Genere: Narrativa straniera

Trama:
Leyla, un'anziana signora molto raffinata e ultima discendente di un'antica famiglia ottomana, è costretta a lasciare la casa di famiglia quando questa viene venduta dalla banca a un ricco magnate e alla sua ambiziosa moglie.
Il figlio dell'ex giardiniere della villa, Yusuf, accoglie Leyla nella sua casa di Cihangir, vivace quartiere nel lato Europeo di Istanbul, e cerca di aiutarla a recuperare la proprietà della casa da cui è stata ingiustamente sfrattata. Lì Leyla vede per la prima volta la vita degli artisti e degli emarginati e conosce la fidanzata di Yusuf, Roxy, cantante hip hop figlia di immigrati turchi in Germania, che non accoglie con entusiasmo l'arrivo dell'anziana signora. Con lo scorrere delle pagine si entra silenziosamente nelle vite e nei ricordi di tutti i personaggi e pian piano uscirà allo scoperto il filo che unisce i destini di tutti loro in un finale inaspettato ed emozionante.
Sullo sfondo magico del Bosforo, Livaneli ci accompagna all'interno di storie sospese tra una Istanbul moderna e occidentale e la città del tardo Impero Ottomano. Tra antiche ville, case fatiscenti e quartieri moderni scopriamo così il caleidoscopio di vite e mondi che convivono nella Turchia di oggi e la storia del loro passato.

Recensione:
Grande fascino, tra storia e modernità, incastonato in una trama dinamica dove i personaggi sono intensi e tragici quanto è bella la cornice del Bosforo e Istanbul: "La casa di Leyla" è un romanzo dove la narrativa si fa poesia, la letteratura insegna, strega e porta lontano, in un'evoluzione imprevedibile.
Livaneli possiede una scrittura che è pura malia: scorrevole, immersiva, musicale. Grazie alla puntuale traduzione di Nicola Verderame, veniamo trascinati in una città dalle mille contraddizioni, dove convivono popoli, culture e religioni che, in una commistione di dominazioni, ha per forza trovato un suo particolare equilibrio, dove la contaminazione è inevitabile, e dà vita a qualcosa di unico.
L'aria di Istanbul si respira, si percepisce nitida filtrare tramite le parole. La magnificenza del Bosforo e delle grandi ville che sul canale si affacciano diviene reale: yali si chiamano, e sono delle regge, dove vivono famiglie ricche e potenti, intorno alle quali si stringono innumerevoli persone, che vi lavorano a servizio o che dalla loro economia dipendono, rendendole una sorta di piccoli stati sovrani.
In questo romanzo, che prende il via da una signora a cui viene espropriata la casa, ci ritroviamo a provare emozioni diverse, contrastanti, e a riflettere. Meraviglia, indignazione, veniamo frastornati dai profumi dei mille e rari fiori dei giardini, e dagli odori dei quartieri al limite del degrado. Spalanchiamo gli occhi dinnanzi agli agi e ai privilegi di esistenze ritirate, intoccabili, e urliamo di orrore di fronte a esistenze insozzate, come le bambine prese agli angoli delle strade e vendute nell'indifferenza.
Tema principe del romanzo è la casa, il nido che rappresenta, come l'identità e la memoria che contiene. Un tetto, un simbolo, radice e porto oppure meta e traguardo, assume un valore centrale e senza prezzo, ma non solo. Affrontiamo l'amore, su di esso ci interroghiamo, ponendoci il quesito di cosa sia, di cosa per esso si faccia, di cosa significhi la carnalità e il sentimento per uomini e donne. Tocchiamo con mano la solidarietà, e scopriamo che la pubblica indignazione e il giusto sdegno finiscono dove comincia l'interesse del singolo. Ci addentriamo nei mille budelli e vicoli dei rapporti famigliari, dove l'influenza di un membro va a discapito di un altro, dove il potere è un'arte da amministrare con scaltrezza per ottenere, più che per donare. Confrontiamo tra loro le generazioni, coloro che hanno tanto passato dietro e coloro che invece hanno ancora tanto futuro. Mondi distanti, apparentemente inconciliabili, che parlano la stessa lingua eppure non si comprendono. Poi capita che anziani e giovani siano così distanti da riuscire a toccarsi, influenzandosi, portando un personale bagaglio da condividere e trasmettere.
Tutta questa ricchezza narrativa è contenuta in un solo romanzo, ed è possibile grazie ai personaggi, bellissimi, profondi, descritti con una cura rara. L'autore ce li presenta come sono oggi, e con delicatezza ci racconta le loro storie, da dove vengono e come sono arrivati al punto odierno. Il lettore li accoglie con naturalezza, ed ecco che avviene l'incontro, la conoscenza e, di conseguenza, la comprensione. Alcuni immediatamente li sentiamo vicini al cuore, altri ci metteranno più tempo ad aprirsi una strada, ma mostreranno un'anima da abbracciare, altri ancora, invece, resteranno distanti, perché troppo diversi.
"La casa di Leyla" è racconto di esistenze, di appartenenza, di lotta e finanche di azioni che portano a conseguenze quando la misura è colma e la corda, troppo tesa, si spezza. E' vita narrata; narrativa vissuta. Splendido e terribile, potreste iniziarlo con una riserva, lo finirete amandolo.
Leyla, Roxy e Ali Yekta Bey, protagonisti straordinari, un giorno entrarono nella vita di Livaneli, come all'inizio ci racconta. Preparatevi ora a lasciarli entrare nella vostra.
Un romanzo che sa sorprendere, dolce e amaro, da scoprire.
(Tatiana Vanini)

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Siamo anche su Facebook
iscriviti al nostro gruppo.