Casa Editrice: La Feluca - 204 pagine
Disponibile in formato cartaceo e ebook
Genere: Giallo
Trama:
Mossi da una solida amicizia, due amici, l'uno poliziotto misogino e l'altro, un medico mutualista ficcanaso, alternando non poche incomprensioni, si metteranno alla ricerca dell'omicida di un noto ingegnere.
Recensione: "Dal ricordo al rimpianto" di Vincenzo Ragno, è un "giallo" la cui trama rispecchia i canoni classici del romanzo poliziesco senza particolari virtuosismi e, al tempo stesso, senza mai cadere nel banale e nello scontato riuscendo a dare vita a una storia originale e coinvolgente ambientata in una innominata città meridionale, che l'autore rivela nella sua nota essere Messina. Sotto un cielo spesso coperto di nuvole e squarciato dai lampi, si intrecciano storie e vicende di un'umanità varia e complessa sferzata da raffiche di vento e scrosci di pioggia.
Il caso da risolvere è quello dell'omicidio di Gregorio Lago, noto ingegnere del luogo, rampollo di una ricca famiglia che sta attraversando un periodo travagliato sia in ambito professionale sia, e soprattutto, in quello familiare. Gregorio non è molto presente in famiglia, motivo per cui la moglie Mimma passa da un amante all'altro e il figlio Massimo evita di avere rapporti, anche verbali, con lui.
Al termine di una causa di lavoro, dalla quale è uscito vincente grazie ad un'astuzia dell'avvocato, Gregorio si trova a fare i conti con la propria coscienza, le proprie mancanze di marito, di padre e con il passato che si ripresenta nei panni di una vecchia amica psicologa con cui si incontra casualmente e con la quale sembra riuscire ad aprirsi e decidere il riavvicinamento con la moglie. Purtroppo l'ingegnere verrà assassinato nell'androne del suo palazzo.
Il lettore entra immediatamente in sintonia con lo stile essenziale e diretto di Ragno. La sua narrazione è pulita e priva di divagazioni, perfetta e molto apprezzabile per il genere; si nota subito la totale assenza di eccessi: nessun dettaglio macabro sull'omicidio, nessuna minuziosa descrizione di scene di sesso, nessun comportamento eccentrico dei personaggi.
Un altro punto di forza sono i due protagonisti principali: Giulio il poliziotto e Antonio Sergi, il medico della Mutua, dei quali salta all'occhio la normalità, cosa non comune nei romanzi del genere dove spesso l'investigatore ha caratteristiche da super-uomo, e la profonda complice amicizia che li lega. Il lettore si trova di fronte a due personaggi molto umani, con tutti i loro pregi, difetti e insicurezze.
Oltre all'aiuto dell'amico, prezioso anche perché in gioventù apparteneva alla stessa compagnia della vittima e di conseguenza conosce molti degli attori della vicenda, ci sono anche le intuizioni di Elisa, moglie di Antonio, che oltre a tenere a freno l'impeto e la curiosità investigativa del marito, partecipa all'indagine e riesce a sfondare quel muro di misoginia che Giulio si è eretto intorno, facendogli conoscere Tania, la donna di cui si innamorerà.
Una delle cose che più si apprezza del libro è la descrizione dei rapporti umani, a volte anche umoristici, sia tra i componenti della famiglia di Antonio, sia all'interno del nucleo di polizia; la grande umanità nei rapporti tra i personaggi emerge decisamente come caratteristica saliente dello stile dell'autore.
In questo contesto l'autore esplora a fondo la natura umana attraverso complessi rapporti familiari e interpersonali, e attraverso dinamici rapporti sociali che si dipanano nel milieu di una società solo apparentemente idilliaca, dietro la cui facciata di benessere si annidano le macerie del fallimento, fatto di vite meschine, di personaggi frustrati, di esistenze precarie e fragili, di adolescenze distrutte dall'astio.
Il plot giallistico appare molto british, come accadrebbe in una "crime novel" inglese epurata da qualsiasi crudezza e molto incentrata sugli indizi e sul coinvolgimento quasi giocoso del lettore, in cui però le relazioni umane prevalgono sul crimine in sé. Lo stile asciutto e i dialoghi semplici (proprio per questo credibili ed efficaci), contribuiscono a rafforzare questa sensazione.
A conferire maggior dinamismo a una narrazione per la verità già abbastanza rapida e fluida, intervengono, qua e là, dei binari narrativi secondari rappresentati dai ricordi che vengono riproposti e che intersecano quello principale. Si tratta di interventi molto ben dosati e calibrati, che non disturbano l'andamento della trama e anzi la pungolano e l'arricchiscono.
Numerose e tortuose sono le vie, che confluiscono nella via Maestra della soluzione finale, e che il dottor Sergi percorre con l'inseparabile sigaro, le cui volute di fumo fungono da indicazioni per l'amico ispettore. Si poteva intuire il colpevole? Probabilmente, ma Ragno (mi scusi il gioco di parole) ha tessuto bene la sua tela e trattiene il lettore quel che basta perché segua attentamente e con costante tensione l'iter dell'indagine.
Niente di nuovo sotto il sole, forse, ma un buon libro dalle classiche e decise tinte gialle, ben scritto, avvincente e difficile da posare prima della fine, che di sicuro appagherà gli amanti del genere, nonché il lettore meno avvezzo o più generalista.
Non ultima annotazione è la colonna sonora, sì perché la musica è sempre presente tra le righe: Mike Oldfield è più volte richiamato con il suo album Ommadawn, uno dei più grandi pezzi di musica progressive del XX secolo, questa musica che sfida, ma che ispira anche una profonda reazione emotiva, è ideale sottofondo per la vicenda e le vite dei personaggi. E poi i Dream Theater gruppo prog-metal, Sandy Denny - cantante folk blues britannica - che io immagino cantare in The Battle of Evermore con Robert Plant (uno dei brani più belli di Led Zeppelin IV); significativa a mio avviso la citazione dall'album "Felona e Sorona" de Le Orme che introduce il libro. Felona e Sorona, due pianeti che orbitano attorno al loro sole con una bizzarra caratteristica che, a mio avviso, è la metafora della storia: legati indissolubilmente l'uno a l'altro, uno dei due, Felona, è costantemente illuminato dalla luce del sole, mentre l'altro, Sorona, è immerso nel buio eterno. Felona e Sorona sono, in realtà, un pianeta solo che si chiama "Terra", governato da un Creatore che si deve essere divertito a creare contrapposizioni, binomi, inestricabilità, contraddizioni spaventose, il tutto e il contrario di tutto.
(Luisa Debenedetti)
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