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Genere: Narrativa

Trama:
Estate 1974. In una provincia italiana ammalata di sole, ipocrisia e conformismo, Vincenzo Vanarosa è solo un bambino di undici anni che, attratto dal mondo dello spettacolo, ama ballare e cantare indossando improbabili abiti di scena. Una passione scandalosa da spingere suo padre a punirlo con violenza. A consolare il piccolo Vincenzo c'è Boris, un quindicenne forte e sicuro di sé. I due diventano amici. All'improvviso, arriva anche Susanna, una ragazzina milanese sveglia ed emancipata, venuta al paese per trascorrere l'estate a casa della nonna materna. Fra Vincenzo e Susanna scatta un feeling speciale ma anche Boris è interessato alla ragazza: i due prendono a vedersi di nascosto e, insieme, hanno le prime esperienze sessuali. Finché una tragedia non penserà a stravolgere le cose. il maestro di Vincenzo, un anziano omosessuale, viene ritrovato ucciso. Chi può aver fatto del male a un uomo buono e sensibile che spronava Vincenzo a continuare a ballare e cantare, nonostante tutto?

Commento:
Vincenzo è un ragazzino appena undicenne che vive ad Olivella, una piccola frazione di poche anime sperduta tra le campagne della soffocante provincia (potrebbe essere umbra o laziale). Trascorre le sue giornate passando ore ed ore a ritagliare vecchie copie di "Sorrisi e Canzoni", soprattutto le pagine che ritraggono soubrette famose come Raffaella Carrà, Mita Medici e Loretta Goggi.
Il gioco preferito, quello che fa da solo nella sua camera da letto, consiste nel dirigere "Sorrisi e Canzoni": lì seduto alla sua scrivania, Vincenzo immagina un mondo, a lui così lontano, fatto di lustrini e copertine patinate, di gloria e di successo, in quella tanto sognata Milano con il suo rassicurante rumore delle macchine o quello dei tacchi delle signore eleganti che guardano le vetrine dei negozi.
Invece Vincenzo è costretto a vivere in un paese isolato dal resto del mondo, circondato da interminabili distese di campi di tabacco, con un padre violento e fedifrago ed una madre troppo debole, o semplicemente troppo rassegnata, per pensare di poter cambiare vita. Osserva sconsolato il panorama dalla finestra della sua camera da letto: il nulla. Questo è Olivella: una desolata placca tettonica, un modesto e marginale tassello scivolato via dal puzzle complesso e variegato del mondo.
Durante l'estate Vincenzo stringe amicizia con Susanna, una ragazzina milanese spigliata e affascinante che trascorre le vacanze dalla nonna Rosa, e con Boris, un bulletto di paese con il quale Vincenzo scoprirà la propria omosessualità. Tra Susanna e Boris nasce ben presto un sentimento che va al di là della semplice simpatia e il trio, apparentemente inseparabile, si dissolverà quando il maestro di Vicenzo - dichiaratamente omosessuale e che più volte aveva sostenuto le ambizioni e i desideri di Vincenzo - verrà trovato barbaramente ucciso e quando Susanna scapperà dal paese senza dare alcuna spiegazione a Boris. Quella stessa notte Vincenzo scompare nel nulla e di lui non si saprà più niente...
Le cose belle si trasformano, originano combinazioni ogni volta diverse, si cercano per creare nuove conseguenze, per dare dinamismo alla vita. Le cose brutte, invece, se ne stanno inerti a marcire per sempre, non si dissolvono né si evolvono e rischi di non liberartene mai.
E' quello che succede ai tre protagonisti della storia di Pannacci, che riportano alla mente quei quattro ragazzini di Castle Rock dell'estate del 1959 splendidamente immortalati da Stephen King in "Stagioni diverse". Ragazzini alla ricerca della propria identità, bramosi di inseguire e realizzare i propri sogni, spesso spaventati perché la realtà è molto più cruda di come se l'erano immaginata.
Susanna, che fa innamorare perdutamente Boris e che diventa la migliore amica di Vincenzo, sveglia e disinibita percorrerà, senza che alcuno osi intralciarle il cammino, la sua strada verso il successo: la ritroveremo adulta, giornalista affermata nelle reti Mediaset e indefessa sostenitrice di un Silvio Berlusconi pronto a "scendere in campo".
Boris, troppo legato alla rassicurante routine del paesello, rimarrà ad Olivella, barcamenandosi come può e diventando un uomo un po' rude, restio al progresso ed irrimediabilmente maschilista. Quando incontrerà nuovamente Susanna, scoprirà il segreto tremendo che l'ha fatta scappare improvvisamente quella lontana estate del 1974, ma ritroverà anche una donna profondamente cambiata: ambiziosa e determinata più che mai.
E Vincenzo? Vincenzo, che aveva capito sin da subito di essere un bambino sbagliato, lui che avrebbe dato qualsiasi cosa per sedersi ad uno di quei tavolini del bar della vicina città, facendosi ammaliare dal luccichio dei gioielli delle signore e stordire dai loro profumi; lui, che aspettava con ansia il ritorno di sua madre dalla parrucchiera per poter leggere le riviste patinate che lei prendeva in prestito per il figlio; Vincenzo travolto dalla morte del maestro Celestino, stanco di un padre gretto e violento, decide di sparire. Si incammina tra i campi di tabacco, laggiù fin oltre le colline e di lui non si saprà più nulla.
Ma di Vincenzo rimarrà sempre l'aura ad incombere pesante sulle vite di Susanna e di Boris, così pesante da determinarne quasi i destini. L'unico a riprendersi - in parte - la sua rivincita sulla vita è proprio Boris. Quel ragazzino così scorbutico e violento, ora un adulto rude e intransigente, che impara a convivere con quella realtà piccola e talvolta soffocante, riuscendo a coglierne gli aspetti positivi; dedicandosi ai suoi due figli ed essendo contento della sua vita di merda, che comunque era la sua vita e non l'avrebbe cambiata con niente.
Sullo sfondo della società italiana degli anni '70/'90 - sembra un secolo fa - Giovanni Pannacci traccia abilmente la storia di un'adolescenza difficile. Una storia di amore e di amicizia, di debolezze e paure, di tradimenti e riscatti, di sesso e di mistero, di infinita amarezza. Lo stile fluido e talvolta crudo - ma mai volgare - di Pannacci conduce rapidamente il lettore per mano fino all'ultima pagina, lasciandolo ancora dubbioso sulle reali sorti di Vincenzo e desideroso di continuare a leggere. Da non perdere.
(Raffaella Galluzzi)



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