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Genere: Gialli

Trama:
In un pomeriggio piovoso di fine novembre viene ritrovato nel bagno della stazione ferroviaria di Livorno il corpo di un giovane uomo. L'avvocato Leopoldo Borrani, vittima di un tempismo beffardo e incapace di tenersi lontano dai guai, si ritrova invischiato nelle indagini diventando il principale sospettato. Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato è la sua specialità. Soffocato dalla noia della routine lavorativa ed esperto nel combatterla con i brividi del pericolo, indaga sulla morte del ragazzo che si aggiunge a una serie di misteriose sparizioni senza filo conduttore apparente, in cui le coincidenze prendono il posto dei moventi. L'acquisto di un vecchio casolare immerso nella campagna toscana, il ritrovamento di un teschio custodito al suo interno e le profezie di un'amica con la passione per l'esoterismo lo guideranno nella ricerca della verità.

Recensione:
Un giallo dinamico, che incuriosisce e gioca tra introspezione, bizzarri avvenimenti, coincidenze e mistero. "Un luogo giusto in cui morire" si rivela lettura brillante.
Giuseppe Benassi possiede una scrittura caratteristica, molto personale, a tratti sarcastica, boccaccesca. Scorrevole, un po' sopra le righe senza essere fastidiosa, inserisce la sua professionalità per creare il mondo dell'avvocatura, con tutto ciò che gli gira intorno, e renderlo chiaro al lettore. Procedure, atti, divengono parte integrante della trama, per rendere quel sapore di vero che piace, senza distogliere mai il focus da un libro investigativo che sa catturare l'attenzione.
I personaggi sono bizzarri, e descritti con cura, tutti, da quelli con ruoli più importanti, fino alle spalle. Il protagonista è l'avvocato Borrani, del quale conosciamo azioni e pensieri, trovandolo un uomo riflessivo, capace di interrogarsi, coi pensieri che a volte si avvitano su loro stessi. Ha una qualità che lo rende simpatico al lettore: si caccia nei guai con una facilità incredibile, a volte sapendo bene di incorrere in pasticci, altre in buona fede, sottomesso a un destino beffardo.
Il caso lo avvicina a un morto, a un'asta giudiziaria, a imprevisti e sorprese che lo fanno addirittura finire attenzionato dalle forze dell'ordine. Un po' per curiosità e poi, per liberarsi dalle accuse, Borrani inizia a investigare, trovandosi coinvolto in un qualcosa che mai avrebbe potuto immaginare.
L'autore racconta una società divisa tra segreti e verità, tra chi riesce a cavarsela, i vincenti, e chi si arrabatta, tenta di trovare una nuova strada e finisce peggio di prima. Servi e padroni moderni, disperazione anche oggi, tra le aule di giustizia, i casolari importanti, le stazioni che, con le partenze e i nuovi arrivi, sono metafore di possibilità mentre, in questo romanzo, sono solo la triste tomba di un addio definitivo.
"Un luogo giusto in cui morire" con la sua apparente leggerezza, scava in profondità e fa riflettere. Intrigo di vite e azioni, è un romanzo godibile e sorprendente.
(Tatiana Vanini)

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