Trama:
Questo libro affronta un tema particolarmente spinoso ai nostri giorni: la trappola in cui moltissime persone si impigliano ascoltando le sirene di una società che propone e impone un modello di individuo costantemente capace di esercitare controllo e padronanza. Le nostre ferite - le faglie, le fratture, le mancanze del nostro essere - vengono messe al bando e spesso ci rassegniamo a considerarle gravi errori e a trattarle come pattume che finiamo per nascondere sotto il tappeto della nostra consapevolezza. Capita così di produrre un corto circuito fra la nostra parte "accettabile" e quella parte di noi che è fragile, spaventata e per ciò stesso "impresentabile", sfoderando agli occhi del mondo e ai nostri stessi occhi un'autonomia posticcia che non solo ci dissocia ma ci impedisce persino di accettare gli altri, come noi abitati da debolezze e imperfezioni, in una spirale di proiezioni che ci lasciano sempre più soli e ciechi rispetto alle occasioni di creare legami autentici. È indispensabile fare i conti con le proprie fragilità. La fiducia ci espone al rischio del tradimento, ma se non si accetta di correre questo rischio si resta murati nei ruoli dello spettatore e dell'antagonista. Vivere sul serio la propria vita è molto più di questo.
Commento:
La nostra è diventata ormai una società della performance, della prestazione perfetta in tutti i campi, in cui tutto deve essere sotto controllo. Si deve riuscire nella vita esattamente come si riesce a fare una dieta. Si deve riuscire con i figli proprio come si riesce ad organizzare una vacanza. Si deve riuscire nella coppia come si riesce a cucinare una salsa... Se una persona si pone le domande giuste, e segue le giuste regole, il risultato è scontato... se fallite una dieta o se il vostro compagno o la vostra compagna vi lascia, è soltanto colpa vostra... Non siete stati all'altezza. Non avete saputo gestire la situazione. In questa società ossessionata dal mito del controllo, non c'è spazio alcuno per la fragilità e le debolezze umane.
Michela Marzano, invece, ne fa proprio il punto di partenza per intraprendere un cammino di conoscenza e di lavoro interiore che porta alla fiducia e all'accettazione dell'altro. L'autrice prende spunto dalle sue personali ferite e dall'esperienza dell'anoressia per scrivere questo breve saggio ricco di spunti di riflessione e di approfondimento. E' solo quando ho iniziato ad accettarmi per quella che sono - scrive la Marzano - con le mie debolezze e le mie imperfezioni, che ho potuto cominciare finalmente a vivere. Le nostre ferite devono essere trasformate in punto di forza, in ciò che permette alla fiducia reciproca di manifestarsi e di creare un legame con gli altri. Vincere la paura, non solo dell'Altro, che ci turba perché ci costringe a confrontarci con la differenza, ma superare anche la paura di ciò che emerge pian piano all'interno di sé, quando si cresce, e che ci svela "altro" rispetto a ciò a cui siamo abituati; bisogna accettare sé stessi per poter accettare gli altri.
In questo libro non troverete certo ricette magiche e regole da seguire per rivoluzionare la vostra vita, ma ricchi spunti di riflessione per riuscire a riappropriarvi della vostra esistenza nel rispetto di sé stessi e degli altri. Non è un percorso facile, ma intraprendibile da tutti. Ciò richiede in pari tempo umiltà e coraggio. Essere aperti alle idee degli altri e cercare di comprendere il loro punto di vista significa in effetti porsi subito in un atteggiamento di rispetto: ascolto quel che l'altro ha da dire rispetto a un determinato argomento e mi prendo il tempo per riflettere, soprattutto se, all'inizio, non sono d'accordo con lui. E' il tempo dell'apertura all'altro, e più in generale alla differenza e all'alterità. Un tempo che tutti noi dovremmo riscoprire per vivere appieno la nostra vita.
(Raffaella Galluzzi)