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Gli occhi degli orologi
di Giorgia Spurio

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    Casa Editrice: Il Camaleonte Edizioni - 250 pagine
    Disponibile in formato cartaceo




  • Genere: Fantascienza

    Trama:
    Anno 2048. Dopo le Nuove Crociate contro il terrorismo e l'immigrazione, gli Orologi sono diventati il dio del Tempo, lo strumento di controllo dei Governi. Gli alberi cadono come polvere d'argento a causa della contaminazione dall'amianto e dalle scorie radioattive, il buco dell'ozono si è ingigantito sempre più, la terra è prosciugata. Per le strade non si vedono bambini ma emarginati, gli adolescenti si bucano, le persone sono diventate degli automi e chi si libera sparisce come i desaparecidos, il peccato di essere diventa punibile. In questo mondo post apocalittico Julienne non vuole arrendersi alla desolazione. Lotta contro se stessa per dimenticare la propria famiglia e soprattutto suo padre ridotto dalla Grande Guerra a un alieno, e rivuole la sua infanzia felice. Un pensiero su tutti la ossessiona: diventare madre tramite la clinica Le Monde, all'apparenza un motel per appuntamenti, dove incontra Frèd. Tra flashback del passato e narrazione presente, il miraggio di una via di fuga rappresentata dalle "lucciole verdi" che lampeggiano all'orizzonte.

    Recensione:
    "Se salvarsi significa annientarsi, accontentarsi diviene l'unica soddisfazione."
    In questa frase, secondo il mio parere, è riassunta in pochi termini la gravità di questa lettura sufficientemente lunga, assolutamente non facile, a tratti persino cupa, ma comunque profonda e suggestiva di immagini e stati d'animo indubbiamente pregnanti, sui quali è utile soffermarsi a riflettere e meditare. Il racconto si snoda nel futuro; il pianeta Terra sperimenta le conseguenze di una guerra devastante, la vita, nella sua naturalità e nelle sue molteplici forme, si è già estinta o si sta estinguendo ed è surrogata da presenze artificiali, a volte mostruose, destinate a prendere il posto di tutto ciò che madre natura ha costituito e l'arroganza dell'essere umano ha distrutto. Questo scenario si colloca in un quadro in cui la mente conscia dei più viene costantemente illusa che tutto è perfetto, "persino gli spigoli dei lavabi". Gli orologi, testimoni dell'unica variabile rimasta intatta dopo la catastrofe, il tempo, scandiscono il trascorrere dei minuti, delle ore e sorvegliano con i loro occhi il comportamento delle coscienze, la sua manifestazione attraverso le azioni. Nessuna trasgressione delle regole precostituite è consentita: gli orologi vedono tutto, osservano, puniscono, reprimono, determinano la sparizione di coloro che manifestano un rigurgito di ribellione alla falsità di un contesto artefatto, che urlano in qualche modo la verità di cui hanno consapevolezza. Gli orologi controllano tutto e tutti, in modo ineluttabile. Il tempo non può essere fermato.
    A questo incontrastabile dominio, sfuggono tre oggetti impalpabili, insondabili, incoercibili: la memoria, la mente inconscia, l'amore per la vita. Tre aspetti che non possono essere scansionati, registrati e repressi, tre testimoni della verità che abita nel profondo di ogni singolo individuo. La protagonista della vicenda sceglie di smettere di dormire per non imbattersi nella manifestazione del proprio inconscio nei sogni, pur tuttavia ciò non sarà sufficiente: la memoria e l'amore per la vita, lavorando in modo sottile, sventano il suo tentativo di sottrarsi alla consapevolezza, di aderire ai requisiti del particolare momento storico da lei attraversato.
    Lo sviluppo della narrazione è lento, progressivo, costantemente infarcito di reminescenze portate a galla da quella memoria che gli attenti occhi degli orologi non possono e non sanno arrestare. Gli episodi vissuti o rivissuti dalla protagonista sono inquietanti, esplicitati con estrema durezza, senza alcuna censura: la descrizione accurata di eventi e scenari tristi e bui non lascia alcun margine di fuga alla sensibilità del lettore. E' per questo motivo che mi sento di definire questa lettura non facile, adatta ad un pubblico pronto a farsi carico di emozioni e situazioni dirompenti. Va detto che non mancano scenari intrisi di dolcezza ed affettuosità, ancorché distribuiti in misura secondo me insufficiente a compensare i molti passaggi dolorosi ed inquietanti.
    La narrazione scorre lenta, così come lento è il trascorrere delle ore d'ambascia nella vita umana. La lettura ha richiesto delle pause, necessarie per poter riflettere sui contenuti che quest'opera propone al suo conoscitore, sul messaggio che l'autrice intende trasmettere.
    Il finale, assolutamente imprevedibile, riapre le porte alla speranza, è un respiro di amore incondizionato, è il riscatto dell'umana capacità di condivisione e compassione.
    L'autrice ha scelto di esprimersi in prima persona ed il manoscritto riporta una lunga serie di dialoghi interpersonali, fatto questo che rende il lettore ancor più coinvolto nelle umane vicende trattate.
    Lo stile è gradevole, sobrio, pacato e fluido, anche nei passaggi maggiormente tormentati descritti in queste pagine.
    (Angelarosa Weiler)



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