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Le nove vite di Jacopo
di Carlo Gibiino

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    Casa Editrice: Youcanprint - 156 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Jacopo Martelli è un uomo colto e introverso, una mattina si sveglia ma non riesce a ricordare nulla di sé, eccetto il suo nome e la sua data di nascita. Si guarda allo specchio ma non si riconosce, c'è qualcosa di diverso in quella immagine riflessa, ma non capisce cosa. Ha paura e per questo inizia a scrivere un diario. Mentre scrive, però, improvvisamente sa chi è e cosa deve fare, si veste e si avvia ad un appuntamento, ma durante il tragitto flashback e déjà-vu gli fanno dubitare, ancora una volta, di sé. In un altalenarsi tra vite che non riconosce ed una squallida stanza da bagno, il suo stato mentale inizia a vacillare. Incontra persone che non aveva mai visto prima eppure sa tutto di loro, parla lingue che non sapeva di poter parlare. Una cosa però si ritroverà sempre accanto, il suo diario, che lo inciterà alla ricerca del suo Io perduto. Passo dopo passo affiorerà una sconcertante verità che farà piombare Jacopo nel terrore, un terrore che si trasforma in panico, isteria, rabbia e la rabbia in calma, freddezza, indifferenza. Nel buio di quella indifferenza, finalmente, Jacopo ritrova se stesso.

    Recensione:
    "Le nove vite di Jacopo" di Carlo Gibiino è un romanzo che si presenta subito in bilico fra l'arcano e il reale, imbibito di situazioni kafkiane, ricco di risvolti psicologici che richiamano Jung, che interpreta il deja vu come l'incontro fra psiche individuale e collettiva, ed il tema della reincarnazione nella legge del Karma, secondo cui riviviamo nel presente esperienze di vite passate, ciò viene esplicitato in modo drammatico dalla presenza dello specchio di un bagno, lo stesso ma sempre più sporco e fatiscente, che riflette un'immagine sempre diversa del protagonista.
    Devo dire che all'inizio sono rimasta un po' disorientata dalla cifra narrativa, da uno stile assai immediato, non piatto, attenzione, immediato, senza preamboli, che intreccia i dialoghi senza interruzione con le descrizioni, rendendo veloce la lettura, ma assai bisognosa di attenzione. Passati gli attimi iniziali di sconcerto, ci si può tuffare nella lettura dei vari capitoli passando senza soluzione di continuità, dal giallo, al noir, al rosa, allo stupore che si prova davanti alla comparsa di un diario che accompagnerà e supporterà in qualche modo Jacopo, ed all'entrata in un mondo surreale in cui tutti gli schemi di controllo, tutti i piani, l'intero modo in cui si è configurato il proprio comportamento, iniziano a cadere pezzi, trovandosi contro una forza che non si presta al modo in cui percepisce il mondo di cui l'unica certezza è una data: 02 ottobre 1978.
    Ma resta al lettore la netta sensazione di trovarsi nel bel mezzo di un campo misterioso, di cui nulla sappiamo, che invita fantasie e immaginazioni. E non possiamo commettere mai l'errore di svalutare ciò che non sappiamo.
    Il déja vu (perno centrale del libro) ci riconnette allo sfondo, alla materia psichica di cui siamo impastati, di cui conosciamo ancora pochissimo.
    Tutto questo essere sospesi tra i diversi mondi di Jacopo e delle sue nove vite, conduce a un finale che potrebbe portare alla definizione che la fine non è che l'inizio e ci si aspetta di ritrovare di nuovo Jacopo davanti allo specchio del bagno. O no?
    Il lavoro è interessante nonostante la tematica non sia propriamente originale, vi sono inoltre alcune "stecche" grammaticali legate alla consecutio temporum o semplicemente all'utilizzo corretto dei modi verbali.
    Meritano una lode, in ogni modo, le diverse ambientazioni e l'atmosfera ossessiva e claustrofobica di cui sono intrise molte pagine.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    "Perché la vita mi fugge via? Forse ha paura di me? Ebbene, dovrei essere io ad aver paura di lei e non il contrario. Dovrei essere io ad inseguirla, a condurla, o semplicemente a viverla."

    "(...) spesso gli animali sono migliori di noi essere umani, loro provano l'amore incondizionato, quell'amore cioè senza condizioni, gli assoluti però non fanno parte di questo mondo ma, come diceva Platone, del mondo delle idee quindi è fuori dalla nostra portata, "Non sei capace di amare se non ami te stesso" diceva qualcuno."

    "L'educazione che può dare una società malata, è di conseguenza, anch'essa malata. Siamo costantemente bombardati da cose, discorsi e oggetti inutili. Bisogna prendersi cura del sé e di sé. Bisogna imparare a camminare prima di correre, bisogna imparare ad amarsi prima di amare. La vita è un dono che troppo spesso viene sprecato alla vana ricerca della felicità."

    "(...) l'uomo, ogni singolo essere umano ha i propri bisogni e le proprie necessità. Quando un essere umano non è in grado di vivere da solo proietta i suoi bisogni, i suoi desideri sull'altro, e quindi le sue insoddisfazioni. Ed è così che nascono le guerre, da quella col proprio partner a quella con il vicino di casa che può essere il confinante di proprietà o il confinante di una nazione."

    "Se riuscissimo a capire che tutte le decisioni che prendiamo sono soltanto frutto della nostra identità, allora sì che potremmo vivere in pace con noi stessi e con il mondo che ci circonda."

    "Ma la paura se da un lato è un sentimento benevolo che aiuta a reagire nei momenti difficili, dall'altro è malefico, perché tira fuori il peggio di te e tende a farti rifugiare laddove non avresti mai voluto.
    La benevolenza è anch'essa portatrice di malessere, è un infima compagna di viaggio che se mal gestita porta soltanto sofferenza."

    "Ma perdonare non è così semplice, il perdono è per gli dei ed io povero e misero uomo mortale, non ho avuto così tanta forza da compiere quel gesto. Così mi sono perso, e l'unico conforto l'ho trovato in me stesso (...)"



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