Casa Editrice: Panda Edizioni - 150 pagine
Formati disponibili: cartaceo e ebook
Genere: Narrativa
Trama:
La storia si svolge su una barca a vela. Un viaggio verso un'isola, ma anche un'escursione nel passato, e, soprattutto, un viaggio nel presente. Quattro amici condividono per alcuni giorni la vita di bordo. La loro è un'amicizia antica che affonda le radici nell'infanzia, ma che ora ha smarrito un'autentica ragione d'essere. Così, nello spazio circoscritto della barca, tornano i ricordi di un'adolescenza spensierata, ma dopo i primi momenti di allegria emergono le incrostazioni che vite diverse hanno sedimentato in ognuno. Fino a che, grattando nel loro presente, emerge una morte misteriosa. Così si scopre che, dietro la maschera che alcuni si costruiscono per sopravvivere a loro stessi, si possono celare storie di persone apparentemente adattate che nascondono, invece, ossessioni e disagi profondi. Fino a diventare pulsioni di morte, desiderio irrefrenabile di uccidere.
Recensione:
Un testo che ha ricevuto la Menzione d'Onore nel "Premio Giorgione" 2023 per la narrativa inedita e, dopo averlo letto, se ne comprende pienamente il merito. "I ragazzi di via Magri" è un libro denso e interessante sotto molto aspetti per i tanti spunti di riflessione.
Gino Dondi è perfetto per la narrativa; la sua scrittura scorrevole cattura, è ricca di dinamiche atte a mantenere lontana la noia e a risvegliare continuamente l'interesse. Non ha paura di sollevare argomenti scomodi e lo fa con garbo e mestiere.
Dal titolo e dalla cover si può pensare a un romanzo di formazione: si parla di ragazzi e l'immagine è l'emblema della libertà, con la sua barca a vela, il blu del mare separato da quello del cielo da una striscia di terra e da quella luce che può essere alba o tramonto. C'è tutta la potenza della libertà e la sicurezza di un approdo. Ma questo non è un romanzo sui ragazzi, parla di uomini, di amicizia, di realtà oltre le illusioni che a volte ci costruiamo da soli, di scontri e accettazione dei limiti.
L'opera è un resoconto, una lettera scritta a qualcuno di cui scopriamo il nome a narrazione avviata e prima ne intuiamo la professione, poi ne abbiamo certezza. Dino, l'io narrante, racconta di una gita in barca con un gruppo di amici, anzi, il gruppo di amici, quelli con cui è cresciuto in quella via del titolo, i compagni di sempre, quelli che si conosce come se stessi.
Tutto appare bellissimo, ricco di aspettative e promesse. L'autore ci porta nel mondo delle barche a vela, ce ne svela i termini, le azioni, regalandoci lezioni che fanno volare la fantasia e suscitano la voglia di emulazione. Ma sapete dove è davvero bravo Dondi? Nel raccontare qualcosa di sereno e gettare l'amo verso l'oscuro.
Tra le sue pagine è come se ci trovassimo al mare, col bel tempo. Notiamo delle nuvolette in lontananza, insignificanti. Poi il vento si alza, le nuvole si ingrossano e diventano scure. Arriva la tempesta che è tra l'inaspettato e il saputo. Ecco, "I ragazzi di via Magri" è una lettura che rende questa esatta sensazione e svolgimento di eventi.
Tanti temi vengono inseriti nel libro, con la perfetta cadenza del romanzo, inseriti nella narrazione con incastri perfetti. Ragioniamo sulle amicizie, su quanto possiamo considerarle profonde e scoprire poi la loro superficialità. Si è amici in molti modi, ma davvero il rapporto che si ha da ragazzi si mantiene dopo se non si entra più in intimità? Bastano le risate e le goliardate se non c'è scambio di opinione, stima e vera conoscenza? Si sta insieme perché si sta bene, o solo per abitudine, per il ricordo di ciò che è stato, quando invece non c'è più nulla che ci accomuni? Già questo è tanto, ma andiamo a toccare anche la situazione nelle carceri e se qui a volte, nei dialoghi, Dondi cade nel didascalico perdendo naturalezza, il messaggio filtra chiaro: situazioni al limite, che incattiviscono più che rieducare, fughe dalla realtà che possono diventare psicosi o motivare suicidi, debolezze che si acuiscono e violenze.
E' tutto? No. Si parla di donne e di uomini; di donne viste come oggetti da comprare, esibire e dimenticare; donne svilite, odiate, senza alcun valore, delle quali liberarsi e si mostra cosa può portare un uomo a fare certi pensieri. Si scende nello psicologico, nel fastidioso doveroso, per analizzare errori e comportamenti, per capire e reagire.
Abbiamo gli scontri che si accendono dal nulla, perché qualcuno nel gruppo è in continua competizione e vuole prevalere; ci sono momenti distesi certi, dove il lavoro di squadra unisce, ma sono pochi perché i rapporti scricchiolano e la verità scomoda continua a bussare alle porte della coscienza, porte che si vuole tenere chiuse come gli occhi.
E' facile far finta di non vedere, non prendere una decisione, ma quando alla fine ne "I ragazzi di via Magri" tutto si svela, arriva l'ultimo interrogativo: e adesso che fare?
Leggeremo la scelta del narratore, poi resteremo noi lettori a rispondere secondo il nostro io.
Un'opera intensa, che prende di pancia e di testa.
Consigliato.
(Tatiana Vanini)