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Cogewea. La mezzosangue
di Mourning Dove
Traduzione a cura di: Myriam Blasini

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    Casa Editrice: Mauna Kea - 326 pagine
    Formati disponibili: cartaceo e ebook




  • Genere: Narrativa straniera

    Trama:
    "Cogewea" di Mourning Dove è la storia di una ragazza mezzosangue in doloroso bilico tra il mondo dei Bianchi e quello degli Indiani; tra l'amore del vile e falso Alfred Densmore, damerino bianco, e quello di James LaGrinder, un rude cowboy mezzosangue; tra l'apprendimento dai libri in inglese e la saggezza popolare della nonna purosangue nativa. Tanto forte è la attrazione di Cogewea verso il mondo degli "Europei", quanto lo è verso il senso di appartenenza al suo popolo e allo spirito di giustizia indiano. Eppure, in molte situazioni si trova rifiutata e discriminata da entrambe le parti; sembra però che sia sempre il mondo dei Bianchi a riservarle le umiliazioni più cocenti. Il libro combina l'autentica tradizione indiana con le circostanze e i dialoghi di un romanzo popolare. Questa è la prima edizione in italiano dell'appassionante romanzo "Cogewea", tradotto e annotato da Myriam Blasini. Mourning Dove è una delle prime autrici Native Americane mai pubblicate, e la sua mission, animata da fervente dedizione, è stata quella di difendere il suo popolo attraverso la scrittura.

    Recensione:
    "Cogewea - La mezzosangue" di Mourning Dove è uno dei primi romanzi, se non il primo, scritto da una donna nativa americana. E' un'opera che espone chiaramente quello che sarebbe diventato il tema dominante nei romanzi di autori indiani: il dilemma del sangue misto, una razza "al margine" apparentemente intrappolata tra il mondo indiano e quello bianco.
    La protagonista del libro, Cogewea, è la figlia di una madre Okanogan e di un padre bianco ma, dopo che il padre ha abbandonato la famiglia e la madre è morta, Cogewea e le sue sorelle vengono allevate dalla nonna materna Stemteema, che rappresenta l'anziano indiano che non rinuncia alla propria dignità, alle tradizioni e non accetta di vivere senza rispettarle.
    Cogewea si trova ad affrontare il dilemma tra la propria eredità etnica e l'identità personale, dilemma che si materializza sotto forma della scelta tra Densmore, corteggiatore bianco e Jim sangue misto.
    Il romanzo, che può essere riconducibile a una tipica storia romantica di amore tradito, lealtà stoica e sentimento, tenta di definire il complesso dilemma del sangue misto ed è più scorrevole quando aderisce alla trama occidentale, lo è meno quando espone, seppure in modo irregolare, epigrafi poetiche, notazioni etnografiche e lunghi passaggi di discorsi politici didattici e artificiosi. Nonostante la saltuaria irregolarità della trama, il romanzo è avvincente per i modi in cui illumina i concetti interconnessi centrali nella distribuzione dei diritti di proprietà e cittadinanza nonché per la passione con cui l'Autrice riferisce rituali tribali e affascinanti leggende indiane.
    Sebbene il matrimonio tra Cogewea e Jim, in opposizione al disastroso quanto opportunista tentativo di Densmore (il cattivo), il testo non ha i connotati per essere considerato come anti-matrimonio misto: entrambe le sorelle di Cogewea si sposano con uomini bianchi, Il marito di sua sorella maggiore gestisce l'Horseshoe Bend Ranch, e molto prima che il matrimonio abbia luogo, spera che Cogewea sposi Jim in modo che il caposquadra possa diventare un partner nel ranch, estendendo così la rete di parentela e consolidando la base etnica all'interno della famiglia.
    Il romanzo, pur non essendo basato su una figura storica reale, si basa su eventi storici e personaggi dell'epoca fornendo un'antologia di eventi che si riferiscono all'invasione americana del continente, agli attacchi di sterminio, ai pogrom e ai danni generali inflitti ai popoli autoctoni da parte degli invasori.
    La lettura tra le righe comunica al lettore che molto di ciò che è raccontato sul personaggio principale riflette le tribolazioni subite dall'Autrice, il dolore risuona in molte pagine e lascia un senso di amaro e biasimo per quel che poteva essere e non è stato se solo non si fosse considerato il Nuovo Mondo una terra di conquista selvaggia e da sottomettere.
    Il romanzo si conclude senza nulla di risolto, senza risposta a nessuna delle tante domande, questo non è il compito di un romanziere, tuttavia la scelta del lieto fine deve essere vista come un segnale positivo di possibilità di futuro per le persone di discendenza mista.
    Il romanzo, nel suo contesto storico può fornire un resoconto straordinariamente accurato dell'intreccio di sangue misto di diversi gruppi etnici e va apprezzato il fatto che Mourning Dove abbia rifiutato l'idea del sangue misto come razza in via di estinzione ma abbracciato in questo la sua fede nella sopravvivenza indiana.
    Nel complesso "Cogewea" è un buon romanzo che, una volta iniziato, rende difficoltoso interromperne la lettura.
    (Luisa Debenedetti)

    Citazioni da questo libro:
    [...] apparentemente non c'era che una strada per lei: quella della mediocrità e dell'oscurità. Considerata con sospetto dagli Indiani ed evitata dai Caucasici: dov'era mai il posto per quella razza disprezzata?

    Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime mentre si allontanava, rimuginando sulle parole pronunciate con sempre maggiore leggerezza dalla razza "superiore" nei confronti della sua gente: sugli insulti incessanti proferiti alle donne indiane dai "gentiluomini" bianchi. Rimpianse con una fitta di dolore la scomparsa di un'epoca in cui non c'erano uomini "superiori" a "guidare" la sua razza dalla mente semplice verso una civiltà così manifestamente priva della legge primitiva del rispetto della donna, sostituita ora da una consuetudine sociale che permetteva l'insulto più volgare e oltraggioso nei confronti dei più deboli, nella più sfacciata impunità.

    La saggezza arriva con il passare delle nevi. La mia mente è stata congelata dal respiro del tempo. L'uccellino nel nido non conosce gli ampi sentieri del cielo. Il pericolo alato abbonda dove si aggira il falco.

    Noi, di una razza disprezzata, viviamo in un mondo a parte e quando usciamo dal recinto eretto intorno a noi, incontriamo solo problemi. Vorrei solo che il recinto non potesse essere scavalcato dalle creature senz'anima che ci hanno sempre dato la caccia.



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