Trama:
Soffocati dalle banalità materiali e dalla superficialità di pensiero veniamo trascinati troppe volte nella frenesia della nostra vita quotidiana. E' il momento di prendersi una pausa e riscoprire noi stessi attraverso quanto di più ingenuo e innocente esita al mondo: la natura e le sue leggi.
Commento:
Willy Zini, autore poco più che ventenne, dopo Riflessioni (di una mente ballerina) pubblicato nel 2010, torna con una nuova silloge poetica che, in una sorta di continuum, racchiude le su nuove "riflessioni".
Ma come mai un ragazzo così giovane si dedica proprio alla poesia? Perché, come egli stesso afferma: "... la poesia racchiude in sé dei suggerimenti, degli input che, se percepiti, delineano un passaggio diretto verso tutto quello che c'è di più Illogico, o per meglio dire di più colorato, sontuoso, indescrivibile ci aspetta".
Quel che si percepisce maggiormente dai versi di Zini è un gran desiderio di libertà, una voglia di lasciarsi andare e di godere della vita in ogni suo momento e aspetto.
A tratti, però, affiora anche una certa malinconia, legata sopratutto ai problemi che contraddistinguono il mondo oggi, ai danni che l'uomo arreca alla Terra che lo ospita, all'egoismo che l'essere umano dimostra nella maggior parte delle sue scelte. Particolari e molto sentite, infatti, le due pagine in prosa intitolate Giovani, Paludi, Archimede nelle quali l'autore sprona i ragazzi a cercare il cambiamento, senza lasciarsi distrarre da cose futili e senza valori, dalla mediocrità, dall'apparenza.
Una raccolta di certo più matura della precedente, a tratti anche più ermetica, ma trasudante emozioni.
(Maria Guidi)