Genere: Narrativa

Trama:
Alex deve partire. Nel suo passato si sono addensate troppe nubi. Amici e famiglia sono presenze sfuggenti e vaghe. E' senza una meta precisa. La strada, i mezzi di trasporto, l'imprevisto e l'ispirazione del presente saranno i suoi compagni di viaggio, al pari di tutte le persone che incontrerà e che, in modi diversi, lo aiuteranno a scoprire sè stesso.

Recensione:
La pandemia e gli sconvolgimenti che ha portato con sé hanno fatto nascere negli autori, emergenti e non, il desiderio di mettere nero su bianco due filoni narrativi ben definiti. Da una parte abbiamo la narrazione dei sentimenti scaturiti dall'imprevisto, dall'essere chiusi in casa, dal sentirci fragili contro un nemico invisibile. Dall'altra abbiamo le storie di viaggio, a piedi, in autostop, su strade segnate oppure su vie libere senza itinerario. "La macchina è in panne vagabondo" appartiene a quest'ultimo filone, di un momento che fa scaturire l'uscire di casa, senza meta, con un bagaglio leggero, per scoprire fuori quello che manca dentro, per trovare attraverso il percorso, tutti gli altri che il caso e il fato metterà davanti, per scoprire attraverso le loro storie la narrazione personale del protagonista che non può scostarsi dall'autore. Una trama dell'esterno per scoprire, interpretare e dare voce all'intimità.
Emanuele Bruschi e il suo personaggio Alex, uno riflesso dell'altro, ci propongono una storia scritta in prima persona, fluida, ritmata e con tante parti che alimentano la curiosità. I passi e le esperienze sono di Alex, le riflessioni personali sono eco dell'autore, una sorta di narrativa in tandem, un dentro e fuori che si trasmette al lettore, portandolo a seguire le peregrinazioni di Alex e a meditare sui pensieri messi nero su bianco, confrontandoli con i propri.
Tante le figure che lungo il viaggio Alex incontra: sconosciuti, amici, conoscenti. Ognuno di loro ha una storia da raccontare, un tassello da aggiungere, un'esperienza da condividere. Sono personaggi ben caratterizzati, che si sentono e danno respiro a un libro che è apertura verso l'altro, mentre ci rendiamo conto che nessuno è libero da esperienze dolorose o negative, da insoddisfazioni e disilluzioni.
I temi sui quali Alex si sofferma sono tanti, come i luoghi che visita dal nord verso il sud Italia. Troviamo pensieri sui diritti LGBT, l'amore, la religione, la società e la giustizia, la libertà, l'amicizia, il lavoro e le necessità. Niente di nuovo, di particolarmente eclatante, ma proprio per questo sono riflessioni famigliari, condivisibili, sulle quali ci siamo sicuramente soffermati anche noi in qualche momento particolare. Sono trattati in maniera delicata, con rispetto ed equità, perfettamente integrati e motivati dalla narrazione, che non perde mai ritmo dimostrando un buon dinamismo coinvolgente.
In tutto il libro una domanda risalta su tutto: davvero per trovare noi stessi dobbiamo partire? E' necessario, per compiere un viaggio dentro di noi, uscire dalla porta e affrontare il mondo? Qualunque sia la risposta sembra che il confronto con gli altri, l'ascolto e l'esperienza siano tappe importanti, mentre nel passato e nella sua accettazione e risoluzione stia la chiave per il domani.
Seguite Alex nel suo viaggio, scoprite a che risposta giunge lui e poi trovate la vostra.
(Tatiana Vanini)

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