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Gli eroi son tutti giovani e belli
di Francesca Giannone

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    Casa Editrice: Abel Books - 154 pagine
    Disponibile in formato ebook




  • Genere: Narrativa

    Trama:
    Qual è il prezzo del riscatto? Per Edoardo è la perdita: degli amici e della donna che ama. Ed è il tradimento: degli ideali che aveva ereditato e per cui si era battuto.
    Cresciuto in Salento negli anni del secondo dopoguerra, Edoardo ha conosciuto in suo padre l'orgoglio del lavoro nei campi, lo sdegno di fronte ai rapporti di forza, la lotta politica e il suo tributo di sangue.
    Trent'anni dopo - gli anni di Piombo - Edoardo paga col carcere un attentato fallito. Qui, col pensiero fisso a sua madre e alla sua donna, Claudia, si fa sedurre da promesse facili di libertà e di ricchezza. Entra nel sindacato, nella zona grigia tra la legalità e il crimine organizzato, al soldo della Sacra Corona Unita.
    A spingerlo a tanto, a violare la memoria del padre e il suo sacrificio estremo alla ricerca di giustizia sociale - un sacrificio di cui Edoardo bambino fu testimone, e che ha ancora impresso negli occhi - è paradossalmente la volontà di riscatto. Ma a realizzarlo può essere solo il denaro...
    Un romanzo di (de)formazione che si muove tra le età dell'innocenza e dell'esperienza, una parabola in cui il risarcimento ai Padri diventa inscindibile dal loro tradimento.

    Recensione:
    "Gli eroi son tutti giovani e belli" di Francesca Giannone è un romanzo il cui tema fondamentale è la volontà del riscatto e della giustizia sociale che fonda le sue radici nell'infanzia del protagonista, Edoardo, un uomo che ricerca il superamento del sé come individuo, concentrandosi invece sullo stretto legame tra memoria privata e memoria collettiva, sulla forza dei condizionamenti sociali, su ciò che lo rende figlio e interprete di un ben determinato momento storico e paradigma culturale.
    Le vicende, ambientate su tre piani temporali (primo dopoguerra, fine anni '70 e anni '80) scorrono come un fiume alternandosi sullo schermo del ricordo e del presente che, grazie all'acutezza, alla profondità, all'intransigenza e anche alla durezza della scrittura, diventano narrativa, capace di emozionare, ma anche di indignare, di irritare e coinvolgere il lettore.
    La prima persona è riservata alle ampie porzioni in cui il protagonista bambino si perde e si espande dentro la storia della generazione dei genitori. La potenza del condizionamento sociale sulle esistenze di tutti quanti, alla ricerca della libertà, si rispecchia, all'interno del romanzo, nella soverchiante preponderanza degli eventi esterni sulle vicissitudini private.
    L'analisi dell'autrice si manifesta con grande forza quando rappresenta i fatti, nudi, certi, spogliati del corollario di emozioni che li accompagna nella narrazione classica, ma messi in fila in modo tutt'altro che inconsapevole. La scelta di non utilizzare sempre la prima persona singolare è già una dichiarazione di intenti. L'utilizzo dell'Io avrebbe presupposto infatti un punto di vista costante, un'unità della voce che si esprime, uno sguardo e uno solo su un mondo in trasformazione, quando invece la ricerca di Edoardo va in direzione contraria, quello che vuole è ritrovare l'Io di ogni fase della sua vita, il modo in cui questo Io cangiante e instabile vede se stesso e la realtà.
    Lo spartiacque tra un'epoca e l'altra è ben marcato dal rituale del pranzo domenicale con la famiglia, dal passaggio dal ragù finto senza carne a quello vero. La vicenda dell'occupazione delle terre dell'Arneo è un fatto storico e rilevante, nei 45 giorni tra il dicembre 1949 e il gennaio 1950 una massa imponente di braccianti e contadini poveri si mossero "con bandiere al vento portate su biciclette", in modo quasi spontaneo e poco organizzato, ma inarrestabile. La rivendicazione dei lavoratori era chiara: non ci si poteva fermare a un possesso temporaneo, ma si puntava a ottenere dei contratti di enfiteusi (contratto che permette a un lavoratore che lo stipula con un proprietario la libertà di decisione sul raccolto e sui proventi, ma soprattutto permette, a certe condizioni, che il lavoratore possa acquisire nel tempo la proprietà della terra. Per questo era preferito politicamente alle altre forme di contratto agricolo), che aprivano la prospettiva dell'acquisizione definitiva delle terre da parte delle cooperative bracciantili.
    Nel romanzo sono presenti due figure significative dell'evento: Cosimino (al secolo Cosimo Ingrosso) e "lu patrunnu" il barone Tamburrino (nella realtà era Tina Tamburino, una delle principali latifondiste).
    Un'ultima considerazione sul titolo, tratto da "La Locomotiva", il famoso brano di Guccini. Nella fantasia gli eroi sono tutti giovani e belli: Guccini attinge al repertorio dei cantastorie, che hanno percorso per secoli (per millenni) la nostra storia, e che fino agli anni '60 capitava ancora di incontrare nelle piazze e nelle fiere. Così furono trasmesse anche l'Iliade e l'Odissea, e i grandi poemi epici di tutto il mondo e di tutte le epoche: a voce, senza scrivere, a memoria. By heart, come dicono gli inglesi: si traduce "a memoria" ma il significato letterale è "con il cuore".
    Ripetere l'ultimo verso, in quel modo, serve per non far perdere il filo a chi ascolta, e per attirare l'attenzione dei passanti; se fatto bene (ci vuole orecchio, classe, senso del ritmo e della rima: non è da tutti) si ottiene un effetto di grande suggestione. Dunque, Guccini, e penso anche la Giannone, non ci stanno affatto dicendo che gli eroi sono davvero tutti giovani e belli, così come non ci dicono che davvero auspichino il trionfo della giustizia proletaria: sono i loro protagonisti che lo pensano. Può darsi che il narratore sia d'accordo con la storia che racconta, ma non è affatto scontato anche perché se "il fine giustifica i mezzi" non sempre i mezzi sono giustificabili.
    Un buon libro, ben scritto, e ben documentato, un romanzo che si alterna tra le età dell'innocenza e dell'esperienza, la realtà e la finzione, in un percorso in cui il risarcimento ai Padri diventa imprescindibile dal loro tradimento.
    (Luisa Debenedetti)



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