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Genere: Narrativa

Trama:
Nelle atmosfere padane narrate da Gilberto Furlani dove si recita il rosario nella stalla e si fa l'amore nel fienile si muovono sentimenti oggi sconosciuti. Odi e amori degni di questo nome che attraversano vite intere. Storie che sorprendono e inteneriscono, che indignano e affascinano. Che fanno trepidare come la baraonda che nasce attorno al pozzo dove si teme sia caduta la nonna. O che commuovono nel profondo, come il vecchio che nel cuore della notte brinda alla morte che sta arrivando. Ci sono temporali estivi con tuoni, fulmini e goccioloni grandi come monete. E inverni con freddi tremendi e gambe di neve. I tratti ruvidi della vita di campagna, di gente che parla poco e non è mai stata da nessuna parte, ma che conosce i segreti della terra e forse della vita.

Commento:
"Non sono capace di accendere il fuoco, non conosco la preghiera, non sono neppure in grado di ritrovare il posto nella foresta, tutto quello che so fare è di raccontare questa storia". Dovrebbe bastare. E bastò. E se Dio avesse creato l'uomo perché gli piacciono le storie?
Poche righe, tratte da uno scritto di Elie Wiesel e riportate dall'autore nella sua postfazione, sembrano scritte su misura per questi racconti di vita padana raccolti negli anni di lavoro come medico di famiglia; piccoli aneddoti raccontati dai propri pazienti e trasformati - attraverso la penna abile di Furlani - in storie magiche, in preziosi quadretti di una vita quotidiana ormai dimenticata. Da Marisa, convinta di essere posseduta dal demonio, ai ricordi di Servilio, che vive ancora con il rimorso di non aver perdonato un compagno di gioventù; da temporali primaverili, con goccioloni grandi come monete, complici di incontri clandestini in un fienile, a Silvia, che per sposarsi prende in prestito le scarpe della maestra del paese. Dai ricordi di Pericle, fuggito da un campo di lavoro tedesco, al novantenne in fin di vita che stappa una bottiglia di Porto e chiede al medico di brindare con lui, augurandogli di avere fortuna perché quel che conta al mondo è la fortuna.
Luoghi, persone, immagini, colori e profumi si fondono tutt'uno. Le vicende e i nomi dei protagonisti, volutamente mescolati, vanno a comporre un'unica immagine di un'umanità povera nei mezzi e talvolta ignorante, ma ricca di sentimenti e generosità. Uomini e donne che affrontano le avversità della vita, sempre e comunque con la speranza di un futuro migliore, insegnando ai propri figli il valore delle piccole cose e l'importanza di prendere la vita così come viene, tenendosi allegri con le storie.
Adesso invece "il mondo è cambiato e siamo tutti signori. Eppure hanno tutti il muso lungo e non si sente fischiare più nessuno. Neanche gli uccelli.
Lo stile asciutto ed essenziale di Furlani non gli impedisce di regalarci immagini poetiche, ricche di emozioni, di ricordi, ma anche di sogni e speranze; immagini che tradiscono un forte attaccamento al proprio territorio e alla propria gente e che ci permettono di fermare il tempo, tanto da affezionarci irreparabilmente a questa Umanità ormai perduta.
(Raffaella Galluzzi)



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