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Genere: Thriller

Trama:
L'ispettore Nardi riceve una lettera misteriosa, firmata "Nessuno", che dà inizio a un gioco perverso: quattro donne verranno sequestrate in successione e rilasciate dopo sette giorni. Spetterà a Nardi, con l'aiuto dell'ispettore Gambuti, scoprire cosa lega tutte le vittime, per anticipare le mosse di Nessuno, capirne gli intenti e impedire che compia l'annunciato omicidio finale.

Recensione:
"Cerco te" è il primo romanzo dell'autore marchigiano Mauro Mogliani.
Lo scrittore ci propone una trama che si sviluppa fra il gioco perverso di un criminale che si firma con il nome di "Nessuno" e l'ispettore di polizia Piero Nardi, ambientato nella piccola cittadina di Tolentino, nelle Marche.
Dopo la consegna di una misteriosa lettera dagli oscuri intenti, la storia prende subito il via, forse fin troppo velocemente, senza lasciare il tempo di entrare nella giusta ottica, quasi come se ci trovassimo già a metà del libro. Un preludio non del tutto negativo, tuttavia, trattandosi di un thriller, l'estrema rapidità con la quale evolvono gli accadimenti, fa perdere il piacere della suspense, privandoci di quella particolare sensazione di incertezza ed ansietà con cui si seguono situazioni ricche di drammaticità e dall'esito incerto, che ogni storia appartenente a questo genere dovrebbe possedere.
La scelta di scandire la narrazione con il passare incessante ed inesorabile dei giorni e delle ore, anziché usare i più comuni numeri per la suddivisione dei capitoli, permette di vivere il conto alla rovescia che grava sulla testa dell'ispettore Nardi nel tentativo di catturare il criminale. Ma questo stratagemma da solo non basta a donare quella trepidazione e tensione che gli amanti del thriller prediligono.
La caratterizzazione dei personaggi, ciò che provano o pensano e ciò che li ha portati ad essere quello che sono, rimane superficiale. Una cura maggiore avrebbe fatto vivere gli eventi, non solo quelli tragici, in modo più partecipativo da parte di chi legge.
Anche la spiegazione delle amnesie delle vittime, chiamando in causa una malattia degenerativa, appare una forzatura poco realistica. Sarebbe stata preferibile una scelta meno complessa per dare al lettore la sensazione di eventi possibili nella vita quotidiana.
La crudezza di alcune descrizioni, e talvolta anche del linguaggio, portano questo libro a sconfinare nel genere hard boiled.
Il bandolo dell'intera matassa si trova unicamente sfogliando le ultimissime pagine che si chiudono su un finale tragico e sorprendente.
Quest'ultimo, e le memorie perdute all'interno della storia, portano a pensare che a volte dimenticare gioverebbe come una cura. Ed anche agire al momento giusto, non quando è troppo tardi, ci può salvare da tanti pericoli. Senza passato non avremmo le basi per costruire il futuro e senza errori pochi sarebbero migliori, tuttavia sta solo a noi il compito di limitare i danni.
Leggere è anche riflettere e Mauro Mogliani ci induce a farlo con la sua storia.
Un romanzo che con qualche piccola attenzione in più sarebbe stato ineccepibile, ma che possiede comunque una buona base che fa vivere la passione con cui è stato scritto.
(Tecla Vanini)



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