefilm "Cuore e batticuore", trasmesso negli anni '80, con i coniugi Hart e il fidato Max a svolgere indagini e scovare colpevoli.
GianMaria ha un passato difficile con il quale venire a patti; eventi tragici che lo hanno coinvolto direttamente e portato ad un passo dall'autodistruzione, lo rendono l'uomo che è, complesso, un filosofo che ricerca con passione la verità, non solo per giustizia, ma anche per giustizia, e credetemi, quel "anche" è fondamentale.
Gloria è la parte intuitiva della coppia, cresciuta in un mondo diverso, con affetti strappati, è spumeggiante, in divertente conflitto ed antitesi con la suocera e la nobiltà da lei rappresentata, eppure sta benissimo in pizzeria come nei luoghi più sofisticati, perché incarna la grazia e l'eleganza innata, non strettamente legata alla nascita. Intelligente, accogliente, è la perfetta metà di GianMaria, del quale possiede le chiavi del cuore.
Oliver è il maggiordomo per definizione, pragmatico, mai impressionabile e perfettamente organizzato come solo un servitore inglese può essere. Ha le sue eccentricità e coi suoi principali instaura un rapporto che racchiude più ruoli: genitore, complice, roccia granitica alla quale reggersi.
Il delitto che muove la trama ci conduce in una Roma in vista, eppure celata, tra morte odierna e salme di ieri. E' un viaggio tra la gente che conta, tra chi ha il potere e lo gestisce, per fornire non una verità, ma una certa verità, che sia accettabile e lasci fuori personalità importanti. L'indagine ci sprona alla ricerca, ad indagare la morte attraverso la vita, l'amore, le passioni, perché morire è la conseguenza di come si è vissuto, soprattutto se la fine giunge violenta.
Capaldo fonde alla sua creatività elementi tratti dal vero, dalla cronaca. Per i lettori attenti è impossibile non trovare i precisi riferimenti, alcuni entrati nella storia nera della città. Una modalità suggestiva che rende il giallo un libro possibile, ancorato al reale, nel quale è intrigante addentrarsi.
Tante riflessioni nascono da questa lettura: sulla giustizia e sul modo di amministrarla, sulle persone che hanno il potere e ricoprono ruoli adatti a portare a galla la verità, come ad insabbiarla. Veniamo posti di fronte a giochi sotterraneei, fatti di favori, di minacce, di sgarbi ricevuti e rimandati al mittente. "I delitti di via Margutta" è un giallo investigativo finemente orchestrato, che si dipana tra indizi, indagini non sempre legali, memorie e intuizioni. E' una lettura che si presta a più piani di approfondimento, da un semplice delitto a riflessioni importanti sulla giustizia e la verità. Ha un lato umano che conquista, perché è proprio l'umanità di ognuno di noi, le passioni e i sentimenti che viviamo e proviamo, a mettere in moto eventi tragici. Un ritmo in crescendo ci porta a un finale denso di suspense, per una chiusura in grande stile.
Tre protagonisti che si spera di incontrare di nuovo in futuro, per illuminare l'oscurità che si nasconde dietro lo scintillio del bel mondo romano!
Consigliato.
(Tatiana Vanini)
Citazioni da questo libro:
La giustizia è la sostanza di cui noi uomini vorremmo nutrirci, ma temiamo ci avveleni: per questo la cerchiamo e la evitiamo continuamente.
La giustizia, talvolta, assume la forma della nostra coscienza.
La verità dipende sempre dal punto di vista da cui la si osserva.
Roma è grande, oscura, non ci vuole niente a nascondere una verità fra queste pietre morte e queste persone corrotte.
Amore, giustizia, libertà, arte e Dio sono solo parole che nascondono i desideri e le illusioni dell'uomo.