Genere: Narrativa

Trama:
Accontentarsi di una vita che non lo soddisfa o rimescolare le carte in tavola? Luca troverà una risposta originale a questa domanda.
La musica rock rappresenta un elemento fondamentale nella narrazione, una compagna di viaggio che aiuta il protagonista ad affermare sé stesso. Firenze, Parigi e la penisola dello Yucatán fanno da scenario alla storia.

Recensione:
Un romanzo brioso ed avvincente, "Ci si può solo perdere" è un viaggio letterario che ci ricorda l'importanza di ricercare la felicità e la soddisfazione nella vita, intraprendendo anche strade non lineari, insolite e coraggiose.
La scrittura dell'autrice ci avvolge con immediatezza fin dalle prime pagine: il fluire è chiaro, intrigante, e la trama è subito disponibile al lettore che viene incuriosito. Seguiamo Luca nella sua vita perfettamente incasellata su binari prestabiliti, rigidi ed asfissianti come una prigione, verso un colpo di testa che può portare a perdersi, per ritrovarsi nella gioia o in un completo disastro.
Luca è l'emblema del bravo ragazzo che alla fine comprende che quella che sta interpretando è una parte che non sente sua, che gli è stata cucita addosso senza chiedergli un effettivo parere in merito. Ma lui è altro e così, dopo un incontro, dimostrando un po' di sano egoismo, di follia e impulsività, parte all'avventura.
Il libro è breve, intenso, possiede il dono della sintesi e la perfetta tempistica per raccontare ed avvincere. Incontri contraddistinti dalla musica, situazioni quasi surreali che sono la dimostrazione di quanto la vita possa essere sorprendente e difficile da gestire, regalano capovolgimenti di passo e stimolo continuo a proseguire nella lettura.
In "Ci si può solo perdere" troviamo i desideri, la voglia di trovare il proprio posto nel mondo, rispettando inclinazioni e passioni. Catapultati in un mondo post pandemia, appena spostato nel futuro, dove i viaggi e la convivialità sono di nuovo possibili: è un sogno ed una speranza insieme. Le nuove conoscenze, le dinamiche tra i personaggi sono strumento per Daria Giuffra per affermare che gli altri sono un necessario aiuto alla realizzazione di noi stessi. Da soli ci chiudiamo in una routine di abitudini che spesso non ci rende felici. Con i rapporti sociali troviamo lo spunto e quella sconsideratezza di modificarci, magari di migliorarci.
Le figure che incontriamo nel libro sono ben caratterizzate. Non possiedono la profondità psicologica che troviamo in altre narrazioni, ma questo non è penalizzante. Sono personaggi comprensibili, immediati, che agiscono più che perdersi in circonvoluzioni mentali. Incarnano la giovinezza, la creatività, la fame di esperienze e parlano ad un pubblico giovane o che abbia la voglia e l'ambizione di continuare a costruirsi.
Un'opera dove troviamo vicissitudini belle ed anche brutte, la positività, ma anche i mezzi criminali, l'amicizia, i legami forti e l'amore, l'Italia e l'estero.
"Ci si può solo perdere", un romanzo che ci invita a tentare piuttosto che vivere costantemente di rimpianti, tanto che potrà mai succedere di brutto? Al massimo ci si può solo perdere!
(Tatiana Vanini)

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