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Genere: Narrativa

Trama:
Una sagra paesana, una celebrazione della vitalità e della effervescenza dei piccoli centri di una Italia ormai scomparsa; una galleria di ritratti e una sequenza di eventi ora tristi ora lieti, ripetitivi eppure capaci talora di esplodere in sorprendenti casi insoliti o bizzarri. E tutto sotto lo sguardo incantato dell'autore che compie qui, intrecciando storie, il miracolo di resuscitare per se stesso e per il lettore un mondo che certo lo ha visto incantato spettatore.

Commento:
Davvero una bellissima sorpresa il romanzo di G. Filidoro, una piccola perla che (ricordando autori noti quali il nostro Andrea Vitali o l'islandese Jón Kalman Stefánsson di Luce d'estate ed è subito notte) parte da una piccola comunità per parlare di temi di più ampio respiro: l'uomo e la sua intera esistenza.
Il silenzio della neve è, infatti, un mosaico di vite che si intrecciano, si incontrano, si scontrano, vanno avanti in una quotidianità apparentemente calma e senza ombre, ma celando invece innumerevoli segreti, speranze nascoste, dolori e amori.
Una serie di particolarissimi personaggi si muove tra le pagine di questo libro e sembra quasi vivere di vita propria. Persone con caratteri ben definiti, assolutamente reali al punto che sembrano quasi entrare nella quotidianità del lettore, che dopo un po' inizierà a pensare a loro con i nomignoli con i quali sono noti in paese, quasi come se ci si trovasse tra vecchi amici.
I nomignoli, oltre che simpatici, hanno anche il pregio di identificare perfettamente il ruolo e la caratteristica principale di colui che li porta, ecco allora che l'Appuntato è Sceridàn, così chiamato ironicamente dai suoi paesani perché decisamente agli antipodi rispetto al più famoso e decisamente più sveglio tenente Sheridan della nota serie televisiva; ecco che il barbiere è noto come Totò Megafono, per l'idea classica di colui che conosce (e diffonde!) i segreti di tutti; Mario Scorzone, per il carattere ruvido; Concetta Capatosta, per ovvie ragioni e così via per tutti i principali personaggi che si incontrano col procedere della storia.
Questo luogo ameno e ricco di paesaggi piacevoli e riposanti, in cui il lettore si ritrova catapultato anche grazie alle belle ambientazioni descritte dall'autore, dove il ritmo delle giornate sembra scorrere lento e sereno, è in realtà percorso da innumerevoli correnti sotterranee.
Sono i ricordi di errori fatti, di gesti compiuti (o non compiuti) che hanno lasciato il segno e che, nonostante gli anni, sembrano sempre star lì ad aspettare la resa dei conti... perché si sa, il passato prima o poi torna, torna il bisogno di riflettere sulle scelte fatte, la necessità di farsi perdonare per il dolore causato o quella di accettarsi, finalmente, per ciò che si è, con pregi e difetti, virtù e debolezze, semplicemente... se stessi.
Ben scritto da ogni punto di vista, ricco di spunti di riflessione, coinvolgente, malinconico ma anche allegro ed ironico. Un romanzo che vale davvero la pena leggere!
(Maria Guidi)



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