Casa Editrice: Leone - 96 pagine
Disponibile in formato cartaceo
Genere: Poesia
Trama:
Viaggiare con le parole su sensazioni per disegnare nei ricordi un nuovo tempo. E in questo tempo regna la Regina dell'Altrove, talvolta solo nebbia, poi appassionata, colorata, forte, fa da guida e da metafora degli Altrove dell'autore. L'abbiamo incrociata tutti questa Regina: sono incontri, sentimenti, emozioni che si insinuano nel quotidiano regalandoci un altrove sfaccettato, ricco di sinestesie del cuore e della mente. Non è sempre benevola, ma è sempre importante averla incontrata.
Recensione: "La Regina dell'Altrove" è una raccolta di poesie di Giulio Musenga.
Cosa dire dopo aver letto la presentazione scritta da Mariastella Malafronte? Innanzitutto che la citazione del "Fu Mattia Pascal", scelta ad introdurre la raccolta è intrigante, ma veniamo al dunque.
Colpisce immediatamente il tipo di scrittura, diretto e senza fronzoli, audace "altrove" di chi sogna e racconta ciò che è stato o forse no, che ci dà una lezione geniale: noi siamo di fronte alla vita che non è il resto ma il tutto: "e ti accorgi di avere in tasca/ in un mazzo di carte strampalate,/ convinte di essere la sorte,/ quella sola che davvero vale (…)" - Amici sconosciuti -
Si percepisce nei versi, una continua tensione, necessità, un navigare inquieto dello sguardo, questo cammino incessante si concretizza nel lessico che esprime questo continuo ondeggiare, trasportato dal vento, dal qui al lontano: disfarsi e ricomporsi, salire e scendere, andare, tornare, nascere, crescere e morire, perdersi e ritrovarsi sotto l'egida della Regina dell'Altrove che domina le contraddizioni e la complessità dell'esistenza. "...la linea del sorriso/ ora stanco/ ora suadente/ ora linee/ di abitudini sofferte/ ora simili a tesori/ sparsi e sgargianti/ e ancora/ pianti e risa/ addii e ritorni/ felicità impazzita/ e gorghi, i più profondi." - La Regina dell'Altrove -
Il canto mai è disperato bensì ha un supplemento di speranza: "Si vola in alto/ e non dentro a una prigione,/ così m'imbratto anch'io del tuo stesso arcobaleno/ ed esco in strada immaginando/ che uscirò volando/ verso quel mondo/ che io stesso/ sto già creando." - Uscirò volando -
L'essere umano non può divenire sedentario, identificarsi completamente con un luogo, non provare curiosità verso l'altrove. E' sufficiente alzare lo sguardo al cielo, al volo degli uccelli, per comprendere come il nostro luogo di nascita e residenza, la nostra casa, non sono la nostra unica sede. E analogamente il mare o la corrente di un fiume indicano che sono tante le strade della vita, tanti i percorsi possibili. Non il nomadismo, l'insofferenza che induce a fuggire, ma la percezione dell'altrove, che sola ci consente di incontrare l'"altro".
Queste poesie sono gemme, ogni verso non è soltanto la perizia di chi sa scrivere, è qualcosa di più, una sorta di catarsi della parola che assomma in sé diversi significati. Come se ogni lettera fosse scalfita sulla pietra.
E' come leggere un dialogo in versi raccontato all'infinito: non ha tempo, non ha età, si dispiega in mille ordini naturali che salvano l'Umanità dalla fine dell'esistenza.
Vi sono poesie che offrono il senso di un legame e di un amore che trascende ogni parvenza di razionalità nella consapevolezza della parabola di ogni creatura per approdare attraverso la rimembranza a rivivere i momenti più belli e più intensi con le persone care: "(...)perché una donna che mi piace/ la voglio complice/ non amante del mio tormento,/ la voglio non per sesso/ ma un confondersi complesso." - La donna che mi piace -
La poesia di Giulio sale dal profondo dell'anima, diventa pathos in un altalenante oscillare del pensiero poetante tra la sua esistenza calata nell'oggi e l'eden di un tempo felice in cui un io segreto si manifesta con sincerità di sentimenti.
Siamo al cospetto di una poetica capace di riconoscere nell'esistenza comune elementi di profonda universalità affettiva e, dunque, di speranza.
La poesia è un mezzo di trasporto per l'"altrove" pari all'amore, ma "altrove" non è evasione dalla realtà, tutt'altro: la poesia fa da trait d'union tra l'amore che può esserci fra due persone e l'amore per il mondo, è una forma di conoscenza della realtà praticata attraverso le parole che ospitano l'essenza delle cose.
Vi sono poesie che sono produzione consapevole di parole rivolte a un "altrove", in rivolta, alla ricerca di un accordo con la naturalità della terra che coincide con uno stadio intermedio dell'apparire, tanto da indicare il momento in cui l'immobilità dell'essere s'incrina e sperimenta l'ingiustizia del tempo.
Poesie che colgono l'essenza della vita e tendono a farsi vita esse stesse, custodendo il mistero dell'essere che è dato dall'eccedenza della vita con le sue molteplici facce in molti casi contrastanti tra loro: più ci si avvicina al principio, tanto sono più chiare le contraddizioni. Il principio nasce dall'oltre dell'evidenza, ci rivela che la finestra aperta è solo legno e vetro se non viene messa in relazione con la luce del mattino e il profumo del mare (come in Un quadro).
Consiglio vivamente questo viaggio emozionale tra le fragilità e i limiti nella gestione del sé in rapporto agli altri, nei sentimenti e nelle connessioni dei rapporti uomo/natura.
(Luisa Debenedetti)