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Una breve estate lontano dalla polvere
di Tita Prestini

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    Casa Editrice: Barta - 208 pagine
    Formati disponibili: cartaceo




  • Genere: Gialli

    Trama:
    Perché Settembrini, giovanissimo vice commissario aggiunto, viene spedito dai suoi superiori in un paesino della Valcamonica, luogo di ricerche minerarie di un reparto nazista? Pare trattarsi solo di un incarico spinoso: indagare sulla sparizione di una bella e indipendente archeologa, con legami importanti, il cui passaporto è stato ritrovato in circostanze singolari. E' l'agosto del 1942 e l'Italia è a fianco del Reich in una guerra mondiale che inizia a farsi complicata per le forze dell'Asse. Le città subiscono bombardamenti e i generi alimentari sono razionati quasi ovunque. Ma in quel paesino "lontano dalla polvere", "un luogo protetto dove rimettere insieme i pezzi della propria vita", di quel che accade nel resto della nazione soffiano solo gli echi. Qui anche la morte pare giocare a nascondersi: dietro il tempo passato e i rapporti consolidati nel sospetto, annidandosi fra i segreti delle valli, lungo le incisioni rupestri risalenti a migliaia di anni prima la cui presenza sembra influenzare ancora le persone. E se "nessuna morte ha senso", nonostante i colpevoli individuati e le bugie soffocate, la vita invece sì. A volte basta sciogliere una treccia.

    Recensione:
    Un romanzo intenso, che prende il lettore e lo conduce per i sentieri montani, tra segreti, incisioni rupestri e i mille rapporti sotterranei della vita di paese. "Una breve estate lontano dalla polvere" è un giallo che si fa amare.
    La scrittura di Tita Prestini è molto bella, ricca di descrizioni che si visualizzano con immediatezza. Scorrevole, cattura l'attenzione e la tiene sempre alta, con una semplicità che conquista alla quale si affianca una profondità capace di affrontare temi anche difficili, offrendoli al lettore in modo immediato.
    I personaggi sono curati, possiedono spessore e tridimensionalità e ho apprezzato molto come sono stati caratterizzati i caratteri e le indoli. Tutti si distinguono e si fanno conoscere pian piano.
    L'ambiente montano in generale e quello di paese in particolare sono resi con realismo, ponendo l'accento sulla diffidenza verso l'estraneo, la ruvidezza, dietro la quale però si nascondo animi generosi e sentimenti di passione accuratamente celati.
    Il tempo della storia è il 1942, in piena guerra, e l'inserimento nella trama degli ufficiali tedeschi e degli ebrei che vengono aiutati a scappare per rifugiarsi in Svizzera, dona verità e concretezza alla storia, mostrando un ulteriore aspetto: nelle città la guerra è sempre stata più presente che nei paesi isolati sulle cime. L'autore rende bene questa differenza evidenziando che nei luoghi come quello descritto nel libro, a tratti è possibile dimenticare la follia dell'uomo.
    La trama è avvincente, comincia con una sparizione, in uno scaricabarile che porta il protagonista, Fabio Settembrini, a confrontarsi con un caso potenzialmente esplosivo per la carriera, che nessuno vuole. Il giovanissimo vice commissario invece, affrontando l'indagine con intelligenza e diligenza, non solo riuscirà a raggiungere la verità del mistero di cui è stato incaricato, ma regalerà sorprese al lettore portando alla luce rivelazioni insospettabili.
    Molto apprezzata è come è stata raccontata l'eredità di incisioni e graffiti della Valcamonica. Io ho avuto la fortuna di andare e vederli, sono suggestivi e bellissimi e, in questo romanzo, l'autore rende un ottimo servizio anche divulgativo, che informa e incuriosisce insieme, rispettando in pieno l'unicità del territorio.
    "Una breve estate lontano dalla polvere" è un giallo inaspettato, che si presenta con un aspetto un po' dimesso, in sordina, regalando poi una storia tutta da scoprire, davvero molto piacevole.
    Tita Prestini ha una bella penna, le sue storie meritano di essere lette.
    Consigliato.
    (Tatiana Vanini)

    Citazioni da questo libro:
    I miracoli non esistono per la gente comune e, quando capita qualcosa di simile, poi bisogna pagarla con gli interessi.

    Che cos'è in fondo un cimitero, se non un triste deposito di sogni infranti?

    Il mondo non cambia, e quando lo fa, cambia in peggio.

    Quando la polvere si leva troppo alta non esistono posti nei quali rifugiarsi.

    Della stessa autrice:
    L'ultimo ballo della grande mietitrice



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