Genere: Narrativa

Trama:
Lucia è una bambina di otto anni, anzi, sta per compierne nove. Frequenta la quarta b nella stessa scuola dove insegna la sua mamma. I giorni che precedono il suo compleanno, solitamente, sono quelli in cui la mamma si occupa di organizzarle la festa, preparando tutto nei minimi dettagli, con entusiasmo e semplicità. Ciò che Lucia non sa, però, è che il suo nono compleanno finirà per essere un po' diverso rispetto a quelli festeggiati sino ad ora: sarà infatti segnato da un avvenimento che, purtroppo, stravolgerà per sempre la vita della piccola Lucia.

Recensione:
Attraverso la voce narrante di una bimba di nove anni, "Ballerine nere numero 33" ci conduce nella struggente storia di Lucia e della sua famiglia. Con lei resteremo per otto giorni, dove la conosceremo accompagnandola nella sua quotidianità, in una lenta, ma inesorabile discesa verso un evento tragico che la segnerà.
La storia si svolge in un tempo passato. L'autrice non identifica mai l'anno preciso, ma da piccoli dettagli che troviamo nel testo, da comportamenti e dalla tecnologia disponibile, è possibile contestualizzare anche il periodo storico della trama. Per questo motivo quei dettagli che in prima battuta possono apparire stonati, troveranno ben presto una contestualizzazione e tutto risulterà più chiaro e naturale.
Lucia non è solo protagonista e narratrice, è lo specchio attraverso cui conosciamo le altre figure dell'opera e la sua giovane età ci regala la genuinità di una personcina in formazione. La bambina è in bilico tra l'essere piccola e la relativa maturità e coscienza dell'adolescenza. Una donna in miniatura, a tratti saccente maestrina, a tratti preda delle ansie delle fanciullezza, capace di vedere, osservare e trarre conclusioni che possono poi modificarsi a seconda degli eventi.
E' dolce e al contempo commovente vederla affrontare l'imprevisto più grande e impensabile per un bambino, quello che dovrebbe essere un momentaneo allontanamento della madre. Senza quasi averne percezione, ma con una preveggenza che ha il sapore della fatalità, Lucia coglie segnali non detti e mai esplicati chiaramente ed inizia, piano piano, a raccogliere oggetti della madre. Sono cose che appartengono alla quotidianità del suo riferimento, oggetti che la rappresentano, che normalmente non verrebbero considerati, ma per Lucia diventano tesoro importante, da raccogliere in segreto, da celare e custodire gelosamente.
Elisa Crosta è brava a calarsi nei panni della sua protagonista, a darle voce e spessore, a mantenere coerenza ed adesione con una bambina, pur mettendo in campo una scrittura adulta, chiara, scorrevole. Avvenimenti danno il là a ricordi e aneddoti, che rendono chiara la misura della famiglia e degli affetti, magari un po' prolissi e con un ritmo blando, ma la dolcezza espressiva invita a non abbandonare Lucia, continuando ad ascoltarla.
Ognuno affronta le difficoltà a modo suo, perché le diversità caratteriali fanno sì che esistano differenze. Il padre appare così sopraffatto e smarrito, la sorella prima superficiale ed ostile, mostra sprazzi di attenzione per l'amore che c'è presente ma centellinato, per poi cedere alla disperazione più grande. La nonna, è ape operosa e dinnanzi alla sorte dimostra l'incredulità che diviene ricerca di un colpevole.
"Ballerine nere numero 33" è la storia dell'imprevedibilità della sorte, della fragilità della vita. Mostrato al presente, ma forte della retrospettività di un'autrice che ha esperienza, è la narrazione di come istintivamente i bambini si preparano all'impensabile, all'inafferrabile ed inimmaginabile, momento del distacco rapido dall'amore più grande.
(Tatiana Vanini)

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