Casa Editrice: Fratelli Frilli Editori - 208 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Poliziesco
Trama:
Il cadavere di un marsigliese trovato nel greto del torrente Bisagno il giorno dopo l'ultima alluvione che ha colpito la città di Genova e una donna scomparsa a Barcellona. Cosa unisce i due casi e, inevitabilmente, le due città? La terza indagine di Pagani e Marino si snoda nei due grandi porti del Mediterraneo: tra papponi, trafficanti di esseri umani e criminali dal cuore nobile. Mentre il commissario Pagani indaga sulla morte del marsigliese, il giovane professor Marino si imbarca insieme all'ispettore Pittaluga alla volta della città catalana per un'inchiesta parallela che metterà di fronte i protagonisti alla condizione di eterno naufragio in cui vive l'essere umano. Una deriva che non è solo spirituale, ma troppo spesso assume i colori drammatici della tratta di esseri umani, in particolare donne che vengono obbligate alla prostituzione.
Recensione: "Un biglietto per il naufragio" è un poliziesco dal ritmo serrato che si svolge tra Genova e Barcellona, all'interno di un complesso giro di sfruttamento della prostituzione.
Alessio Piras mostra una grande abilità nel "palleggiare" le due scene in cui si svolge la vicenda, saltando dall'una all'altra in maniera fluida e mantenendo il ritmo sempre alto, anche se per certi versi la storia scorre fin troppo facilmente dall'inizio alla fine, senza particolari colpi di scena.
Il mondo del crimine legato allo sfruttamento della prostituzione viene descritto in maniera lucida e diretta, come lo vedrebbe la mente di un investigatore, individuandone gli schemi e le modalità, senza lasciare spazio a discese nella mentalità e nel linguaggio dei criminali, e per questo, pur narrando vicende crude e violente, il libro è comunque adatto ad un pubblico vasto.
A condurre l'indagine, come nei precedenti libri di Piras, ci sono sempre Pagani e Marino, ma i personaggi più interessanti e che colpiscono di più sono quello della loro collega di origine messicana Pilar, che s'infiltrerà nel giro di prostituzione ed avrà modo di mostrare una profondità non indifferente, e quello di Raissa, che fa da filo rosso tra la vicenda genovese e quella spagnola.
Quando si giunge alla fine della lettura rimane l'impressione di un libro ben congegnato e ben scritto, che sarebbe stato ancora migliore con qualche pagina in più per dare più corpo alla vicenda. Di sicuro però non mancherò di attendere la prossima inchiesta di Pagani e Marino.
(Renato Marelli)
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