Trama:
Alla Gran Madre si celebra un matrimonio contrastato fra una giovane della media borghesia torinese e un ragazzo di famiglia operaia. Nel percorso fra la chiesa e il ristorante avviene un tragico incidente. Drammatica fatalità oppure omicidio premeditato?
Una storia oscura segue un dedalo di sotterranei che si dipana tra alchemici alambicchi di pseudoscienze; ma l’oscurità non è altro che il lato opposto del giorno e alla luce delle indagini della magistratura la morte di una giovane donna appare per quello che è.
Frammenti di verità emergono poco alla volta costantemente collegati con un angolo, un monumento o una via di una Torino sconosciuta agli stessi torinesi, e allora delinquenti di professione, operai e dirigenti Fiat, vecchi benpensanti e preti non allineati tornano a essere semplicemente ciò che sono: tessere di un puzzle di una Torino incredibilmente magica, caratterizzata da certezze e contraddizioni, stretta fra un passato glorioso e un futuro tutto da decifrare.
Commento:
Dopo L'isola degli uomni superflui Giacobini torna con un nuovo romanzo che, per l'ambientazione e le motivazioni di fondo che muovono i personaggi, appare di un realismo quasi feroce, coinvolgendo il lettore fin dalle prime righe. Torino è la città dove tutto ha luogo, il denaro è ciò che sta dietro a tutto, o quasi.
Un inizio soft, con una storia d'amore contrastata e grandi ideali non devono però trarre in inganno perché, man mano che la vicenda si srotola attraverso le vie e le piazze torinesi, il ritmo narrativo diventa più elevato e l'intreccio apparentemente lineare inizia a svelare i segreti celati nelle sue pieghe.
Davvero Angelo Mistretta e don Vagnino nascondo qualcosa? Oppure è il padre della povera Clarissa ad avere qualche scheletro nell'armadio? La morte della giovane sposa è stata una pura fatalità oppure qualcuno aveva interesse a che ciò accadesse?
L'autore ci propone una serie di protagonisti all'apparenza irreprensibili, ma raramente le cose sono come appaiono e Vederla morire ce lo dimostra. L'unica protagonista fedele a se stessa è la città, Torino, che viene fuori dalle pagine di questo libro con la sua eleganza ma anche con i suoi vicoletti, con i monumenti e le sue fabbriche, con quella miscellanea di umanità che la contraddistingue. Attraverso la vicenda dei due giovani sposi, Giacobini ci parla, infatti, di tanto altro, regalandoci pillole di informazione che toccano l'arte ma anche i trascorsi della Fiat, i primi studi di antropologia criminale e le numerose chiese che arricchiscono la città, splendidamente descritta nei suoi angoli pittoreschi ma anche nei caotici mercati di Porta Palazzo.
Inutile citare l'accuratezza che contraddistingue gli aspetti legali presenti nel romanzo, tenuto conto che l'autore è anche avvocato penalista e che, grazie ad uno stile fluido e semplice, riesce ad affrontare tali temi senza appesantire minimamente la narrazione.
Un libro coinvolgente e scorrevole, che fa anche delle interessanti analisi sull'animo umano e su cosa spinge ad azioni spesso disperate; notevole il confronto tra i due padri, quello di Angelo e quello di Clarissa, che mostrano in pieno due aspetti opposti della barricata, due modi di vivere e di reagire, aspettative di vite diametralmente opposte.
Davvero un romanzo avvincente, ben scritto e ricco di suspense.
(Maria Guidi)