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Nessuno nasce pulito: poesie esperienziali
di Michele Nigro

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    Casa Editrice: Edizioni Nugae 2.0 - 345 pagine
    Disponibile in formato cartaceo e ebook




  • Genere: Poesia

    Trama:
    "...La presente raccolta contiene poesie esperienziali... [...] E' una poesia fatta di folgorazioni e intermittenze della mente. Il poeta registra stati mentali, impressioni, epifanie. E' una poesia urbana, che non ricerca una lingua pura, panica e arcaica. La sua parola non è una mimesi della realtà né del parlato. E' una voce autentica, che adopera slittamenti di senso e si pone contro la linearità..."
    (dalla Postfazione di Davide Morelli)

    "...lo stile di Michele Nigro è unico, personalissimo, con chiari riferimenti alla sua variegata formazione, cosa che ne fa un autore completo. Padroneggia il linguaggio, alquanto ricercato, tanto che le sue poesie sono ricche di minuzie che creano nel lettore vere e proprie immagini. Ottime le costruzioni sintattiche (diverse dislocazioni), utilizza ossimori (prigionieri liberi, presente assente), scomoda l'antropologo Marc Augé e i suoi "non luoghi". Mentre l'opera è pregnante di scienza e filosofia, la religione viene sfiorata, vorrebbe quasi accantonarla, ma il palese laicismo deve necessariamente confrontarsi con la filosofia e la religione. La sua opera è un viaggio sulle ali dell'incertezza, con continui attacchi al presente, un ciclico tornare indietro per la preoccupazione di aver vissuto male, o quantomeno di non aver vissuto fino in fondo la propria vita. Non c'è paura, però, né del buio né dell'avventura..."
    (dalla Prefazione di Antonio Scarpone)

    "...E a voi, a me, reduci da tante, troppe docce al giorno, riparati dietro occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero, riabilitati da profumi complessi e dentifrici sbiancanti, dico: "nessuno nasce pulito"...
    (dalla Premessa dell'Autore)

    Recensione:
    Michele Nigro ci offre una ricca raccolta di pensieri, riflessioni, parole in forma poetica.
    Ci svela il proprio disagio intellettuale e sociale, attraverso considerazioni profonde sulla propria esistenza e sulla società di cui siamo parte.
    I contenuti che emergono dai versi dell'autore sono riconducibili a due tematiche esistenziali: il ripensamento del proprio vissuto e il rapporto con il mondo in cui viviamo, criticato, a tratti ferocemente.
    Il suo poetare colpisce il terribile consumismo che c'imprigiona, lo status symbol, la moda e i modelli costretti dal marketing e da una società disegnata da chi impone stili e modi di vivere.
    Lo fa intensamente; è chiaro che i componimenti nascono da ponderati momenti di profonda riflessione.
    Lo sguardo rivolto al proprio passato, meglio, ai “possibili passati”, tinge di rammarico molte poesie.
    Sorgono dubbi e interrogativi tra le pieghe delle parole, delle immagini; a volte s'intridono di speranza, altre di rassegnazione.
    Non si tratta di pura malinconia per i tempi andati, né di semplice crogiolarsi nei ricordi.
    L'autore ha un approccio più filosofico, più teoretico, come se volesse incastonare questi pensieri nel codice del proprio io interiore che, per fortuna, nel suo caso non é “in esilio”.
    Dal punto di vista formale il verso libero regna sovrano. Il lessico è forbito, ricercato. Ossimori e assonanze sono utilizzati con sapienza e con gusto. Anche l'elemento grafico ha, in più casi, importanza stilistica.
    Peccato che abbia abbandonato del tutto le forme della tradizione poetica, con la sua sapienza lessicale e con l'intelligente utlizzo delle figure retoriche, avrebbe anche lì capacità espressive di livello.
    La musicalità è l'aspetto meno perseguito. I versi, volutamente, fioriscono non grazie al ritmo. Ma sono queste scelte stilistiche molto personali che, comunque, non limitano assolutamente il gesto artistico dell'autore. Nigro infatti raggiunge lo stesso risultati letterari eccellenti.
    Scarpone, nella prefazione, sottolinea giustamente la vicinanza a Quasimodo e a Cardarelli, ai quali aggiungerei Montale, autore presente nella poetica di Nigro.
    Un'opera importante, profonda, colta, ben composta e, come scrive Morelli nella postfazione, “Aliena da luoghi comuni”.
    (Paolo Tognola)



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