Casa Editrice: La nave di Teseo - 51 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Saggi
Trama: "Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l''Ur-Fascismo', o il 'fascismo eterno'. L'Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: 'voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!'. Ahimè, la vita non è così facile. L'Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme - ogni giorno, in ogni parte del mondo." (Umberto Eco)
Recensione: "Il Fascismo Eterno" di Umberto Eco, edito da La nave di Teseo, è la trascrizione di un discorso, direi una lectio magistralis, tenuto alla Columbia University nel 1995.
Oggigiorno, la parola "fascista" è usata con grande facilità e leggerezza. Viene spesso ritenuta come una sorta di "insulto di culto". Qualcuno o qualcosa è fascista quando cerca di imporre leggi o regole arbitrarie agli altri. Nella storia recente, il fascismo era un'ideologia mistica e un movimento politico, quello fondato da Benito Mussolini in Italia durante il periodo tra le due guerre mondiali. Per estensione, la parola è stata anche usata, impropriamente per dirla con Eco, riferendosi al nazismo e ad altri movimenti totalitari.
Cosa hanno in comune i "fascismi" contemporanei con quelli storici?
Eco si è concentrato sulla parola "fascista" per chiarire alcune delle sue implicazioni, lo distingue, ad esempio, dal nazismo di Hitler, sebbene ammetta che "si può giocare al fascismo in molti modi, e il nome del gioco non cambia". (pag.31)
L'intuizione chiave del saggio è che è impossibile definire chiaramente il fascismo, e il modo di pensare che ne è alla base, perché abbracciano molti elementi contraddittori.
"Il fascismo era un totalitarismo fuzzy, un collage di diverse idee politiche e filosofiche, un alveare di contraddizioni". (pag.25)
Questa tensione interna spiega anche perché il termine "fascista" sia diventato un toccasana per movimenti autoritari tanto diversi come il nazismo, il falangismo di Franco o il nazionalismo croato.
Eco, cresciuto sotto il regime fascista di Mussolini in Italia, aveva familiarità con la natura confusa del pensiero fascista. E da semiotico, capì che le dichiarazioni vaghe e spesso contraddittorie dei fascisti contenevano ancora un messaggio puntato.
"Il fascismo era filosoficamente scardinato, ma dal punto di vista emotivo era fermamente incernierato ad alcuni archetipi". (pag.31)
Quindi, piuttosto che cercare una definizione di cosa sia esattamente il fascismo, Eco ha cercato di capire i suoi fondamenti emotivi, il tipo di visione generale del mondo che punta al fascismo, individuandone 14 punti distintivi avvertendo che:
"Tali caratteristiche non possono venire irreggimentate in un sistema; molte si contraddicono reciprocamente e sono tipiche di altri tipi di dispotismo o fanatismo. Ma è sufficiente che una di loro sia presente per far coagulare una nebulosa fascista". (pag. 33)
La lista di Eco è affascinante, sia di per sé, sia come spiegazione del perché in molti sentano che c'è qualcosa di "fascistico" in molte forze nate e cresciute in diverse aree del mondo.
Nel rivedere questi punti, è difficile non pensare agli attuali politici che, si potrebbero definire "dittatori televisivi", che utilizzano i mezzi comunicativi di massa (TV e Web) attraverso cui esercitano un populismo selettivo istigato dalla xenofobia, e in cui la stessa classe politica viene scelta da una élite di persone carismatiche e fotogeniche. Ciò viene presentato, spesso, senza alcuna preparazione nel pensiero critico e nell'arte del governo.
L’auspicio di Eco è che ci sia tempo per imparare dal passato per non ripeterne gli errori in futuro, considerato che l'ascesa di qualsiasi nuova forma di potere totalitario è sempre arrivata accompagnata da rinnovate forme di resistenza, e in cui la differenza e la collaborazione predominano (al posto di indifferenza e collaborazionismo).
Leggere oggi l'analisi approfondita di Eco del fascismo e delle sue caratteristiche non colpisce solo per la sua lucidità ma, purtroppo, per il suo carattere profetico, tanto più data la sconcertante riluttanza dei media e dei politici (italiani e internazionali) nell’usare la parola "fascista" quando commenta il numero sempre più allarmante di movimenti, partiti, atteggiamenti, incidenti e crimini che, sebbene riconoscibilmente di natura fascista, sono solitamente etichettati solo come (estrema destra) "populismo", "teppismo" o "eccessi".
Inutile dire che l'intero saggio di Eco è assolutamente degno di essere letto, più di vent’anni fa, il suo pensiero critico è sorprendentemente attuale.
(Luisa Debenedetti)
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