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Che fine ha fatto Sandra Poggi?
di Davide Pappalardo

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    Casa Editrice: Pendragon - 207 pagine
    Disponibile in formato cartaceo




  • Genere: Noir

    Trama:
    Milano, dicembre 1973. Libero Russo, scalcagnato investigatore, viene contattato da uno sconosciuto nella sua bicocca al quartiere Isola, dove vive in compagnia di un gatto e delle canzoni di Fred Buscaglione. Deve rintracciare Sandra Poggi, una ragazza della Milano bene di cui si sono perse le tracce. Un caso all'apparenza semplice, visto che la giovane è in contrasto con la famiglia. Libero, alle prese con i propri tormenti interiori e con la nostalgia per la sua terra, la Sicilia, intuisce che potrebbe non trattarsi semplicemente di una fuga da casa. In un vorticoso giro di giostra tra Milano, Venezia e Bologna, l'investigatore entra in contatto con neofascisti, strizzacervelli, prostitute, doppiogiochisti, movimentisti, poliziotti corrotti, per cercare di arrivare a Sandra, che sembra volatilizzarsi ogni volta che l'afferra, in un gioco di specchi in cui non si sa più chi è l'inseguito e chi l'inseguitore...

    Recensione:
    Molto spesso, leggendo un libro, bisogna avvicinarsi piano piano alle parole e alla trama, prima di vivere pienamente la storia.
    "Che fine ha fatto Sandra Poggi?", invece, sin dalle prime pagine si rivela un libro appassionante, intrigante, divertente... insomma unico.
    La scrittura, la concretezza delle immagini descritte, la semplicità e, contemporaneamente, la ricchezza della trama, affascinano e tengono viva l'attenzione.
    La voce narrante del protagonista, che racconta la vicenda in prima persona, ci accompagna prima con delicatezza e poi sempre più intensamente all'interno di un mistero dai tratti semplici, ma dove i legami tra i protagonisti e l'ambiente circostante, diventano sempre più forti.
    "Quel che non sapevo, però, era che quella storia della ragazza scomparsa ne avrebbe aperte molte altre, come una matrioska crudele."
    Davide Pappalardo ha una particolare capacità narrativa, il suo stile è pulito e spesso ironico. E' un autore che sa usare le parole, senza mai eccedere nella volgarità e in descrizioni che possano risultare ridondanti e superflue.
    "Il cane iniziò a lamentarsi e si mise dritto a poppa. O forse era a prua [...] Il cane si era rannicchiato a prua. O forse era a poppa."
    Le diverse ambientazioni, Milano, Bologna e Venezia, che si ritrovano in questo romanzo, contornano perfettamente i personaggi. Il tutto è arricchito da un senso malinconico di una lontana Sicilia, che rende ancora più piacevole il viaggio nella lettura di questo noir.
    "E il regno delle due Sicilie si riformava per le strade di Milano."
    Davide Pappalardo non è una scoperta, ma è una conferma. Ancora una volta si è dimostrato un autore interessante e dal tratto inconfondibile.
    Leggendo questo noir, sembra di vivere in un telefilm degli anni '70, dove gli elementi che legano l'omicidio e la sua risoluzione vengono mostrati quasi con cautela, per far assaporare anche gli aspetti umani dei protagonisti, arricchendo l'indagine con elementi intuitivi.
    Non è così scontato che leggere, apprezzare e recensire possano essere azioni vissute con un libro, eppure il romanzo di Davide Pappalardo, così coerente e credibile, mi ha portata a leggerlo, ad apprezzarlo e con grande piacere a recensirlo.
    (Barbara Galimberti)

    Dello stesso autore:
    Il verso dell'assiolo
    Milano Pastis



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