Trama:
Lavilledieu, nella Francia meridionale. Anno 1861. Hervé Joncour è un allevatore di bachi da seta, ma quando l'epidemia attacca prima gli allevamenti europei, poi quelli del vicino Oriente, si spinge fino in Giappone per procurarsene di contrabbando. E in quella terra ai confini del mondo incontra una fanciulla bellissima e misteriosa che segna la sua vita. Da quel momento, lasciando a casa la moglie Helen, si sobbarcherà viaggi estenuanti e pericolosi per seguire un sogno impossibile che si concluderà tristemente sulle rive di un lago.
Commento:
Questo è uno di quei libri che dividono in due i lettori: c'è chi lo trova meraviglioso e chi assolutamente inutile. Personalmente l'ho trovato "una via di mezzo", tollerabile solo perché breve. Forse sembra una critica eccessiva ma Baricco ci ha abituati a ben altre opere e questa risulta piuttosto deludente.
E' un libro che non mi ha lasciato nulla, a parte forse un po' di noia! Perché, mi chiedo, ci sono tanti passaggi ripetuti più e più volte? Ad esempio, per quale motivo, a ogni nuovo viaggio che il protagonista compie verso il Giappone, l'autore sente il bisogno di ripetere passo per passo tutto il percorso? Un'altra cosa che mi è piaciuta poco è l'amore descritto in modo, secondo me, poco credibile e distante dalla realtà. E' vero che il Giappone è un mondo a sé, con stili di vita e comportamenti del tutto diversi da quelli occidentali (cosa che potrebbe in parte spiegare certe scelte) ma la razionalità non va d'accordo con le emozioni e questo libro non coinvolge per nulla il lettore.
Nel complesso, per quanto ci siano delle pagine molto belle, delicate e ricche di vera poesia, cosa a cui l'autore ci ha abituati con gli altri suoi libri, ho trovato questo romanzo inferiore alle altre sue opere.
(Maria Guidi)