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Genere: Narrativa

Trama:
Un giovane avvocato dedito alle droghe e alla masturbazione, una spogliarellista nana, un veggente livornese, una matricida, un trafficante di colore, uno zingaro psicopatico, una prostituta russa, un palazzinaro pistoiese, un trio di spacciatori, un rapitore, una passeggiatrice di Barcellona, un barbiere del Bangladesh, un barista ceco, una hostess di Bergamo. C'è tutto in questo romanzo divertente e irriverente, fatto di personaggi che poco contano nella partita della vita e che si intrecciano e si impiastricciano l'uno con l'altro fra i bordelli di Praga, le carceri italiane e il Barrio Chino di Barcellona. Perdenti, diseredati, "due di briscola" appunto, la carta che fra quelle buone vale di meno. Eppure talvolta col due di briscola si prende l'asso, si conquista il piatto, si vincono le partite. Nichi Moretti, il vero protagonista di questa storia, è l'antieroe per eccellenza che nulla combina per piacere a chi lo circonda. Eppure è impossibile non volergli bene fin da subito.

Commento:
Una storia iperbolica, questa di Nichi Moretti. E' un'avventura on the road che parte da Prato, tocca Barcellona e finisce a Praga e che ha come sfondo una stravagante commistione di personaggi, un'umanità variegata con la quale il nostro protagonista si trova ad avere a che fare, un po' per sfortuna e un po' per divertimento.
In mezzo a questo intreccio di amicizie e tradimenti, infatti, tra fughe e ritorni, Nichi Moretti è vittima consapevole degli accadimenti, che si diletta nel cacciarsi, con persone variegate, in situazioni sempre diverse.
La fauna umana che gli si presenta, dapprima in carcere e poi nel malfamato quartiere Barrio Chino a Barcellona, è composta da malavitosi, delinquenti, prostitute e chi più ne ha, più ne metta ed è tutta descritta con un tratto narrativo forte, deciso e impertinente, beffardo, ironico e un po' borderline, tra l'esilarante e il drammatico.
Lo stesso Moretti è un personaggio per il quale si può provare un'incondizionata simpatia, per il suo essere brioso e ironico, e contemporaneamente una pungente antipatia, per il suo lassismo di fondo e la sua incapacità di combinare qualcosa nella vita.
Molto divertenti le parte narrative in dialetto, così veraci e spontanee (vedi l'episodio della telefonata della madre di Nichi Moretti con il mago del Marocco) da rendere questo romanzo un momento di lettura davvero piacevole.
(Benedetta Gigli)

Dello stesso autore:
Io Nichi Moretti



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