Trama:
In un angolo remoto della più grande foresta del pianeta un malavitoso e spietato uomo d'affari ha creato un vero e proprio luna-park della morte: l'Isola. Sborsando ingenti cifre, milionari di ogni parte del mondo possono accedervi per uccidere o torturare, impunemente, uomini all'uopo catturati e tenuti segregati. Vittime di tutto ciò sono gli Uomini Superflui, gente emarginata dalla società, poveri fra i poveri, la cui esistenza non ha alcun valore, se non quello di essere a disposizione di altri uomini che comprano la loro vita e la loro morte. Protagonista del romanzo è l'organizzatore delle sconvolgenti attrazioni dell'isola, il Capitano, braccio destro del creatore di quel folle luogo, uomo cinico e ambiguo che ha abbandonato il mondo civile per mettersi al servizio del male e della morte. Sarà l'intervento di una donna ad inceppare quella perfetta fabbrica di morte.
L'eterna lotta fra il bene e il male, considerata dal punto di vista di quest'ultimo, la loro reciproca interdipendenza, in un conflitto destinato a non vedere mai un vincitore.
Commento:
Qual è il momento più importante della vita di un uomo, quello che dà valore all'intera esistenza? In un romanzo a tratti quasi splatter, l'autore prova a rispondere a questa domanda attraverso la voce del Capitano, enigmatico personaggio che ha cancellato qualsiasi emozione dalla propria vita.
E' lui il principale protagonista, colui che esegue gli ordini di Calver, proprietario del mortale parco dei divertimenti, senza discuterli e con totale freddezza. Il Capitano, infatti, non prova piacere nell'uccidere, non prova pietà né si sconvolge per le torture inflitte agli uomini superflui, semplicemente è indifferente a tutto e questa indifferenza è una delle cose che maggiormente colpisce.
In una base fuori dal mondo, dove uomini ormai senza alcuna speranza vengono tenuti in vita solo per essere utilizzati per il divertimento di ricchi e annoiati milionari, i giochi più atroci hanno luogo. Ma chi sono gli uomini superflui? Attratti sull'isola dal miraggio di una nuova vita, sono persone senza legami, ignorate dalla società, poveri che non hanno nulla e sono quindi pronti anche ad intraprendere un viaggio senza alcuna certezza, per una destinazione sconosciuta, con la sola speranza di migliorare la propria condizione... uomini già morti per la società, invisibili.
Mentre omicidi sempre più crudeli ed efferati si susseguono, Giacobini crea degli intermezzi interessanti che spaziano dalla critica alla società per le disparità sociali e per i problemi ambientali, alle belle descrizioni della natura, degli animali e delle loro caratteristiche; interessante anche il capitolo della partita a scacchi, che introduce alcuni elementi che si svilupperanno nei capitoli successivi.
Il romanzo è davvero ben scritto, scorrevole e ogni aspetto è illustrato con dovizia di particolari, che si tratti degli omicidi (con dettagli a volte raccapriccianti!) o degli aspetti tecnici, dell'ambiente o delle attrezzature. La narrazione sembra, a tratti, trasmettere poco pathos nonostante l'intensità delle scene; questo può forse dipendere dalla freddezza del protagonista, aspetto ben tratteggiato e che emerge con forza dalle parole dell'autore. A parte ciò, L'isola degli uomini superflui è di certo un romanzo intrigante, con un epilogo tutto da leggere!
(Maria Guidi) (Maria Guidi)