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Blanky - Sour Candy
di Kealan Patrick Burke
Traduzione a cura di: Raffaella Arnaldi

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    Casa Editrice: Nua - 350 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Horror

    Trama:
    Blanky
    In seguito alla tragica morte della figlia piccola, Steve Brannigan fatica a rimettere insieme i pezzi. Separato dalla moglie, che si rifiuta di vivere nella casa dove è successo l'impensabile, e incapace di lavorare, cerca sollievo in una sequenza infinita di vecchie sit-com e nel bourbon. Finché, una notte, sente un rumore dalla cameretta che era della figlia, una stanza ormai spoglia di qualsiasi cosa la identificasse come sua... a parte la copertina affettuosamente chiamata Blanky.
    Blanky, vecchia e logora, con il suo obsoleto patchwork di coniglietti cuciti malamente, e i cui bottoni neri paiono tanti occhi che sembrano fissare chi li guarda... Blanky, acquistata da uno strano signore anziano a un banchetto di antiquariato che vendeva "Abittini Bebè" scontati. La presenza di Blanky nella cameretta della figlia morta non preannuncia altro che un incubo ineffabile, che minaccia di spegnere quel poco di luce ancora rimasta nel mondo infranto di Steve. La figlioletta amava così tanto Blanky... Steve aveva seppellito la copertina insieme a lei.

    Sour Candy
    A un primo sguardo, Phil Pendleton e suo figlio Adam sono un padre e un figlio come tanti, non diversi dagli altri. Fanno passeggiate insieme al parco, visitano fiere, musei e zoo e mangiano davanti al lago. Si potrebbe dire che il padre è un po' troppo accomodante, vista la mancanza di disciplina quando il bambino perde le staffe in pubblico. Si potrebbe dire che vizia suo figlio, concedendogli di mangiare caramelle quando gli pare e di andare a letto agli orari che preferisce. Si potrebbe anche dire che tanta indulgenza comincia a pesargli, visto il modo in cui la sua salute è peggiorata. Quello che nessuno sa è che Phil è un prigioniero, e che fino a un incontro fortuito in un negozio, avvenuto poche settimane prima, non aveva mai visto il bambino in vita sua.

    Recensione:
    Due racconti lunghi, con la medesima triste sorte che accompagna i suoi protagonisti, entrambi prigionieri di malvagie entità che li portano alla follia e ne distorcono così tanto la realtà fino a farli dubitare perfino di sé stessi.
    Nel racconto intitolato "Blanky", Steve racconta tutto in prima persona e al tempo presente. Affranto dalla prematura perdita della figlioletta neonata e dalla conseguente momentanea separazione dalla moglie, distrutto dal dolore, sprofonda in un incubo ad occhi aperti e scopre cosa si cela dietro a quella semplice copertina da bebè appartenuta alla figlia e a cui, affettuosamente, avevano dato un nome: "Blanky". Un semplice oggetto inanimato che ha stravolto la vita di un intera famiglia e stroncato chissà quali altre vite. Mosso dalla disperazione, quel giovane padre e marito a cui tanto viene sottratto, trascina il lettore con sé alla ricerca della verità e mostra come può facilmente cambiare una realtà se osservata da differenti punti di vista. Nel frattempo Blanky non si arresta e striscia nel buio...
    Nel racconto "Sour Candy" una voce narrante racconta la storia di Phil Pendleton, un uomo la cui vita scorreva tranquilla fino al fatidico giorno in cui la sua strada si incrocia con quella di uno strano e inquietante bambino che gli offre caramelle gommose. Adam, così si fa chiamare quel mostro che si cela sotto mentite spoglie, si insinua prepotente nella vita di Phil facendo credere a tutti di essere suo figlio e costringendo quest'ultimo a una dieta di sole caramelle gommose. La salute fisica e mentale del malcapitato ne risente da subito e lo porta sull'orlo di un abisso oscuro in cui quasi non riesce più a distinguere la realtà dagli incubi, forse partoriti dalla sua fantasia contorta, eppure non riesce a non rispondere a quella voce interiore che fa scattare il suo istinto di autoconservazione e che lo spinge a difendersi. Il lettore si trova a un certo punto in una posizione che può decidere da sé se credere o meno al protagonista, fino al momento cruciale in cui tutti i nodi vengono al pettine in un finale che nulla ha di scontato e che lascia aleggiare una scia di brividi di paura che giustamente si addice al genere.
    Le narrazioni sempre ben scorrevoli, il testo ben curato anche nella traduzione (lavoro accuratamente svolto da Raffella Arnaldi), ottimi i dialoghi e le descrizioni, ben dosata la presenza dei personaggi secondari e l'interazione che ne deriva con entrambi i protagonisti.
    Per gli amanti dell'horror, lettura consigliata!
    (Silvia Garioni)

    Citazioni da questo libro:
    "L'istinto di autoconservazione è una cosa magnifica. Può trasformare un combattente, ed evocare dal nulla la determinazione, ma non può durare per sempre, specialmente di fronte a circostanze avverse. A volte, quando vieni colpito, smettere di opporsi e accogliere la fine imminente è la cosa migliore. A volte puoi persino convincerti di meritarla."

    "I momenti, persino più sgradevoli, sono istantanee che non possiamo mai rimpiazzare una volta perdute, e ci rimane il desiderio di poter dare loro anche una minima occhiata, se ciò può voler dire sentirci di nuovo interi. Se vuol dire poter fingere almeno per un istante di essere ancora vivi."

    "In una situazione in cui ogni persona razionale ti spiega un fatto e tu lo neghi, questo non fa di TE colui che con maggiore probabilità si sbaglia?"



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